- Com’era nelle previsioni le primarie del centrosinistra le ha vinte la candidata del PD, Caterina Chinnici. Adesso per vincere le elezioni regionali ci vogliono i rinforzi…
- La parola passa adesso a Gianfranco Miccichè e Raffaele Lombardo, eterni alleati del PD siciliano
- E Nello Musumeci? Alla fine darà un colpo di acceleratore con l’election day per abbinare le elezioni regionali con le elezioni politiche nazionali del 25 Settembre
Com’era nelle previsioni le primarie del centrosinistra le ha vinte la candidata del PD, Caterina Chinnici. Adesso per vincere le elezioni regionali ci vogliono i rinforzi…
La politica siciliana, che ormai è una sceneggiata a puntate, procede secondo le previsioni. Caterina Chinnici vince le primarie del centrosinistra e sarà la candidata alla presidenza della Regione siciliana. I grillini – che nell’isola sono alleati del PD, contrariamente a come avviene a Roma dove Giuseppe Conte proverà a rilanciare il Movimento 5 Stelle di opposizione, con molta probabilità rilanciando Alessandro Di Battista – si piazzano al secondo posto con Barbara Floridia, mentre Claudio Fava finisce terzo. Ora si dovrebbe entrare nella fase più importante. Il centrosinistra, da solo, è perdente. Per cercare di vincere – e non è detto che ci riesca – deve o tentare l’inciucio con un ‘pezzo’ del centrodestra (leggere Forza Italia targata Gianfranco Miccichè e gli Autonomisti di Raffaele Lombardo), o sperare che una parte dello stesso centrodestra (gli azzurri di Miccichè, i lombardiani e magari la Lega siciliana in cerca d’autore) presentino un candidato per spezzare l’unità del centrodestra. E’ lo stesso scenario politico-elettorale del 2013, con una piccola ma sostanziale variazione sul tema. Nel 2013 Gianfranco Miccichè, sostenuto da Lombardo, si candidò alla presidenza della Regione per fare perdere il candidato ufficiale del centrodestra, Nello Musumeci, facendo vincere il candidato del centrosinistra, Rosario Crocetta. Oggi, però, c’è una variazione sul tema grande quanto una casa: la presenza, tra i candidati alla guida della Sicilia, di Cateno De Luca, che è in campagna elettorale da oltre sei mesi. Un’eventuale spaccatura nel centrodestra lo potrebbe favorire? Molto dipenderà da come l’ex presidente della Regione, Lombardo – che rimane il più intelligente di tutti – muoverà le pedine. Un’eventuale candidatura di Raffaele Stancanelli, sponsorizzato da Miccichè e Lombardo, forse farebbe perdere Musumeci, ma non è detto che faccia vincere la Chinnici, perché Cateno De Luca è forte. E poi Stancanelli non dovrebbe trovare il consenso della Lega, fino ad ora alleata di Miccichè e Lombardo. Molto più logica la candidatura di Luca Sammartino, passato tra i leghisti proprio in vista delle elezioni regionali, che non correrebbe per fare vincere la Chinnici, ma per vincere.
La parola passa adesso a Gianfranco Miccichè e Raffaele Lombardo, eterni alleati del PD siciliano
Insomma, una bella sfida con tanti candidati: Nello Musumeci per il centrodestra, che si ricandiderà comunque; Caterina Chinnici per il centrosinistra; Cateno De Luca che sta facendo il pieno di personaggi che sono stati legati al gruppo Mediaset; Luca Sammartino eventualmente sostenuto da Forza Italia targata Miccichè, dagli Autonomisti di Lombardo e dalla Lega di Salvini; Lillo Musso per Forza del Popolo; Eliana Esposito per Siciliani Liberi; quindi il candidato di Italexit, che dovrebbe essere Giuseppe De Santis (anche se qualche giorno fa la conferenza stampa per la presentazione del candidato di Italexit alla guida della Sicilia è stata rinviata); e a nostro avviso qualche altro candidato verrà fuori. Con tutti questi candidati non sarà facile fare una previsione, se non altro perché non si conosce la forza elettorale effettiva di De Luca e chi lo sta appoggiando (si sa, per esempio, che tanti Sindaci siciliani in carica e tanti ex parlamentari nazionali e regionali si stanno schierando con De Luca). Giochi fatti, allora? Non è detto. Da quello che a noi risulta, dalle parti di Forza Italia, a Roma, starebbero cercando di bloccare i ‘giochi’ di Miccichè in cambio di un suo ruolo nel possibile prossimo Governo nazionale. Con un centrodestra riunificato e Miccichè possibile Ministro, Musumeci non dovrebbe avere problemi a vincere. Ma Miccichè insiste nella richiesta della sua rielezione, per la terza volta, alla presidenza della Regione siciliana. Insomma, nel centrodestra siciliano ‘u burdellu è sempre armato…
E Nello Musumeci? Alla fine darà un colpo di acceleratore con l’election day per abbinare le elezioni regionali con le elezioni politiche nazionali del 25 Settembre
In questo scenario il presidente della Regione siciliana, Musumeci, sta valutando la possibilità di dimettersi entro i primi di Agosto. Questo gli consentirebbe di rispettare i 45 giorni fra il decreto di indizione dei comizi elettorali da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana e la data delle elezioni siciliane, con l’obiettivo di per andare alla cosiddetta election day, ovvero l’abbinamento tra elezioni nazionali ed elezioni regionali il 25 Settembre. Questa accelerazione darebbe due vantaggi a Musumeci. Primo vantaggio: costringerebbe Miccichè e Lombardo a decidere cosa fare: forse con sei-sette candidati alla presidenza della Regione Miccichè e Lombardo potrebbero anche disfarsi della Lega e tentare l’inciucio con il PD, sostenendo la Chinnici: dubitiamo, infatti, che i leghisti appoggerebbero la candidata del PD (riuscite a immaginare la faccia dei grillini siciliani se il PD, con il quale hanno celebrato le primarie del centrosinistra, si dovesse alleare con Miccichè e Lombardo?). Secondo e più importante vantaggio per Musumeci: Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, candidata premier con l’appoggio degli Stati Uniti d’America (che oggi conta molto di più di una morente Unione europea), sarà la probabile vincitrice delle elezioni politiche nazionali, e questo potrebbe ‘trascinare’ voti in favore di Musumeci sostenuto a spada tratta da Fratelli d’Italia. Come finirà? A nostro modesto avviso, difficilmente Musumeci si lascerà scappare l’ipotesi election day.
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