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Le sanzioni alla Russia? Si bloccano se creano problemi agli USA (fertilizzanti) e all’Unione europea (gas). E Putin vince su tutta la linea/ MATTINALE 707

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  • Anche se non si deve dire (la ‘corretta’ informazione prima di tutto)…, Stati Uniti e Unione europea si sono ‘rimangiati’ alcune importanti sanzioni contro la Russia  
  • Dopo che USA e Unione europea sono andati a Canossa da Putin, quasi con il cappello in mano, i russi hanno siglato l’accordo con la Turchia per far transitare il grano ucraino
  • I fertilizzanti sono oggi uno dei grani punti deboli degli Stati Uniti d’America
  • Alla fine che è che sta pagando il conto della guerra in Ucraina? Il popolo ucraino in primo luogo e, in seconda battuta, l’Unione europea, che adesso deve rigare dritto, sennò la Russia gli toglie il gas e lascia gli ‘europeisti’ – tedeschi in testa – con il culo a terra…

Anche se non si deve dire (la ‘corretta’ informazione prima di tutto), Stati Uniti e Unione europea si sono ‘rimangiati’ alcune importanti sanzioni contro la Russia  

Le sanzioni del cosiddetto Occidente industrializzato verso la Russia vanno bene fino a un certo punto. Quando il Paese di Putin reagisce e dà scacco all’Occidente – all’Unione europea e agli Stati Uniti d’America – allora le sanzioni occidentali contro la Russia o vengono drasticamente ridotte o vengono ‘congelate’. In queste ore la Russia sta vincendo su tutta la linea – nella guerra che in Ucraina si combatte con le armi e, soprattutto, nelle guerre che si combattono nel chiuso delle stanze dove si adottano decisioni di ordine economico. Le notizie di ieri raccontano che la Russia di Putin ha addirittura aumentato l’esportazione di gas verso l’Italia. Non c’è stata la temuta chiusura del gasdotto Nord Stream 1 – il gasdotto che porta il gas russo in Europa – bloccato per dieci giorni per lavori di manutenzione. Certo, la situazione resta tesa, perché la guerra in Ucraina continua. Ma, chissà perché, non troviamo il giusto risalto per una notizia che ha anticipato la riapertura del gasdotto Nord Stream 1: ovvero la modifica delle sanzioni europee verso la Russia. E’ una grandissima vittoria di Putin, che ha piegato l’Unione europea della ‘belligerante’ presidente della Commissione europea, Ursula von Der Leyen, che è andata a Canossa, ma non l’ha comunicato a nessuno… Pensate un po’: a partire da ieri i Paesi dell’Unione europea hanno sbloccato le risorse economiche precedentemente bloccate di proprietà dei principali istituti di credito russi VTB (VTBR.MM), Sovcombank, Novikombank, Otkritie FC Bank, VEB, Promsvyazbank e Bank Rossiya. In base alle nuove sanzioni, anche Sberbank, la più grande banca russa, sarà soggetta al congelamento dei suoi beni, ad eccezione delle risorse necessarie per il commercio di beni alimentari. Stando a quanto previsto dalla bozza del documento, il denaro potrebbe essere svincolato “dopo aver stabilito che tali fondi o risorse economiche sono necessari per l’acquisto, l’importazione o il trasporto di prodotti agricoli e alimentari, inclusi grano e fertilizzanti”.

Dopo che USA e Unione europea sono andati a Canossa da Putin, quasi con il cappello in mano, i russi hanno siglato l’accordo con la Turchia per far transitare il grano ucraino

Con le sanzioni così riviste, l’Unione europea prevede anche di facilitare le esportazioni di cibo dai porti russi, che i commercianti avevano abbandonato dopo le sanzioni adottare dall’Unione europea contro la Russia, nonostante il fatto che le indicazioni prevedevano di esentare esplicitamente le esportazioni di cibo. Insomma, con la scusa che bisogna liberare il grano russo che deve arrivare in Africa, l’Unione europea si è praticamente rimangiata i blocchi a carico delle banche russe eccetera eccetera eccetera. Dopo lo sblocco delle risorse economiche delle banche russe, come per ‘magico incanto’, si è ‘sbloccato’ anche il gas russo verso l’Europa: ma guarda un po’ che combinazione ‘astrale’! Non solo: c’è anche l’accordo, mediato dalla Turchia di Erdogan – almeno sulla carta – per consentire all’Ucraina di esportare il proprio grano. L’Ucraina si è praticamente auto-danneggiata: ha minato i propri porti in chiave anti-russa e ora non sa da dove fare passare le proprie navi cariche di grano, olio di girasole, mais. Ovviamente, per un paio di mesi ha dato la colpa alla ‘cattiva’ Russia che bloccata le esportazioni di grano ucraino. Sostenuta dall’informazione occidentale farlocca. Addirittura la Russia – che è il primo produttore di grano nel mondo – ‘rubava’ il grano all’Ucraina. Dopo che sono state, di fatto, smantellate le sanzioni europee contro le banche russe si è ‘chiarito’ anche come fare esportare all’Ucraina il proprio grano. Di fatto, la Russia di Putin, nello scontro con l’Unione europea sta vincendo su tutta la linea. Bisognerà capire quanto durerà tale accordo, perché se la Ue ricomincerà a regalare armi all’Ucraina…

