L’accordo per l’esportazione di grano ucraino non interrompe la guerra. Non è un accordo di pace o un cessate il fuoco/ MATTINALE 713

28 luglio 2022
  • Se non si parte da questo assunto si rischia di non comprendere quello che sta succedendo. Noi, per quella che è la parte economica e commerciale di questo accordo, abbiamo chiesto ‘lumi’ all’analista dei mercati internazionali, Sandro Puglisi
  • Il bombardamento del porto di Odessa. La questione delle navi per il trasporto del grano
  • Le dichiarazioni del vice ministro degli Esteri russo, Andrei Rudenko, e la “strana coincidenza” con l’accordo tra i Paesi Ue per frenare il consumo di gas naturale

Se non si parte da questo assunto si rischia di non comprendere quello che sta succedendo. Noi, per quella che è la parte economica e commerciale di questo accordo, abbiamo chiesto ‘lumi’ all’analista dei mercati internazionali, Sandro Puglisi

L’accordo per consentire all’Ucraina di esportare il proprio grano nel pieno di una guerra funzionerà? La questione è complessa e non riguarda solo Russia e Ucraina, ma tutto il mercato internazionale. Se il grano ucraino arriverà in vari Paesi del mondo aumenterà l’offerta globale di grano. Ricordiamoci che l’Ucraina, prima dell’esplosione della guerra, era il quarto esportatore di grano nel mondo; la guerra ha ridotto la produzione, ma i quantitativi di grano ucraino sono sempre importanti e sono in grado di influenzare il mercato internazionale del grano. Se il grano ucraino tornerà nel mercato globale del grano, il prezzo di questo cereale si dovrebbe ridurre proprio perché aumenterà l’offerta; se ciò non dovesse avvenire si verificherà l’effetto contrario. Per capire come stanno le cose abbiamo chiesto ‘lumi’ all’analista dei mercati internazionali, Sandro Puglisi, che conosce molto bene lo scenario internazionale. Puglisi ci dice che è in corso una guerra, una guerra vera che non coinvolge soltanto Russia e Ucraina. La Russia, ci dice l’analista dei mercati mondiali, ha firmato un accordo molto chiaro: ha detto che non attaccherà navi mercantili che trasportano grano dall’Ucraina. L’accordo durerà 120 giorni. C’è una commissione già al lavoro ad Istambul che sta coordinando le attività. L’accordo è stato firmato – questo è un punto centrale – a fronte dell’impegno da parte dei Paesi occidentali di allentare le misure sanzionatorie e di isolamento contro la Russia. È stato messo bene in evidenza che l’accordo per l’esportazione dei cereali non implica un’interruzione delle attività militari. Non è, insomma, un accordo di pace o un cessate il fuoco. La guerra continua e gli obiettivi militari rimangono tali e potrebbero essere colpiti. Questo spiega gli attacchi di Sabato scorso al porto di Odessa.

Il bombardamento del porto di Odessa. La questione delle navi per il trasporto del grano

Qui la vicenda si complica. I russi sostengono di avere colpito solo una nave militare, mentre alcuni giornali hanno scritto di presunti danni a strutture portuali durante il pompaggio del grano. C’è stato anche un attacco alle strutture portuali di Mykolaiv. Questo non è uno dei tre porti interessati nell’accordo, ma è solo un porto che serve per movimentazioni locali. Come stanno le cose? Puglisi ci fa notare che, in situazioni come queste, ognuno cerca di utilizzare eventi causati dalla controparte a proprio favore e, con la visibilità mondiale che ha avuto l’accordo, va da sé che chi farebbe saltare lo stesso accordo avrebbe contro l’opinione pubblica internazionale. Puglisi – che ovviamente conosce molto bene l’andamento dei mercati – ci segnala che, nelle immediatezze della firma dell’accordo, il Programma alimentare mondiale aveva indetto una gara d’appalto per circa 30.000 tonnellate di grano ucraino da consegnare ad Agosto. Ma, a quanto pare, ci sarebbero fonti che, sulla base dell’attività di questa settimana, affermano che è molto probabile che il grano non verrà consegnato attraverso i porti ucraini. Lo scenario, oltre ad essere in divenire, rimane complicato perché, come già accennato, la guerra continua. L’ONU, tuttavia, ritiene che l’Ucraina possa iniziare ad esportare grano via mare entro pochi giorni. Il ministro dell’Agricoltura ucraino ha affermato che le esportazioni di grano “potrebbero” raggiungere 3,5 milioni di tonnellate al mese nei prossimi mesi, mentre a partire già da Agosto si riuscirebbero ad esportare circa 1,5 milioni tonnellate. Queste informazioni, ovviamente, generano aspettative che, se deluse, potrebbero giocare a sfavore della parte che non ha consentito la loro realizzazione. Tuttavia, ci fa notare Puglisi, bisogna essere consapevoli che, nelle circostanze più favorevoli, non ci si può aspettare un ritorno immediato all’uso di navi Handysize e Panamax per l’esportazione di grano. La maggior parte delle navi utilizzate per le esportazioni, nel primo periodo, saranno infatti navi da 10.000 tonnellate di stazza marittima, anziché da 40-70 mila tonnellate. Da quello che leggiamo c’è anche un po’ di timore. Molti operatori marittimi sono un po’ riluttanti ad andare nel Mar Nero senza essere rassicurati sul fatto che quella tratta è veramente sicura.

Le dichiarazioni del vice ministro degli Esteri russo, Andrei Rudenko, e la “strana coincidenza” con l’accordo tra i Paesi Ue per frenare il consumo di gas naturale

Da ieri, stano alla cronaca dei fatti, il Joint Coordination Center (JCC), istituito come parte dell’accordo per riprendere le esportazioni di grano dall’Ucraina, ha iniziato a lavorare ad Istanbul. La delegazione russa al JCC è arrivata in Turchia e inizierà a lavorare insieme con le delegazioni dell’Ucraina, delle Nazioni Unite e naturalmente della Turchia. È molto probabile che le navi mercantili che trasportano grano ucraino vengano sottoposte a ispezioni all’ancoraggio di Turkeli vicino allo stretto del Bosforo. I rappresentanti del JCC ispezioneranno le navi quando entrano ed escono dallo stretto del Bosforo. Tutto a posto, allora? Non esattamente. Ieri il vice ministro degli Esteri russo, Andrei Rudenko, ha dichiarato che l’accordo potrebbe crollare se gli ostacoli alle esportazioni agricole russe non verranno prontamente rimossi. Rudenko ha confermato che le spedizioni di grano dall’Ucraina sarebbero iniziate presto, ma si augura che l’accordo sul grano venga mantenuto dalle rispettive controparti. Sarà così? La dichiarazione del vice ministro degli Esteri russo, per una strana coincidenza, è giunta immediatamente dopo che l’Unione europea ha concordato un accordo tra gli Stati membri per frenare il consumo di gas naturale già a partire dalla prossima settimana. Le riduzioni saranno inizialmente volontarie, ma potrebbero diventare vincolanti qualora una crisi energetica, dovuta agli approvvigionamenti, dovesse causare un’emergenza. La realtà è che non è facile capire quello che potrebbe succedere.

Foto tratta da Il Fatto Quotidiano 

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