di Enzo Guarnera
Un uomo ha ucciso un suo simile in 4 minuti, a mani nude.
I passanti fermi a guardare, senza intervenire. Qualcuno filma la scena e la mette in rete.
Perché tutto questo può accadere?
Le cause sono molteplici, e a diversi livelli.
Da tempo si diffonde un messaggio offensivo, irrispettoso, che incita alla violenza.
Vi è un linguaggio pubblico che alimenta l’odio sociale, l’indifferenza, il razzismo.
Vi è un crescente degrado culturale e sociale, un progressivo analfabetismo etico.
Decresce paurosamente il senso di responsabilità collettiva.
Si fa finta di non vedere e di non sentire.
Camminiamo per strada l’uno accanto all’altro, abitiamo in condomini nei quali ci si saluta appena, senza cercare di conoscerci.
Frattanto dentro tante famiglie si consumano solitudini assolute.
Viviamo in un Paese nel quale non siamo più fratelli.
Dobbiamo ricominciare da capo, ricostruire una trama di sentimenti e di empatia, la voglia di prenderci cura dei nostri simili.
Bisogna ripartire dai bambini, dai ragazzi, dai giovani.
Sono loro che possono cambiare il volto di questo Paese e renderlo umano.