Anche se non c’è una grande informazione su quanto sta accedendo in Olanda, la protesta degli allevatori olandesi prosegue. Ci siamo già occupati di quanto sta avvenendo in questo angolo d’Europa dove il Governo europeista, per limitare l’inquinamento di nitrati, ha deciso di fare chiudere migliaia di aziende zootecniche. E’ come se, di punto in bianco, il Governo italiano decidesse, nel nome dell’ambiente, di fare chiudere le migliaia di aziende che operano soprattutto nel Nord Italia, tra Lombardia, Emilia Romagna e Veneto con i cosiddetti allevamenti intensivi. La cosa che colpisce nell’azione del Governo olandese è l’atteggiamento radicale: poiché queste aziende inquinano l’ambiente con i nitrati (il riferimento è alle deiezioni animali) debbono chiudere e basta. Non c’è mediazione, ma solo uno scontro diretto. Da parte loro, i circa 30 mila allevatori non hanno alcuna intenzione di scomparire, anche perché non viene data loro un’alternativa: debbono chiudere e togliersi di mezzo. Ormai gli scontri per le strade sono all’ordine del giorno. In alcuni casi, la Polizia olandese ha anche utilizzato le armi. Ormai la protesta va avanti da un mese e gli allevatori non hanno alcuna intenzione di mollare. Con molta probabilità, quello olandese è il banco di prova dell’Unione europea: se il Governo di questo Paese riuscirà a piegare con la forza la protesta degli allevatori la chiusura forzata degli allevamenti di animali da carne verrà estesa a tutta l’Europa, soprattutto agli allevamenti intensivi.
Ora, che gli allevamenti intensivi di animali siano sbagliati non ci sono dubbi. Si rimane perplessi dalle modalità con le quali in Olanda – Paese che gode dell’appoggio incondizionato dell’Unione europea – si stia procedendo allo smantellamento di questo settore. In pratica, con la forza. Senza dare alcuna alternativa agli allevatori. Attenzione: dietro questo atteggiamento oltransista del Governo olandese non c’è solo la lotta agli allevamenti di animali che inquinano: c’è anche una linea ecologista-fondamentalista che punta allo smantellamento degli allevamenti da carne in tutta l’Europa. Si tratta di una filosofia animalista che vogliono imporre a tutti. Tra l’altro, è una linea con due pesi e due misure: perché mentre da un lato si punta ad eliminare la classica bistecca, da sostituire con la carne artificiale, fatta in laboratorio, dall’altra parte la stessa Unione europea ultra-ecologista sta cercando di imporre ai cittadini europei il consumo di insetti. Da qui una sorta di morale-amorale: i grandi animali non si debbono uccidere per mangiare, mentre gli insetti si possono uccidere per essere mangiati. Ciò che fa paura, di questo europeismo ecologista-fondamentalista, è l’atteggiamento radicale: una cosa va fatta e basta, anche imponendola con la forza. Non c’è Democrazia ma solo imposizione dispotica. Proprio come si sta cercando di fare in Olanda dove, di fatto, si sta provando ad imporre la chiusura di circa 30 mila aziende zootecniche con la forza. Noi siamo d’accordo sul superamento degli allevamenti intensivi che, oltre ad inquinare, provocano sofferenze agli animali. Ma questo obiettivo non si può raggiungere senza offrire alternative agli allevatori, perché la carne sintetica dovrà sostituire la carne classica. Chissà cosa pensano di tutto questo gli allevatori italiani; chissà cosa pensano gli allevatori di Veneto, Emilia Romagna e Lombardia, dove l’inquinamento da nitrati è la regola. Gli allevatori italiani si sveglino, perché quello che sta succedendo in Olanda, tra qualche anno, potrebbe succedere anche dalle nostre parti.
Foto tratta da Dagospia
Visualizza commenti