di Angioletta Massimino
Gli anni passano ma i problemi restano, anzi peggiorano. Ad oggi i dipendenti ODA sono senza stipendio dal mese di Maggio incluso. Scuse continue da parte della Fondazione ODA, sigla che sta per Opera Diocesana di Assistenza rimandano, in massima parte, le colpe all’ASP di Catania, la quale paga i servizi in convenzione con i soldi della Regione siciliana. Scuse che sfiorano il ridicolo: l’addetto alle delibere è andato in pensione; il nuovo addetto si è licenziato dopo tre giorni; il sistema informatico dell’ASP è guasto; oppure… abbiamo dovuto rifare le fatture, perché abbiamo sbagliato un codice. Ridiamo per non piangere, perché la situazione si è fatta davvero drammatica. Alcuni dipendenti sono finiti in mano agli usurai, perché non possono più chiedere prestiti alle finanziarie, in quanto appena si dice di essere dipendente ODA si è liquidati immediatamente.
L’ODA incassa oltre 20 milioni l’anno e ci si chiede come vengano utilizzati questi soldi! Chi ha l’accesso ai libri contabili? Il Commissario straordinario, Adolfo Landi, nominato dall’ex Vescovo Gristina, l’anno scorso di questi tempi fece l’assemblea plenaria, in presenza e da remoto, per comunicare che il debito ormai era quasi sanato! Cosa è accaduto, dunque? Non avendo dati e certezze, le voci si rincorrono e sarebbe interessante sapere se siano vere. Certo, in clima di austerity è strano che l’ODA paghi fior di consulenze a dipendenti in pensione, o che abbia un parco di amministrativi che nemmeno la Fiat aveva ai tempi d’oro, addirittura in numero superiore agli standard contrattuali ODA! E ancor più strano è che nessuna testata giornalistica si interessi a un’azienda che gestisce denaro pubblico e conta 450 lavoratori spesso in difficoltà a causa del mancato pagamento degli stipendi.
Attualmente l’ODA è fortemente impegnata nel tentativo di cambiare contratto unilateralmente ai dipendenti, contratto che sarà ovviamente peggiorativo, senza aver fatto un’assemblea dei lavoratori nella quale avrebbe dovuto comunicare ai dipendenti le variazioni del contratto. Tutto ciò nel silenzio-assenso di quasi tutti i sindacati. Questi ultimi, pertanto, registrano continue cancellazioni, dato che non hanno avuto la volontà, o la forza, di opporsi a questo andazzo degli eventi. Ai lavoratori è negato il giusto compenso ed è stata tolta loro anche la dignità, dovendo andare a elemosinare prestiti a parenti e amici. È arrivata l’ora di finirla, si chiuda il sipario su questa tragedia una volta per tutte e si accendino i riflettori della Giustizia!