di Diego Fusaro
Il passaggio da Ratzinger a Bergoglio, nel 2013, si lascia inquadrare come il transito da una Chiesa che ancora provava a resistere al nichilismo della civiltà dei consumi a una neo-chiesa post-cristiana ridotta a megafono del nuovo ordine mentale di completamento del nuovo ordine mondiale. Con Bergoglio, non per caso beniamino del sistema mediatico e degli aedi del pensiero unico che bersagliavano senza posa Ratzinger, il cristianesimo si svuota di ogni richiamo al sacro e alla trascendenza: diviene fede low cost, mera adesione al verbo della società merciforme. E il cristiano si fa indistinguibile dal consumatore. Ne nasce una neo-chiesa liberal-progressista perfettamente organica al nuovo assetto del potere planetario tecnocapitalistico. Si ha, così, la normalizzazione della Chiesa di Roma, resa possibile mediante quell’evaporazione del cristianesimo a cui Ratzinger aveva provato eroicamente a opporsi.