di Nota Diplomatica
Sembra solo ieri che l’energia nucleare era considerata un pericolo tremendo per l’ambiente. Anzi, in effetti era davvero solo ieri, o quasi. Da qualche giorno l’Ue fa sapere che l’atomo è, malgrado tutto il male che se ne diceva, ‘green’, una magnificenza. L’effetto è un po’ come venire a sapere – sempre a sorpresa – che mangiare gli hamburger fa bene alla salute. Oh, vi ricordate della ‘globalizzazione’? Di come fino a pochi mesi fa – cinque per la precisione – si diceva che la prosperità universale che creava avrebbe reso obsoleta la guerra? Cioè, almeno quelle guerre dove uno stato pirata invade un Paese vicino per rubargli le risorse…
È da decenni che viviamo la minaccia dell’inevitabile e ingestibile sovrappopolazione della Terra. E invece, proprio al momento in cui la popolazione terrestre dovrebbe superare la soglia degli otto miliardi di persone, cominciano a fioccare titoli giornalistici che gridano a una crisi mondiale della ‘fertilità’. Pare che, in parecchi Paesi, non stiano più nascendo abbastanza bambini… Così la Bloomberg titola minacciosamente: ‘La fertility crisis è nata in Giappone, ma non resta lì’. Il crollo della natalità giapponese è ormai in corso da decenni per cause mai veramente chiarite, anche se una spiegazione ‘popolare’ c’è, almeno nei reportage occidentali: dipenderebbe da un lato da quei giovani maschi giapponesi, denominati ‘erbivori’, che non vanno più dietro alle donne – preferendo giocare ai video games – e, dall’altro, dalle donne del Paese che non vogliono più avere a che fare con simili mollaccioni… A margine si citano altri elementi: soprattutto l’altissimo costo di mantenere e allevare i figli, la scarsa assistenza famigliare, i pochi asili, ecc.
Ora ci si accorge che anche la fertilità cinese è in forte calo, malgrado l’abbandono nel 2015 della malfamata politica del ‘figlio unico’. La popolazione dell’India infatti dovrebbe superare a breve quella della Cina. Il collasso della fertilità si estende a Singapore, alla Corea del Sud e specialmente a Taiwan, dove il Total Fertility Rate (TFR) di 1,08 è il più basso del mondo. Il ‘TFR’ è il numero medio di figli partoriti dalle donne in età riproduttiva in un dato Paese. Per garantire una stabile popolazione dovrebbe essere attorno al 2,1. Malgrado nasca in Asia, il fenomeno è nettamente presente anche in Occidente: gli Usa hanno un TFR di 1,66, l’Italia di solo 1,3, bassino per l’Europa – in Francia è di 1,9 e in Germania di 1,6 – ma meno disastroso che in Croazia, Portogallo e Grecia, Paesi in via di convergenza ai valori giapponesi. Sono tendenze che si calcolano sui decenni, dei fatti noti. Come mai il giornalismo influente li ‘scopre’ solo ora? Che i governi stiano cominciando a chiedersi chi è che farà funzionare le economie del futuro e – più terra a terra – chi pagherà le tasse?
Foto tratta da geopop.it