Non sappiamo se stamattina si riunirà il nuovo Consiglio comunale di Palermo. Quello che sappiamo è che la fazione di Forza Italia capeggiata da Gianfranco Miccichè cercherà di fare eleggere alla presidenza dell’assemblea di Sala delle Lapidi il suo fidato Giulio Tantillo (nella foto a destra). Per la cronaca, Tantillo è alla sua quinta consiliatura. E’ stato consigliere comunale durante il decennio di Diego Cammarata, Sindaco della città di centrodestra dal 2001 al 2011; poi è stato consigliere
Tutto a posto, allora? Quasi. Perché, in effetti, ci potrebbe essere qualche problemino legato al ‘bordello’ politico che Miccichè ha armato alla Regione, dove sta provando ad ‘accoppare’ la ricandidatura del presidente della regione uscente, Nello Musumeci. Miccichè, questo bisogna dirlo per correttezza, non ce l’ha con Musumeci come persona. La sua è una coerente scelta politica Miccichè sta cercando di tirare la volata alla candidata del centrosinistra alla presidenza della Regione siciliana, Caterina Chinnici. Per raggiungere questo obiettivo deve incasinare il centrodestra, fargli perdere le elezioni regionali e – se tutto andrà bene – fare in modo che nel prossimo Parlamento dell’Isola i deputati del centrosinistra e i deputati a lui fedeli raggiungano la maggioranza (36 su 70, tanti sono i deputati dell’Assemblea regionale siciliana) in modo che lo eleggano, per la terza volta, presidente dell’Ars. In verità dobbiamo dire che Miccichè il centrodestra è riuscito ad incasinarlo anche grazie alla sponda di Berlusconi (che in questo momento è nel centrodestra, ma dopo le elezioni politiche del 25 Settembre, se Forza Italia sarà determinante nella formazione di un nuovo Governo, potrebbe passare armi e bagagli nel centrosinistra perché glielo chiederà l’Europa…), la ricandidatura di Musumeci è riuscita a bloccarla (anche se, a nostro modesto avviso, Musumeci si ricandiderà lo stesso), ma noi dubitiamo che riuscirà a fare in modo che i deputati del centrosinistra più i deputati a lui fedeli raggiungeranno la maggioranza nel prossimo Parlamento siciliano. Perché lo dubitiamo? Perché il centrosinistra siciliano, con rispetto parlando, a noi sembra leggermente muru cu muru cu ‘u spitali, mentre Forza Italia di Miccichè non andrà oltre il 5% o giù di lì.
In politica, si sa, la somma di due o più debolezze non dà quasi mai una forza. Il PD siciliano se raggiungerà il 10% sarà un grandissimo successo; i grillini siciliani partono dal 30% circa, ma dopo tutto quello che hanno combinato chi dovrebbe votarli? Tra l’altro, sono anche in controtendenza rispetto al Movimento di Giuseppe Conte, che a Roma si è dissociato dal PD e va da solo in alternativa al PD. In Sicilia i residuali elettori grillini dovrebbero votare una candidata del PD: e già questo è complicato. Gli ottimisti danno i grillini siciliani al 10% (anche se dubitiamo che quello che rimane dell’elettorato grillino voterà Caterina Chinnici presidente della Regione per garantire le poltrone di assessori a un paio di grillini ‘trombati’ dalla regola dei due mandati); e sempre gli ottimisti danno Claudio Fava e i suoi Centro passi al 5%. A nostro modesto avviso, PD, grillini e Fava prenderanno meno delle previsioni. Poi dovrebbero arrivare i voti – non sappiamo se ufficiali o sottobanco – di Miccichè e degli Autonomisti. Gli ottimisti dicono che PD, grillini, Fava e ‘aiutini’ vari arriverebbero al 30%. Secondo noi al 30% non ci arriveranno nemmeno pigghiannu ‘a scala… Secondo noi il presidente uscente, Musumeci, prenderà più voti di PD, grillini, Fava e trasformisti vari. Il problema è che c’è un terzo incomodo che potrebbe prendere più voti di Musumeci e Caterina Chinnici: Cateno De Luca, al quale il centrodestra siciliano, con i suoi giochi & giochetti sta tirando la volata.
Ma torniamo a Palermo. Volete veramente che con tutto il ‘bordello’ che Miccichè ha combinato nel centrodestra alla Regione che stamattina, domani o quando si riunirà il Consiglio comunale tutto il centrodestra voti compatto per Giulio Tantillo presidente del Consiglio comunale targato Gianfranco Miccichè? Con i voti del centrodestra Tantillo avrà difficoltà a farsi eleggere. Dovrà cercare i voti delle opposizioni. Lo voterebbero senza dubbio i consiglieri comunali del PD, partito che con Miccichè fa inciuci dal 2009. E lo voterebbe qualche altro consigliere comunale di scuola orlandiana, nel nome dei vecchi inciuci. Ma le altre opposizioni perché dovrebbero votare Tantillo presidente? Perché il Sindaco Roberto Lagalla, rimangiandosi gli impegni che ha assunto in campagna elettorale, ha detto di aver cambiato idea e di essere d’accordo con il Tram in via Libertà? Vabbé, ora si è fatto tardi, sono le sette di mattina. Buon giorno a tutti e comu finisci si cunta.