Il capo del Governo italiano Mario Draghi, ieri, non ha soltanto certificato le proprie dimissioni, ma ha fatto anche un grande regalo al centrodestra: lo ha riunificato. Draghi non si è limitato ad attaccare il Movimento 5 Stelle – e questo era nelle attese – ma ha anche criticato furiosamente la Lega. Dopo il discorso di chiusura del presidente del Consiglio, il leader della Lega, Matteo Salvini, mai e poi mai avrebbe dato la fiducia a Draghi (che, evidentemente, ha cercato lo scontro anche con la Lega per potere ‘scappare’ da Palazzo Chigi: cosa che noi scriviamo da giorni). La mossa del capo del Governo – ormai uscente – ha messo con le spalle al muro Forza Italia, che si è accodata a Fratelli d’Italia (che non ha mai appoggiato l’attuale Governo) e alla Lega. Il risultato finale, come già accennato, è che Draghi ha riunificato il centrodestra che ora, unito, chiede le elezioni. E’ chiaro che ormai si voterà per eleggere il nuovo Parlamento italiano tra la fine di Settembre e i primi di Ottobre. E’ interessante capire cosa succederà in Sicilia con la novità delle elezioni politiche nazionali che anticiperanno di un mese e mezzo circa le elezioni regionali che dovranno eleggere il nuovo presidente della Regione siciliana e il nuovo Parlamento dell’Isola. va da sé che con l’anticipo delle elezioni politiche nazionali cambia tutto anche in Sicilia. Con il centrodestra dell’Isola che, piaccia o no ai leader siciliani, si dovrà giocoforza unificare allo scenario romano. In parole più semplici, il tentativo di Gianfranco Miccichè, coordinatore di mezza Forza Italia in Sicilia e presidente dell’Assemblea regionale siciliana, di dividere il centrodestra è diventato difficile assai, se non impossibile.
Alla luce di quello che sta succedendo in queste ore si capisce il senso di un post su Facebook di qualche giorno fa di Ignazio la Russa, uomo forte di Giorgia Meloni in Sicilia: “Dopo che il sondaggio della Ghisleri (la più vicina a Berlusconi e quindi al di sopra di ogni sospetto) dà al presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, dieci punti di vantaggio sulla Chinnici (Caterina Chinnici, probabile candidata alla presidenza della Regione siciliana del centrosinistra ndr), candidata di centrosinistra (mentre dà perdente Miccichè e altri), Gianfranco Miccichè commenta il sondaggio ribadendo, con insulti vari e irripetibili, ‘Nello non lo vogliamo’. Non stupisce la sua irritata (o disperata?) reazione, semmai di nuovo c’è che Gianfranco usi il plurale maiestatis per esprimere una opinione tutta e solo sua”. Sembra che La Russa, già qualche giorno fa, immaginava come sarebbe finita al Senato con il Governo Draghi. Oggi, con il centrodestra unito a Roma, la strada, per Miccichè, diventa accidentata. Miccichè contava di spaccare il centrodestra siciliano portandosi dietro gli Autonomisti di Raffaele Lombardo e la Lega. Magari per tentare l’inciucio con il PD, sostenendo Caterina Chinnici. Ma se con il Governo Draghi in piedi la Lega siciliana avrebbe avuto difficoltà a seguire Miccichè e Lombardo nell’inciucio con il PD, oggi, con la fine del Governo Draghi e il centrodestra unito a Roma, la Lega di Salvini non ha più motivo per non appoggiare la ricandidatura di Nello Musumeci alla guida della Sicilia. E’ una questione di pura logica politica. Insomma, oggi più che mai il no alla ricandidatura di Musumeci nel centrodestra, come anticipato da la Russa, è “una opinione tutta e solo sua”, cioè di Miccichè. Anche lo storico alleato di Miccichè, Lombardo, è troppo ‘navigato’ per non intuire che lo spazio per un inciucio con il PD è perdente. Al massimo dovranno inventarsi qualche altra cosa con Cateno De Luca, il vulcanico candidato alla presidenza della Regione: ma non è una cosa facile, perché De Luca intanto non si ritirerà mai (e quindi dovrebbero essere il PD, Miccichè e Lombardo ad appoggiarlo) e poi perché De Luca presidente non darebbe ‘spazio’ ad alcuno.
Dalle parti del centrodestra arriva un appello in stile democristiano del leader della Nuova DC, Totò Cuffaro: “Impegniamoci tutti per una candidatura unitaria – dice Cuffaro -. Troppe tensioni stagnano nella coalizione di centrodestra e non sono utili al raggiungimento di un positivo risultato finale. Proviamo a ripartire da un sano metodo Democristiano: riflettiamo, ragioniamo, mediamo e impegniamoci nel trovare le ragioni per lo stare insieme nel modo migliore che è anche il modo per vincere. Senza veti e senza fughe in avanti ma con lo spirito di chi ha a cuore l’interesse della Sicilia, dei siciliani e della buona politica. Davanti ad una sinistra che ha scelto il democratico metodo delle primarie per individuare il proprio candidato abbiamo il dovere di ritrovarci in una candidatura unitaria. Davanti a un nuovo Populismo scomposto e di masaniellana memoria, abbiamo il dovere di un comportamento istituzionale democratico e corretto. La nostra Sicilia è una terra straordinaria e bella, ma difficile e martoriata e proprio per questo merita ancor di più di essere amata e servita con spirito di sacrificio, col lavoro e senza strumentalizzazione”.
Suscita una certa curiosità la conferenza stampa che i vertici di ItalExit, con il suo leader, Gianluigi Paragone, terranno domani a Palermo, alle 15,30, presso l’Astoria Palace Hotel di via Montepellegrino. Paragone presenterà il candidato alla presidenza della Regione siciliana. sarà un nome di “altissimo spessore”. Su chi sarà il candidato, bocche cucite. “Il nostro candidato – si legge in un comunicato – incarna perfettamente l’animo ribelle e concreto di un partito che si è distinto per la ferma opposizione all’operato del governo Draghi e dei partiti che ne fanno parte. ItalExit è nato per dare voce a tanti elettori delusi dalla istituzioni e rimasti senza rappresentanza dopo il tradimento di Lega e 5Stelle. In occasione delle elezioni regionali la squadra di ItalExit si batterà per il bene di tutti i siciliani, per costruire un nuovo modello di società che abbia al centro le necessità dei cittadini e non gli interessi delle multinazionali. Alla conferenza stampa saranno presenti il Segretario Nazionale del partito Gianluigi Paragone, il senatore Mario Michele Giarrusso e, in rappresentanza della direzione nazionale ItalExit, gli Avvocati Giuseppe Sottile e Luigi Savoca (che è il coordinatore del partito in Sicilia ndr),la dottoressa Vittoria Di Bella e il responsabile organizzativo regionale Santo Musumeci”.