USA e Canada millantano grandi produzioni di grano duro? Ci sembra improbabile. I ribassisti sono in Italia!/ MATTINALE 700

15 luglio 2022
  • Inutile cercare alibi. Chi in questo momento lavora per far precipitare il prezzo del grano duro di Sud e Sicilia si trova in Italia. Il problema non è l’informazione
  • Ci sembra assai improbabile che Stati Uniti d’America e Canada diffondano nel mondo dati sbagliati sull’andamento delle produzioni di grano duro
  • Qualche speculazione oltre Oceano c’è stata, per esempio sui derivati… 
  • La verità è che i commercianti locali – che hanno le ‘antenne’ – hanno capito l’antifona e stanno facendo di tutto per deprimere il prezzo del grano duro di Sud e Sicilia. Validissima la proposta di Franco Calderone di Futuro Meridiano 

Inutile cercare alibi. Chi in questo momento lavora per far precipitare il prezzo del grano duro di Sud e Sicilia si trova in Italia. Il problema non è l’informazione

Ci si interroga, in queste ore, sulla caduta del prezzo del grano. Che si tratti, in parte, di una speculazione al ribasso lo abbiamo scritto nel nostro MATTINALE di ieri. E’ evidente che sia in corso il solito tentativo di scippare per quattro soldi il grano duro agli agricoltori di Sud Italia e Sicilia. Ci ha colpiti un articolo pubblicato dall’agenzia di stampa AGRICOLA.EU dal titolo: “Copagri: grano duro, si aggrava speculazione a danno di agricoltori, già gravati da siccità e costi record”. A parlare è Franco Verrascina, presidente del Copagri, la Confederazione dei produttori agricoli: “In una fase estremamente complessa e delicata quale quella attuale, caratterizzata dagli incrementi record dei costi di produzione, con particolare riferimento ai prezzi dei carburanti e dell’energia, e nella quale la cerealicoltura nazionale sta pagando lo scotto delle ripercussioni delle tensioni in atto sul versante comunitario orientale, appare del tutto deprecabile diffondere notizie allarmiste sulle disponibilità mondiali di grano, che hanno il solo risultato di sconvolgere le quotazioni ed erodere ulteriormente le pochissime certezze dei produttori agricoli”. E ancora: “Vale la pena di ricordare che ci troviamo in un momento particolare, caratterizzato da un’ondata di siccità che non ha precedenti negli ultimi anni, e nel quale, in ragione delle tensioni in atto sul versante geopolitico, è stato chiesto agli agricoltori di intensificare gli sforzi per aumentare la produzione; fenomeni speculativi di questo tipo, al contrario, rischiano di alimentare pericolose spirali recessive, oltre a incrementare le importazioni di grano duro e quindi la dipendenza dell’estero, già considerevole dal momento che l’Italia produce circa la metà del grano duro necessario alla produzione di pasta”.

Ci sembra assai improbabile che Stati Uniti d’America e Canada diffondano nel mondo dati sbagliati sull’andamento delle produzioni di grano duro

Che sia in atto – in Italia – una speculazione ribassista sul grano duro, come abbiamo scritto ieri, non ci sono dubbi. Ma che non si debba commentare l’andamento del mercato internazionale del grano, monitorando contestualmente l’andamento del clima, ebbene, questo ci sembra eccessivo. L’informazione rimane fondamentale. Per esempio, va detto che la siccità dello scorso anno in Canada e negli Stati Uniti è stata molto più devastante della siccità di quest’anno. Almeno fino a questo momento è così. Poi, magari, tra un mese il caldo si ‘mangerà’ tutta la produzione di grano canadese che ancora deve essere raccolta. Ma fino a questo momento non è così. Americani e canadesi potrebbero mentire sulla reale situazione? Certo, tutto è possibile. Va detto, però, che il comparto agricolo negli Stati Uniti d’America e in Canada è molto sofisticato. I controlli sono serrati. E vengono effettuati da soggetti pubblici e privati. Prima delle semine le aziende agricole americane e canadesi – che in termini di superficie agricola sono molto estese – partecipano ad un sondaggio. Per gli USA il sondaggio è curato dall’USDA, il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti d’America; nel Canada il sondaggio viene effettuato da StatCan, l’Agenzia governativa federale che effettua studi statistici in questo Paese, anche a livello delle singole Province. Gli agricoltori hanno interesse a comunicare le loro intenzioni di semina. A semine effettuate i dati vengono pubblicati e comunicati al mondo intero.

