Avrete sicuramente ricevuto, almeno una volta in vita vostra, un’e-mail che in realtà si è rivelata uno scam, un tentativo di phishing, insomma una truffa bella e buona. Di solito, per chi è abituato a utilizzare le nuove tecnologie, mail di questo tipo sono facilmente riconoscibili. I metodi per scovarle sono semplici: spesso è sufficiente guardare il mittente e verificare, tramite una ricerca incrociata, la veridicità dell’indirizzo di chi ha inviato la mail. In altri casi è ancor più semplice, dal momento che queste e-mail sono scritte in un italiano completamente sgrammaticato o chiedono palesemente l’invio di denaro.
Tuttavia, i truffatori stanno col tempo diventando sempre più abili, creando e-mail curate sotto ogni punto di vista, spesso anche con informazioni personali come nome, cognome, data di nascita o altre informazioni che potrebbero immediatamente trarre in inganno, facendo credere al malcapitato di trovarsi di fronte a un’e-mail legittima.
Il fenomeno inizia a diventare preoccupante se consideriamo che anche alcuni esperti di cybersecurity finiscono con l’abboccare all’amo, sfumando un confine che prima era palese. Pensiamo per esempio alla mail classica dei truffatori, quella del “principe della Nigeria” che si trova in difficoltà e che, in cambio di una modesta somma che gli permetterà di rimettersi in piedi, vi cederà parte delle sue fortune. Nella sua ingenuità è un’e-mail ormai superata, mentre oggi le minacce sono più raffinate.
L’aspetto psicologico
Stando agli studi di psicologi in merito, gli esseri umani tendono a rispettare l’autorità e le persone di grado più alto, un aspetto che anche i malintenzionati conoscono bene. Non hanno nemmeno bisogno di cercare informazioni dettagliate: basta scegliere i bersagli per età, status sociale e ruolo all’interno di un’azienda. A questo punto entrano in azione i bot degli scammer che inseriscono le informazioni più personali provenienti da LinkedIn o altre piattaforme social per guadagnarsi la fiducia della vittima, attirandola in una rete di menzogne con la promessa di rivelare informazioni di un certo valore o anche somme in denaro.
Secondo i dati forniti da Google Safe Browsing, oggi esistono più siti Internet con tentativi di phising che malware, e si stima che almeno il 20% delle persone prese di mira cliccheranno su link fraudolenti e più della metà di questa percentuale inserirà le informazioni richieste.
I social media hanno purtroppo accelerato tale processo, rendendo le nostre informazioni sempre più disponibili e accessibili a chiunque e facendo di tutti noi delle potenziali prede per i truffatori. C’è sempre poca attenzione verso la diffusione dei propri dati sensibili, ed è un tema su cui gli internauti dovrebbero essere molto più attenti. Per fortuna esistono delle degne contromisure che è possibile adottare per evitare di cadere vittima di scammer, phishing e altre pratiche fraudolente su Internet.
Una di queste consiste nell’uso di online VPN, una Virtual Private Network in grado di schermare tutti i propri dati. Alcuni servizi offrono anche un’efficace difesa contro gli scam, i tentativi di intrusione nel proprio computer, siti Internet pericolosi e molto altro, visualizzando una notifica sul dispositivo dell’utente nel momento in cui questo, per sbaglio o consapevolmente, dovesse cliccare su un link phishing. Oggigiorno navigare su Internet senza una VPN è un’idea davvero pericolosa e tutti dovrebbero mettere al sicuro il proprio IP, nonché i dati sensibili.
I servizi VPN gratuiti, per quanto comodi, non offrono il massimo della protezione, quindi diventa necessario sottoscrivere un abbonamento, ma si tratta di importi spesso irrisori, che garantiscono svariati anni di protezione tramite rete virtuale privata. Un investimento, se vogliamo, al fine di evitare conseguenze ben peggiori.
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