La Fabi torna a denunciare la chiusura degli sportelli bancari. Ma il vero problema è il sistema liberista europeo

28 luglio 2022
  • Il sindacato più rappresentativo dei lavoratori bancari si appella alla politica  
  • Agli amici della Fabi sfugge che al sistema liberista interessa fare utili, non fornire servizi alla popolazione. Delle persone, ai liberisti europei, non gliene può fregare di meno
  • La speranza, per l’Italia, è che con la guerra in Ucraina – che non finirà, ma durerà anni – l’Unione europea collassi

Il sindacato più rappresentativo dei lavoratori bancari si appella alla politica  

“I dati pubblicati dalla Fabi e da alcuni quotidiani danno la contezza di ciò che è già accaduto nel mondo bancario. Oltre tremila Comuni sono già stati privati di sportelli bancari con tutte le conseguenze per la popolazione e in particolare per le persone anziane e per i più deboli. In Sicilia da alcuni anni le Aziende di Credito (Unicredit, Intesa San Paolo, Banco BPM, Monte dei Paschi di Siena) hanno fatto quasi una gara per chiudere le proprie Filiali nei piccoli centri. Ciò ha causato seri problemi con chi non ha dimestichezza con gli strumenti digitali e, in particolare, per coloro che vivono nel Meridione e nella nostra Isola. Occorre, a questo punto, che tutte le forze politiche e sociali si mobilitino per evitare il persistere di queste assurde logiche degli Istituti di Credito che penalizzano i cittadini e i nostri territori che si desertificano sempre più. Nei primi di settembre intraprenderemo sulla questione, come Fabi, iniziative adeguate coinvolgendo tutte le forze politiche, istituzionali e sociali”.

Agli amici della Fabi sfugge che al sistema liberista interessa fare utili, non fornire servizi alla popolazione. Delle persone, ai liberisti europei, non gliene può fregare di meno

Così scrive in un comunicato Carmelo Raffa, leader storico della Fabi siciliana, il sindacato dei lavoratori bancari più rappresentativo d’Italia. Non è la prima volta che la Fabi pone il problema delle desertificazione bancaria in Sicilia. Poco meno di un anno fa la Fabi denunciava la presenza, in Sicilia, di 120 Comuni privi di sportelli bancari. Un anno dopo – cioè oggi – la situazione è peggiorata. Del resto, basta fare un giro per Palermo per verificare quanti sportelli bancari sono stati chiusi nell’ultimo anno. Questa volta vogliamo essere più chiari – e più crudi – rispetto al passato. Certo, ci sono responsabilità dei vertici delle banche italiane che non sono ancora finite nelle mani estere (è questione di tempo, se l’Unione europea non collasserà finiranno tutte nelle mani di Paesi esteri). Ma il vero problema è il sistema ultra-liberista e globalista adottato dalla Ue. E’ bene sottolineare che già migliaia di aziende italiane sono controllate da soggetti esteri. E’ così in tutti i settori economici, compreso quello bancario. Al sistema liberista interessa fare utili, non fornire servizi alla popolazione. Delle persone, ai liberisti europei, non gliene può fregare di meno. Se l’Unione europea non collasserà tra meno di un decennio l’Italia si ridurrà con le classiche pezze al culo.

La speranza, per l’Italia, è che con la guerra in Ucraina – che non finirà, ma durerà anni – l’Unione europea collassi

I liberisti globalisti ‘europeisti’, come già accennato, si sono già presi migliaia di aziende italiane e, nei prossimi anni, si prenderanno anche le banche italiane. La politica italiana non può fare nulla, perché l’Italia nel sistema ultra-liberista e globalista della Ue non conta nulla. Anzi viene ricattata con la truffa del debito pubblico elevato. In prospettiva, i liberisti ‘europeisti’ contano di mettere le mani pure sul risparmio privato degli italiani (4-5 mila miliardi di euro): ecco perché le banche, in Italia, in prospettiva non serviranno più, se non quelle poche banche che pagheranno i sempre meno numerosi lavoratori a reddito fisso. Quando avranno finito di prendersi il risparmio privato degli italiani si prenderanno alle case. Questo è il futuro dell’Italia dentro l’Unione europea liberista: camerieri in casa propria di padroni esteri. La speranza è che con la guerra in Ucraina – che non finirà, ma durerà anni – l’Unione europea collassi: in questo caso l’Italia si potrebbe salvare e potrebbe tornare ad essere un Paese libero.

 

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