In Italia ormai da tempo opera una sorta di arciconfraternita del fango che, chissà perché, getta, appunto, fango su chi si oppone o comunque non è in linea con il regime ultra-liberista e globalista rappresentato dall’Unione europea. Ricordate quando, nei mesi scorsi, la Russia ha iniziato la guerra in Ucraina? Il presidente della Russia Putin aveva perso in partenza perché aveva contro tutta l’opinione pubblica mondiale. Minchiata solenne, perché dopo qualche settimana di guerra si è visto che gli unici Paesi che solidarizzano con l’Ucraina che vorrebbe entrare nella NATO sono quelli del cosiddetto Occidente industrializzato. Fuori dall’Occidente o i Paesi si disinteressano alla guerra in Ucraina, o sono direttamente alleati di Russia e Cina. Una seconda minchiata era che Putin si era infilato in un vicolo cieco e bisognava trovare un modo per porre fine alla guerra senza umiliarlo. La terza minchiata è che Putin è malato, molto malato. La quarta minchiata è che il Tribunale internazionale di non abbiamo capito che cosa dovrebbe ‘processare’ Putin per crimini di guerra: Tribunale internazionale ovviamente occidentale, di quell’Occidente in profonda crisi economica e sociale del quale, al resto del mondo, non gliene può fregare di meno. Da Putin all’Italia. Da quando è iniziata la crisi del Governo di Mario Draghi l’arciconfraternita del fango ha preso di mira il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte. La crisi l’ha voluta Draghi, che vuole scappare da Palazzo Chigi perché sa che nei prossimi mesi, tra crisi economica e guerra in Ucraina (che continuerà, perché così vogliono gli Stati Uniti d’America), succederà un gran casino. Però il colpevole è Conte. In queste ore l’arciconfraternita del fango ha preso di mira la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Motivo: vincerà le elezioni politiche del 25 Settembre.
Senza rendersene conto, i protagonisti di questa arciconfraternita del fango non hanno capito che, gettando fango su Giuseppe Conte e Giorgia Meloni, li stanno aiutando. Conte si è limitato a porre questioni politiche, peraltro legittime. Da leader di un partito di Governo ha contestato il fatto che il Governo stava smontando alcuni provvedimenti voluti dai grillini: il Reddito di cittadinanza e il Superbonus. La risposta arrogante di Draghi e il fango gettato addosso a Conte hanno, in realtà, portato Conte alla ribalta politico-mediatica. E siccome sono tanti, tantissimi i cittadini che difendono il Reddito di cittadinanza (sicuramente perfettibile, ma unico strumento di massa in favore dei poveri) e il Superbonus, la campagna di fango contro Conte sta invece rilanciando lo stesso Conte e il Movimento che presiede. Lo stesso discorso vale per la Meloni, attaccata per il passato (il fascismo) piuttosto che sul presente. Di fatto, la Meloni è rimasta all’opposizione del Governo Draghi e siccome i risultati del Governo Draghi sono pessimi, le liste di Fratelli d’Italia sono destinate a fare il pieno di voti. E più attaccheranno la Meloni dicendo che non è sufficientemente filo-americana ed europeista, più voti prenderà. Qualcuno – magari un malpensante – potrebbe arguire che questa arciconfraternita del fango sia in realtà, sottobanco, d’accordo con Conte e la Meloni. Invece non è così. Perché i protagonisti di questa arciconfraternita del fango non sono così raffinati: al contrario, sono più che altro espressione dell’Italia inginocchiata al cospetto dell’Unione europea ed espressione dell’Unione europea scendiletto di USA e NATO. La verità è che chi è nato per servire – ed è il caso di questa arciconfraternita del fango – non è mai molto intelligente. Chi nasce per servire, al limite, è bravo ad obbedire e a scodinzolare ma non a elaborare e mettere in atto strategia politiche…