- Il vero problema – che poi è il motivo per il quale Draghi si vuole dimettere – è l’ormai imminente crollo dell’Europa dell’euro
- Nel pieno della guerra tra area del dollaro e Cina la Ue ha commesso un errore gravissimo
- Putin, fino ad oggi, ha cercato di salvare l’Unione europea probabilmente in accordo con la Cina di Xi Jinping. Ma oggi…
- A Cina e Russia farebbe comodo tenere ancora in piedi l’Europa dell’euro, da utilizzare in chiave anti-dollaro. Ma è proprio per questo che gli Stati Uniti non vogliono più l’euro. Il terrore dei partiti-Aziende italiani, dei mega-pensionati, dei titolari di lauti vitalizi e di chi fino ad oggi ha goduto di rendite di posizione
Il vero problema – che poi è il motivo per il quale Draghi si vuole dimettere – è l’ormai imminente crollo dell’Europa dell’euro
Mario Draghi per restare alla guida del Governo di quel poco che resta dell’Italia chiede il sostegno del Movimento 5 Stelle. In parole semplici, chiede che Giuseppe Conte perda la faccia e torni sui suoi passi. Per carità, in politica tutto è possibile, anche che il leader dei grillini perda la faccia e torni ad appoggiare il fallimentare Governo Draghi. La tesi più verisimile è che l’attuale Presidente del Consiglio non veda l’ora di scappare non solo da Palazzo Chigi, ma anche dall’Italia. Perché il vero problema della crisi politica del Governo Draghi non è Conte e nemmeno lo stesso Draghi: il vero problema è l’ormai imminente crollo dell’Unione europea. Parlare della crisi politica italiana senza lo sfondo di un’Europa in caduta libera è uno sterile esercizio di stile. Draghi sa benissimo quello che succederà da qui ai prossimi sei mesi (e forse anche prima). Perché Draghi, in quanto ex numero uno della BCE (Banca Centrale Europea) non può non sapere dello ‘scivolone’ dell’Unione europea sulla mega-fornitura di gas russo alla Cina pagata in euro, decisione adottata tra Dicembre dello scorso anno e il Gennaio di quest’anno. Con una scelta folle gli ‘eurocrati’ pensavano di aver sistemato l’euro per i prossimi vent’anni a spese dell’area del dollaro. Mossa che ha mandato su tutte le furie gli statunitensi, che tutto pensavano, tranne che la Ue si mettesse d’accorso con la Cina. Leggerezza? Superficialità? Dilettantismo della Commissione europea? Veramente Draghi non sapeva nulla di questa storia?
Nel pieno della guerra tra area del dollaro e Cina la Ue ha commesso un errore gravissimo
Fatto sta che la guerra in Ucraina – voluta dagli americani – è esplosa un mese e mezzo dopo l’accordo sul pagamento del gas russo alla Cina in euro. Casualità? Un dato è certo: è in corso, già da tempo, uno scontro tra area del dollaro e i suoi alleati da una parte e Cina e i suoi alleati dall’altra parte. Per capire come si articolano gli schieramenti basta quali Paesi del mondo si sono schierati con l’Ucraina (leggere con Stati Uniti d’America) e contro la Russia (e quindi contro la Cina, ormai da tempo grande alleata della Russia). Ebbene, dando un’occhiata allo scenario internazionale, ci si accorge che solo l’Occidente cosiddetto industrializzato è schierato con Stati Uniti d’America e Ucraina, mentre tutti gli altri Paesi del mondo o sono schierati con la Cina, o si limitano a ignorare la guerra in Ucraina (che, di fatto, è come non essere schierati con gli USA). In questo scenario di guerra monetaria, economica e commerciale tra America e Cina cos’ha fatto tra Dicembre e Gennaio la Ue? Va a ‘chiudere’ l’operazione con Cina e Russia a ‘scavalco’ dell’area del dollaro! Certo che ce ne vuole di intelligenza politica!
