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Fallito l’isolamento della Russia che vende petrolio, olio combustibile, gas e grano in tutto il mondo/ MATTINALE 703

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  • Cina, India e diverse nazioni africane e mediorientali hanno aumentato le importazioni di prodotti dalla Russia. La sensazione è che l’Occidente industrializzato, che avrebbe dovuto ‘isolare’ la Russia, si stia isolando dal resto del mondo tra inflazione e recessione
  • Quanto sta succedendo oggi nel mondo dà la misura di quanto sia complicato, per l’area del dollaro, lo scontro con la Cina
  • Fino ad oggi Cina e Russia hanno cercato di salvare l’Unione europea. Ma che senso avrebbe, oggi, per la Russia, continuare a dare gas russo a un’Europa che manda armi in Ucraina, armi con le quali i soldati ucraini uccidono soldati russi?  
  • La guerra in Ucraina non ha fermato le esportazioni di grano russo in Iran, Libia, Egitto, Arabia Saudita, Algeria. E meno male, perché senza il grano russo ci sono Paesi dove si rischierebbe la fame

Cina, India e diverse nazioni africane e mediorientali hanno aumentato le importazioni di prodotti dalla Russia. La sensazione è che l’Occidente industrializzato, che avrebbe dovuto ‘isolare’ la Russia, si stia isolando dal resto del mondo tra inflazione e recessione

A che punto è la sfida del cosiddetto Occidente industrializzato alla Russia? E le sanzioni contro il Paese di Putin che effetti stanno producendo? Quanti Paesi al mondo stanno ‘isolando’ la Russia? Nel report dello scorso fine settimana di Sandro Puglisi, analista dei mercati internazionali, ci sono alcuni passaggi che fanno riflettere: “L’Arabia Saudita, il più grande esportatore mondiale di petrolio – scrive Puglisi – ha più che raddoppiato la quantità di olio combustibile russo importato nel secondo trimestre per alimentare le centrali elettriche per soddisfare la domanda di refrigerazione estiva e liberare il greggio del regno per l’esportazione”. Insomma, l’Arabia Saudita non sta facendo a gare per mettere in difficoltà la Russia: anzi! “I dati ottenuti dal monitoraggio delle navi, infatti – scrive sempre l’analista dei mercato mondiali – hanno mostrato che l’Arabia Saudita ha importato 647.000 tonnellate (48.000 barili al giorno) di olio combustibile dalla Russia attraverso i porti russi ed estoni nell’Aprile-Giugno di quest’anno. Rispetto alle 320.000 tonnellate dello stesso periodo di un anno fa”. In pratica, l’Arabia Saudita ha raddoppiato le importazioni di olio combustibile dalla Russia. “Per l’intero anno 2021 – leggiamo sempre nel report – l’Arabia Saudita ha importato 1,05 milioni di tonnellate di olio combustibile russo. L’aumento delle vendite di olio combustibile, utilizzato nella produzione di energia, all’Arabia Saudita mostra la ‘sfida’ che Biden deve affrontare mentre la sua amministrazione cerca di isolare la Russia e tagliare i suoi ricavi dalle esportazioni di energia. Mentre molti Paesi hanno vietato o scoraggiato gli acquisti dalla Russia, Cina, India e diverse nazioni africane e mediorientali hanno aumentato le importazioni”.

Quanto sta succedendo oggi nel mondo dà la misura di quanto sia complicato, per l’area del dollaro, lo scontro con la Cina

Dalla lettura di queste considerazioni emerge ciò che noi osserviamo da tempo: e cioè che a seguire la guerra in Ucraina sono solo i Paesi dell’Occidente, mentre tanti altri Paesi del mondo o ignorano questo conflitto o sono direttamente schierati con la Russia e, quindi, con la Cina. Questo dà la misura di quanto sia complicato, oggi, per l’area del dollaro, lo scontro con la Cina. Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, leggendo e seguendo i mezzi di informazione occidentale, si ha la sensazione che la Russia sia isolata. Ma se lo sguardo si allarga a tutto il mondo, la sensazione è che ad essere isolato sia l’Occidente. Nei primi mesi della guerra c’è stato uno sforzo martellante dei media occidentali nel dipingere un Putin in grande difficoltà, che addirittura bisognava aiutare per farlo uscire senza infamia dal conflitto in cui si era cacciato. Man mano che passavano le settimane si scopriva che la Russia accusava sì i colpi del conflitto, ma che non era affatto indebolita, si scopriva che il rublo si apprezzava, mentre quella crisi economica che avrebbe dovuto piegare la Russia sta invece massacrando l’Occidente industrializzato. Negli Stati Uniti d’America, nonostante l’aumento dei tessi d’interesse disposi dalla FED (la Banca Centrale americana), l’inflazione ‘viaggia’ sopra il 9%, percentuale che non si vedeva da 40 anni! Con la FED che deve intervenire di nuovo con un aumento dei tassi d’interesse che si annuncia pesantissimo. Cosa, questa, che provocherà recessione e, forse, anche depressione.

