E’ giusto chiamare a raccolta gli agricoltori, in un momento di grande crisi del settore, quando si è già in campagna elettorale? Sì, a patto di evitare strumentalizzazioni politiche e, soprattutto, avendo chiaro gli obiettivi che si intende raggiungere. L’incontro promosso il 4 Agosto a Santa Caterina Villermosa, provincia di Caltanissetta, leggiamo in un post su Facebook di Enzo Castrenze Cassata, leader di Gran Sicilia, “punta a sottoporre alla opinione Pubblica siciliana, i gravi problemi che affliggono gli agricoltori e le imprese agricole. I rincari energetici e del gasolio, i costi dei fertilizzanti, la necessità di approntare nuove infrastrutture dove l’acqua irrigua possa essere raccolta. I prezzi del grano duro, il recupero delle terre incolte, digitalizzazione e infrastrutture volte a far crescere un comparto che riteniamo strategico per la crescita e lo sviluppo della Sicilia. Hanno già dato disponibilità Salvatore Licari esperto di Agricoltura e acque irrigue, Agostino Cascio del Gruppo Sicilia Agricoltori Riuniti Giuseppe Li Rosi Presidente di Simenza, Santo Bono di Terra è Vita, Mario Di Mauro di Terra e Liberazione, Angelo Stella giovane imprenditore agricolo, Giovanni Arato con una delegazione di agricoltori di Ragusa. Lorenzo Giocondo e delegazione di Partanna. Pino Giuseppe D’Angelo Cianciana di Terra è Vita di Cianciana. Giuseppe Gulli e Nino Gulli di Menfi. Interverrà il prof. Andrea Piraino ordinario di Diritto Costituzionale dell’ Università di Palermo. Al fine di sensibilizzare le Istituzioni locali, abbiamo spedito e invitato, tramite pec, agli amministratori di tutti i Comuni del Territorio. Ogni altra adesione di agricoltori o allevatori sarà bene accetta. Partecipiamo numerosi a difesa dei diritti dei Siciliani”.
Sarebbe importante capire quali sono gli obiettivi di questa manifestazione. I problemi dell’agricoltura siciliana si conoscono. Mancano le soluzioni concrete. Se l’incontro del 4 Agosto è un appuntamento per delineare i problemi e presentare proposte al Governo regionale siciliano e al Governo nazionale si tratta solo di una perdita di tempo. Infatti, per ciò che riguarda l’agricoltura, il Governo regionale di Nello Musumeci, assessore all’Agricoltura Tony Scilla, rappresenta il nulla mescolato con il niente. Quanto al Governo nazionale, fino ad ora il Ministro delle Politiche agricole, il grillino e nordista Stefano Patuanelli, ha solo fregato scientificamente gli agricoltori del Sud e della Sicilia (come potete leggere qui). Chiedere interventi al Ministro o ai grillini siciliani è un’altra perdita di tempo. E allora? Noi abbiamo già avanzato la nostra proposta: una lista di agricoltori siciliani da presentare alle ormai imminenti elezioni che eleggeranno il nuovo presidente della Regione e la nuova Assemblea regionale siciliana. Lo abbiamo scritto nei giorni scorso e lo ribadiamo: se si è fuori dalle istituzioni si è irrilevanti. Gli agricoltori siciliani devono scendere in campo e difendere i propri diritti eleggendo almeno tre quattro deputati nel prossimo Parlamento dell’Isola. Il resto sono chiacchiere. L’incontro di Santa Caterina Villermosa andrà in questa direzione? Ce lo auguriamo.
Intanto segnaliamo la protesta degli agricoltori della Puglia e della Basilicata che va oggi in scena oggi e domani a Matera, in contrada Venusio. Su questa manifestazione gira sulla rete un comunicato: “Siamo pronti per dire basta a un sistema perverso che sta distruggendo tutta l’agricoltura Italiana. Perciò la Confederazione Nazionale Liberi Agricoltori di Puglia e Basilicata invita le forze politiche intenzionate a sostenere l’agricoltura partecipando ai due giorni di presidio… Tutti i consumatori dovrebbero raggiungere il picchetto per sostenerci e ascoltare i pericoli che nei prossimi anni potremmo affrontare. Ad esempio, la riduzione delle rese con conseguente aumento esponenziale dei prezzi”. E ancora: “I prezzi dei prodotti agricoli in campo sono irrisori, mentre sui banchi di mercati e supermercati raggiungono delle vere e proprie vette. Agricoltori e consumatori sono le prime vittime di un sistema che favorisce pochi”. Sui costi di produzione: “Concimi, gasolio, sementi e pezzi di ricambio hanno raggiunto costi così alti da impedirci di continuare a produrre. Finirà che produrremo solo lo stretto indispensabile per le nostre famiglie”. Alla manifestazione di Matera ha aderito Tavolo Verde di Puglia e Basilicata. Importante la richiesta sul grano duro del Sud Italia, che fino a qualche settimana fa si vendeva a quasi 60 euro al quintale e che è sceso a 50 euro al quintale. Gli agricoltori di Puglia e Basilicata chiedono che il prezzo del grano duro del Sud venga fissato a 60 euro al quintale. Di questo dovrebbe occuparsi la CUN grano duro, la Commissione Unica Nazionale per il grano duro che è già operativa ma che ancora non ha stabilito il prezzo. E qui si nota l’assenza del Ministero retto dal citato grillino Patuanelli. Il dubbio è che non ci sia la volontà politica per fissare il prezzo del grano duro del Sud Italia a 60 euro al quintale. Anzi, il Ministro Patuanelli, nei giorni scorsi, ha detto che i produttori di grano duro del Sud non si debbono lamentare perché il prezzo del grano duro è remunerativo! Questo deve servire agli agricoltori pugliesi e lucani – soprattutto a ridosso delle elezioni politiche – per capire chi votare e, soprattutto, chi non votare. Non parliamo delle vergogna che va in scena in Sicilia, dove il prezzo del grano duro è sceso a 43 euro al quintale. Anche in questo caso: dove sono i grillini siciliani? Lo hanno contattato il ‘loro’ Ministro Patuanelli’ O si ricandideranno tutti in Friuli Venezia Giulia?
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