L’Unione europea ieri ha provveduto a modificare le sue sanzioni verso la Russia. La decisione è maturata in concomitanza con la riapertura, prevista per oggi, del gasdotto Nord Stream 1 chiuso dieci giorni fa da Mosca per lavori di manutenzione. Almeno questa è la tesi ufficiale. E’ il gasdotto che trasporta il gas russo in Europa. Con la modifica delle sanzioni si consente lo sblocco di alcuni fondi delle principali banche russe che potrebbero essere necessari per allentare le strozzature nel commercio globale di alimenti e fertilizzanti. La notizia la apprendiamo dall’analista dei mercati internazionali, Sandro Puglisi, che cita la bozza di un documento. Come sottolinea Puglisi, l’iniziativa è stata intrapresa dopo le critiche di alcuni leader africani che lamentano l’impatto negativo delle sanzioni contro la Russia sul commercio internazionale. In base al regolamento modificato, che dovrebbe essere adottato a partire da oggi, i Paesi dell’Unione europea potranno sbloccare le risorse economiche precedentemente bloccate di proprietà dei principali istituti di credito russi VTB (VTBR.MM), Sovcombank, Novikombank, Otkritie FC Bank, VEB, Promsvyazbank e Bank Rossiya. In base alle nuove sanzioni, anche Sberbank, la più grande banca russa, sarà soggetta al congelamento dei suoi beni, ad eccezione delle risorse necessarie per il commercio di beni alimentari. Stando a quanto previsto dalla bozza del documento, il denaro potrebbe essere svincolato “dopo aver stabilito che tali fondi o risorse economiche sono necessari per l’acquisto, l’importazione o il trasporto di prodotti agricoli e alimentari, inclusi grano e fertilizzanti”. Con le sanzioni così riviste, l’Unione europea prevede anche di facilitare le esportazioni di cibo dai porti russi, che i commercianti avevano abbandonato dopo le sanzioni adottare dall’Unione europea contro la Russia, nonostante il fatto che le indicazioni prevedevano di esentare esplicitamente le esportazioni di cibo.
C’è chi lega l’alleggerimento delle sanzioni della Ue alla Russia alle forniture di gas russo all’Europa. In realtà, lo scenario è un po’ più complesso. Il presidente della Russia, Putin, ha affermato che Gazprom riavvierà le forniture di gas all’Europa tramite il gasdotto Nord Stream 1 nei tempi previsti ovvero entro oggi, Giovedì 21 Luglio. Tuttavia, a quanto si dice, le forniture potrebbero essere drasticamente ridotte. Come già accennato, ufficialmente, il gasdotto che alimenta l’Europa con il gas russo è stato chiuso dieci giorni fa per manutenzione. Ma c’è il dubbio che la Russia stia manipolando i flussi di gas come strumento politico per rappresaglia al sostegno dell’Unione europea all’Ucraina. Anche perché la guerra in Ucraina è tutt’altro che finita, con la Russia che continua a sganciare bombe e gli Stati Uniti che annunciano altri aiuti all’Ucraina. Insomma, non è da escludere che nonostante l’allentamento delle sanzioni contro la Russia, l’Europa torni a fornire armi all’Ucraina: cosa questa che, ovviamente, non va giù alla Russia. Abbiamo chiesto ‘lumi’ a Puglisi su quanto potrebbe succedere nelle prossime ore e nei prossimi giorni in materia di forniture di gas russo all’Europa. Secondo l’analista dei mercati internazionali, “da un punto di vista puramente economico non ha senso che la Russia riduca le forniture di gas all’Europa. Ma se lo facesse – aggiunge – sarebbe un grave jolly negativo che colpirebbe l’economia globale”. Il gas, a questo punto, diventerebbe un’arma molto potente al pari del grano o forse più del grano! E’ in questo scenario che la letta la dichiarazione di ieri della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen: “La Russia sta usando il gas come arma. Per la prima volta dobbiamo affrontare la nostra sicurezza energetica a livello dell’Ue. Abbiamo imparato dalla pandemia che se agiamo in unità, possiamo affrontare qualsiasi crisi. Quindi agiamo insieme per ridurre l’uso del gas e fornire una rete di sicurezza per tutti i paesi dell’UE. I Paesi dell’UE dovrebbero fare del loro meglio ora per risparmiare il 15% del consumo annuo di gas. Stiamo fornendo indicazioni per farlo, in modo intelligente. Alcuni Stati membri sono più vulnerabili alle perturbazioni. Ma tutti subirebbero le conseguenze di una tale perturbazione attraverso il mercato unico. Questo è il motivo per cui tutti devono essere pronti a condividere il gas con gli Stati membri che ne hanno bisogno. Più velocemente agiamo, più risparmiamo, più siamo sicuri”. Insomma, l’allentamento delle sanzioni europee alla Russia c’è, dettate anche dall’esigenza di non lasciare l’Africa senza il grano russo. Ma fino a quando ci sarà la guerra in Ucraina ci saranno problemi.
Foto tratta da Anadolu Agency
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