Fino ad oggi Cina e Russia hanno cercato di salvare l’Unione europea. Ma che senso avrebbe, oggi, per la Russia, continuare a dare gas russo a un’Europa che manda armi in Ucraina, armi con le quali i soldati ucraini uccidono soldati russi?  

Non va meglio in Europa. D’accordo con Cina e Russia fino allo scorso Gennaio (il noto pagamento in euro di una mega-fornitura di gas russo alla Cina), l’Unione europea si ritrova oggi ‘prigioniera’ della NATO. Così la Ue si è schierata contro la Russia e con l’Ucraina. Risultato: l’opinione pubblica russa è contro un’Europa che pure ha tanti legami culturali con la Russia; e c’è anche la possibilità che il 21 Luglio, quando finiranno i lavori di ‘ordinaria amministrazione’ lungo il gasdotto Nord Stream (il gasdotto che, attraverso il Mar Baltico, trasporta direttamente il gas proveniente dalla Russia in Europa occidentale), la Russia di Putin decida di tagliare il gas all’Unione europea, bloccando il 40-50% dell’economia del Vecchio Continente. Di fatto fino ad oggi Cina e Russia hanno in tutti i modi cercato di aiutare un’Unione europea priva di ‘spina dorsale’, un’Unione europea che avrebbe dovuto dire alla NATO: “Signori, noi europei siamo legati alla Russia da secolari rapporti culturali ed economici e non possiamo dichiararci nemici della Russia. Anche perché senza il gas russo la nostra economia va a carte quarantotto!”. Invece niente da fare: accodati alla NATO come cagnolini, i leader dell’Unione europea sbraitano e mandano armi in Ucraina, armi con le quali i soldati ucraini uccidono soldati russi! Ci sono responsabilità gravissime che investono una fallimentare Commissione europea, un sempre più inutile Parlamento europeo e i capi dei Governi dei Paesi europei, a cominciare dal capo del Governo italiano, Mario Draghi, già al vertice della BCE, che oggi cerca di ‘scappare’. Da qui una domanda: per quale motivo la Russia di Putin, il 21 Luglio, dovrebbe tornare a fornire il gas all’Unione europea? Per consentire alla Ue cagnolino della NATO di continuare a inviare armi all’Ucraina con le quali i soldati ucraini uccidono i soldati russi?

La guerra in Ucraina non ha fermato le esportazioni di grano russo in Iran, Libia, Egitto, Arabia Saudita, Algeria. E meno male, perché senza il grano russo ci sono Paesi dove si rischierebbe la fame

La questione del grano, infine. Quante bigie, quante stupidaggini sono state messe in giro dall’Occidente per colpire la Russia anche in questo settore? Prima la storia dei soldati russi che rubavano grano all’Ucraina. C’è un ‘piccolo’ problema: la Russia è il primo produttore di grano al mondo: che bisogno ha di rubare il grano all’Ucraina? Poi hanno detto che la Russia impediva alle navi ucraine di esportare il proprio grano. Fino a quando si è scoperto che sono stati i militari ucraini a riempire di mine i porti dell’Ucraina in chiave anti-russa. Certo, le navi russe non si possono avvicinare nei porti ucraini, sennò salterebbero in aria. Ma anche le navi ucraine cariche di grano non possono uscire dai porti. E così gli ucraini hanno eliminato la possibilità di esportare grano con le navi. E che dire della nave russa carica di grano bloccata in Turchia? Era grano rubato all’Ucraina, recitava la propaganda occidentale. Poi la nave è stata rilasciata. Oggi nel report di Puglisi leggiamo che la Russia “continua ad esportare grano in Paesi non NATO. Quasi 735 K di grano sono stati spediti dai suoi porti d’altura nella settimana terminata il 13 Luglio in Iran, Libia, Egitto, Arabia Saudita, Algeria”. E si parla anche di esportazione di grano russo in Turchia e in Italia. E meno male: perché senza il grano russo ci sono Paesi del mondo dove si morirebbe di fame.

Foto tratta da Sky Tg24

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