Qualche speculazione oltre Oceano c’è stata, per esempio sui derivati… 

Dopo di che cominciano i report, che vengono effettuati ogni settimana. I report accompagnano le piante in tutte le fasi di crescita fino alla raccolta. Per la cronaca, le condizioni vengono monitorare con i satelliti. Quello che si dovrebbe fare in Italia – ad esempio – con le piante di olivo: cosa che consentirebbe di conoscere, in tempo reale, quanti alberi di olivo ci sono nelle Regioni del Centro Italia che sono le maggiori esportatrici di olio d’oliva extra vergine… Tornando al grano negli Stati Uniti e in Canada, va aggiunto che, a fianco alle agenzie pubbliche, che sono molto organizzate, ci sono le agenzie private che svolgono di mestiere l’attività di marketing strategico ed intelligence marketing. Questi soggetti privati, altamente qualificati, sono ben remunerati, nel senso che si fanno pagare tantissimi soldi perché guidano gli operatori nelle scelte di mercato! Ora che un sistema del genere menta sul clima e sull’andamento delle produzioni di grano e di altre colture a noi sembra improbabile. Ci possono essere, questo sì, altre forme di speculazione. Qualche settimana fa, ad esempio, è andata in scena una speculazione al ribasso sui derivati per cercare – così raccontavano le indiscrezioni – di ‘raffreddare’ l’inflazione che negli Stati Uniti d’America è ancora elevata. Ma è servito a poco, sia perché il tentativo è stato in parte intercettato dal ‘sistema’, sia perché l’inflazione negli USA ha chiuso a Giugno al 9,1% e adesso si attende un pesante intervento della FED (Banca Centrale degli Stati Uniti).

La verità è che i commercianti locali – che hanno le ‘antenne’ – hanno capito l’antifona e stanno facendo di tutto per deprimere il prezzo del grano duro di Sud e Sicilia. Validissima la proposta di Franco Calderone di Futuro Meridiano 

E allora? E allora invece di cercare ‘colpevoli’ tra chi informa sull’andamento dei mercati agricoli internazionali sarebbe più opportuno capire e colpire chi, in Italia, sta provando a speculare sul grano duro con la solita musica ribassista. Partendo da alcuni dati di fatto. Fino ad ora – ribadiamo: fino ad ora – soprattutto in Canada i danni da siccità alle colture di grano duro sono state di gran lunga inferiori ai danni registrati lo scorso anno. Ciò significa che non si può escludere che siano stati effettuati acquisti in pre-raccolta di grano duro canadese (se è per questo, anche di grano tenero canadese: ma questo è un altro tema) da parte delle industrie che producono pasta. Negli anni è sempre stato così e non si capisce, se c’è disponibilità di prodotto, perché non dovrebbe essere così anche quest’anno. I commercianti locali – che hanno le ‘antenne’ – hanno capito l’antifona e stanno facendo di tutto per deprimere il prezzo del grano duro di Sud e Sicilia. Anche perché sarebbe alquanto singolare produrre pasta italiana con solo grano estero! La situazione non è semplice. Anche perché chi nono venda oggi il proprio grano duro potrebbe ritrovarsi, tra alcuni mesi, con un prezzo del grano duro ancora più basso del prezzo attuale. Ma non è certo nascondendo la testa sotto la sabbia, come fanno gli struzzi, che si affrontano i problemi (risolverli è un po’ più difficile). Non escludiamo che, in Italia, ci possano essere soggetti convinti che le ‘famigerate’ navi cariche di grano estero, canadese in primo luogo, non arriveranno. Questo lo vedremo nei prossimi mesi. Noi rimaniamo convinti che, in questa fase, con i costi di produzione alle stelle, per evitare che gli agricoltori del Sud e della Sicilia non seminino più il grano duro servono aiuti concreti da parte dell’Unione europea, dello Stato e delle Regioni. E serve anche un cambio di prospettive: ogni Regione del Mezzogiorno dovrebbe aumentare la produzione di pasta con i grani locali per il mercato interno, anche con piccole cooperative, spiegando alle persone che pagare la pasta un po’ di più è un valore aggiunto per la salute, perché si evita di mangiare pasta industriale al glifosato. In più, come ha scritto il presidente di Futuro Meridiano, Franco Calderone, gli agricoltori delle Regioni del Sud e la Sicilia debbono organizzarsi per vendere il proprio grano duro ai Paesi del Nord Africa: Egitto, Algeria, Tunisia, Marocco e altri Paesi ancora, evitando sia i commercianti, sia la politica dei partiti nazionali buoni solo a svendere il Mezzogiorno d’Italia.

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