I fertilizzanti sono oggi uno dei grani punti deboli degli Stati Uniti d’America

Anche gli Stati Uniti d’America, alla fine, sono andati a Canossa. Di mezzo ci sono i cereali e, in generale, tutte le colture che hanno bisogno di fertilizzanti. Scopriamo, così, che nel 2022 gli USA non sono messi benissimo con i fertilizzanti, mercato complicato dove Cina e Russia sono realtà molto importanti. Siamo partiti da un passaggio di un report di qualche giorno fa dell’analista dei mercato internazionali, Sandro Puglisi: “La scorsa settimana gli Stati Uniti hanno emesso chiarimenti rassicurando banche, spedizionieri e compagnie assicurative che le transazioni con le esportazioni russe di cibo e fertilizzanti non violerebbero le sanzioni di Washington a Mosca”. Come per la Ue, anche per gli Stati Uniti le sanzioni contro la Russia valgono fino a un certo punto. Se la Russia rischia di mettere in difficoltà gli USA sui fertilizzanti, le sanzioni americane contro la Russia non valgono più! Incuriositi da questa storia dei fertilizzanti, abbiamo chiesto ‘lumi’ al dottore Puglisi, che ci ha fornito una serie di dati. Eccoli. Nel 2020, gli Stati Uniti sono diventati il 5° esportatore di fertilizzanti al mondo. Nello stesso anno, i fertilizzanti sono stati il 48° prodotto più esportato negli Stati Uniti. La destinazione principale delle esportazioni di fertilizzanti dagli Stati Uniti sono Canada ($1,08 miliardi), Brasile ($700 milioni), Messico ($229 milioni), Cina ($206 milioni) e Argentina ($193 milioni). I mercati di esportazione in più rapida crescita per i fertilizzanti degli Stati Uniti tra il 2019 e il 2020 sono stati Colombia ($ 31,8 milioni), Uruguay ($ 20,5 milioni) e Australia ($ 19,7 milioni).

Alla fine che è che sta pagando il conto della guerra in Ucraina? Il popolo ucraino in primo luogo e, in seconda battuta, l’Unione europea, che adesso deve rigare dritto, sennò la Russia gli toglie il gas e lascia gli ‘europeisti’ – tedeschi in testa – con il culo a terra…

Ci sono anche le importazioni di fertilizzanti. Nel 2020, gli Stati Uniti hanno importato 5,34 miliardi di dollari in fertilizzanti, diventando cosi il terzo importatore di fertilizzanti al mondo. Nello stesso anno, i fertilizzanti sono stati il 46° prodotto più importato negli Stati Uniti. Gli Stati Uniti importano fertilizzanti principalmente da Canada ($2,77 miliardi), Russia ($442 milioni), Qatar ($266 milioni), Marocco ($258 milioni) e Arabia Saudita ($211 milioni). Nell’Aprile 2022 le esportazioni di fertilizzanti degli Stati Uniti hanno raggiunto $ 686 milioni e le importazioni hanno raggiunto $ 1,36 miliardi, risultando in un saldo commerciale negativo di $ 676 milioni. Tra Aprile 2021 e Aprile 2022 le esportazioni di fertilizzanti degli Stati Uniti sono aumentate di $ 345 milioni (101%) da $ 341 milioni a $ 686 milioni, mentre le importazioni sono aumentate di $ 344 milioni (33,8%) da $ 1,02 miliardi a $ 1,36 miliardi. Di fatto, in materia di fertilizzanti, la bilancia commerciale degli Stati Uniti va diventando, anno dopo anno, sempre più negativa. Ciò dovuto soprattutto alle esportazioni! Ma in economia ci sono regole, come dire?, un po’ complicate. Se si considera il reale fabbisogno, anche farne a meno! Tuttavia, come succede in Europa nel settore del grano, anche gli americani sono obbligati ad importare fertilizzanti, perché diversamente molte aziende che esportano potrebbero chiudere! Se ne deduce che il prezzo della guerra in Ucraina lo stanno pagando, in primo luogo, i cittadini ucraini e anche l’Unione europea che, di fatto, si è ‘rimangiata’ buona parte delle sanzioni contro la Russia e deve rigare dritto per non perdere il gas russo…

Foto tratta da UrbanPost

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