Sta per scoppiare un nuovo conflitto in Europa? A giudicare da quello che succede in queste ore tra Serbia e Kosovo sembrerebbe proprio di sì. Lancio dell‘ANSA di ieri sera: “Le autorità del Kosovo hanno chiuso questa sera due valichi di confine con la Serbia per i blocchi stradali messi in atto da dimostranti kosovari di etnia serba per protestare contro nuove leggi approvate dal governo su documenti di identità e targhe automobilistiche, in vigore domani (cioè oggi ndr). La disputa ha riacceso le tensioni tra Pristina e Belgrado, che non riconosce l’indipendenza del Kosovo. Media internazionali riferiscono che il presidente serbo Aleksandr Vucic, in un discorso televisivo, ha mostrato una cartina del Kosovo coperto dalla bandiera serba e ha avvertito che se i serbi saranno minacciati, la Serbia ne uscirà vittoriosa”. La situazione che si va delineando non è semplice. Sembra un questione banale di documenti. In realtà c’è un problema, mai affrontato, di riconoscimento da parte di uno Stato verso un altro Stato. Scrive scenarieconomici.it: “Il problema irrisolto è quello della doppia natura del Kosovo, ufficialmente ancora parte della Serbia, ma praticamente Stato autonomo filo NATO. L’amministrazione del Kosovo richiede che targhe e documenti delle comunità serbe vengano convertiti, entro Settembre, in targhe e documenti kosovari, che non vengono però riconosciuti da Belgrado. Sinora si è aggiustato tutto con delle targhe ‘Temporanee’, ma questo regime sta per finire. Le due parti non sono state in grado di raggiungere un accordo, la tensione con le comunità serbe nel Kosovo è aumentata, e siamo alla situazione attuale in cui il presidente Vucic ha mostrato una cartina in cui il Kosovo ha gli stessi colori della Serbia, rendendo ben chiaro che Belgrado non riconoscerà l’indipendenza di Pristina, che del resto mai è stata accettata ufficialmente”.
Ieri sera le notizie fornite dal presidente serbo Vucic ai cittadini serbi erano queste: “Hanno schierato in anticipo le loro unità con 21 tonnellate di carburante e tutto il resto ai valichi amministrativi di Jarinje e Brnjak con l’intenzione di fermare tutti coloro che hanno documenti personali serbi. Allo stesso tempo, ci sarà il lancio di un’operazione che inizierà oggi a mezzanotte… La Serbia, non si è mai trovata in una situazione più complicata e difficile“. Cosa sia successo stanotte lo sapremo nelle prossime ore. Quello che possiamo dire in questo momento è che non manca la tensione. con schieramenti in campo ben delineati. Come già ricordato, il Kosovo è un Paese fino NATO. Mentre la Serbia è un Paese storicamente appoggiato da Cina e Russia. E non mancano le armi. Ancora scenarieconomici.it: “Missili anti aerei moderni sono già stati inviati da Pechino in Aprile scorso e probabilmente staranno entrando in linea proprio ora. Si tratta del sistema FK.-3, nome per l’export del sistema HQ-22 cinese, con gittata di 170 km, che renderebbe complessa l’operatività sui cieli del Kosovo”. Non per essere menagrami, ma tra Serbia e Kosovo si va delineando lo stesso scenario che c’è un Ucraina: la NATO schierata con il Kosovo e Cina e Russia schierati a sostegno della Serbia. Difficile, in questo momento, capire se si tratta di un fatto locale o di un nuovo scontro, ancora nel cuore dell’Europa, tra area del dollaro e Cina. Se la situazione dovesse precipitare bisognerà vedere cosa farà l’Unione europea. Anche se qualcosa la possiamo intuire. Se la Ue ha seguito pedissequamente la NATO in Ucraina non crediamo che possa eventualmente assumere una posizione diversa in presenza di uno scontro tra Serbia e Kosovo.
Foto tratta da Socialist & Democrats