Putin, fino ad oggi, ha cercato di salvare l’Unione europea probabilmente in accordo con la Cina di Xi Jinping. Ma oggi…
Si è trattato – da parte europea – di una scelta pensata? No, altrimenti la Ue non avrebbe reagito come ha reagito dopo l’esplosione della guerra in Ucraina, schierandosi a ‘pancia a terra’ con gli Stati Uniti e l’Ucraina, approvando sanzioni e inviando armi contro un Paese – la Russia – con il quale, appena qualche mese prima, aveva trattato per il pagamento in euro della mega-fornitura di gas alla Cina. Questo spiega perché Putin, fino ad oggi, nonostante le sanzioni e le armi europee inviate in Ucraina, ha cercato di salvare l’Unione europea non tagliando il gas. Il problema è che le armi europee vengono utilizzate dai soldati ucraini per uccidere soldati russi: e questo l’opinione pubblica russa non è risposta più a tollerarlo. Tutto, oggi, dipende da Putin. L’11 Luglio è stato chiuso il gasdotto Nord Stream che porta il gas russo in Europa. Chiuso ufficialmente per manutenzione. Dovrebbe riaprire il 21 Luglio. Se il 21 Luglio il gasdotto riaprirà e la Russia tornerà a fornire gas all’Unione europea, ciò significherà che Putin e il leader della Cina, Xi Jinping, sono riusciti a ‘domare’ i falchi che in Russia vogliono l’interruzione della fornitura di gas all’Europa. Se il gasdotto non riaprirà, ebbene, significherà che Putin e Xi Jinping hanno dovuto cedere a chi oggi vuole la rottura totale tra Unione europea da una parte e Cina e Russia dall’altra parte.
A Cina e Russia farebbe comodo tenere ancora in piedi l’Europa dell’euro, da utilizzare in chiave anti-dollaro. Ma è proprio per questo che gli Stati Uniti non vogliono più l’euro. Il terrore dei partiti-Aziende italiani, dei mega-pensionati, dei titolari di lauti vitalizi e di chi fino ad oggi ha goduto di rendite di posizione
Ribadiamo: fino ad oggi russi e cinesi non hanno avuto interesse a rompere con la Ue. Per almeno due ragioni. In primo luogo perché appena sette mesi fa Cina, Russia e Ue filavano d’amore e d’accordo (altrimenti per quale motivo la Cina avrebbe dovuto pagare in euro una mega fornitura di gas russo?). In secondo luogo perché – e questo è il motivo più importante – nello scontro con l’area del dollaro Cina e Russia hanno tutto l’interesse a tenere in vita l’area euro, perché è pur sempre un ‘cuscinetto’ non-dollaro che può essere utilizzato contro la stessa area del dollaro. Ma è proprio perché Cina e Russia vogliono tenere in piedi l’euro che gli Stati Uniti d’America vogliono, al contrario, la fine dell’euro: e alla fine l’otterranno, perché in Europa, dall’armistizio di Cassibile in poi, piaccia o no, comandano le armi americane. E’ in questo scenario che si inserisce la crisi del Governo Draghi. Conte è al corrente di quanto sta per succedere? Ovviamente sì e, facendo rientrare Alessandro Di Battista, sin dall’inizio contro il Governo Draghi, conta di stabilizzare il Movimento 5 Stelle sul 15-16%. Quello di Conte è un partito ‘leggero’, fondato solo sul voto d’opinione. I vertici dei partiti politici nazionali che hanno radici nell’economia italiana – PD, Lega, Forza Italia – in questo momento invece tremano. Perché sanno che la fine dell’euro provocherà un terremoto monetario, economico, finanziario e sociale. Alcuni Paesi europei – Germania, Olanda, Francia – dovrebbero tornare alle divise precedenti l’euro. In altri Paesi – soprattutto tra quelli indebitati nel sistema euro – si scatenerà il caos. E tra i Paesi dove si scatenerà il caos c’è l’Italia. Chi trema, in questo momento, non sono soltanto i partiti-Aziende, ma anche i mega-pensionati, gli ex parlamentari titolari di lauti vitalizi e, in generale, chi fino ad oggi in Italia ha goduto di comode rendite di posizione che, bene o male, la Ue-germano-centrica è riuscita a garantire. Ma con la fine dell’euro il ‘casino’ sarà totale.
Foto tratta da Topky.sk
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