da Rossella Vivirito
riceviamo e pubblichiamo
Mi presento: sono Rosella Vivirito, moglie di Salvatore Di Maggio, prof di informatica nei corsi dello Ial Sicilia, ente attualmente dichiarato in fallimento i cui lavoratori, con vane speranze, hanno atteso per anni una soluzione da parte della nostra Regione, sorda ai richiami degli onesti siciliani. Era il 17 dicembre del 2014 e lui aveva trovato delle soluzioni per uscire dal dramma di una crisi endemica della Formazione Professionale, rivolgendosi all’allora Presidente di Regione, Rosario Crocetta. Chiedeva allora: “PRESIDENTE CROCETTA …LEI SI CHIEDE COME FA UNA FAMIGLIA MONOREDDITO CON DUE FIGLI A STARE SENZA STIPENDI PER OLTRE 20 MESI?”. I mesi si sono trasformati in anni di solitudine in cui le famiglie hanno sperato, hanno sofferto, hanno messo in atto “l’arte di arrangiarsi”, in questa terra amara, dalle lacrime salate, ma dal profumo di zagara.
Io e lui abbiamo cresciuto i nostri figli, abbiamo insegnato loro ad essere leali, onesti e li abbiamo resi liberi di pensare con le loro teste. Loro sono ragazzi senza il loro papà ma stanno costruendo le loro vite. In questi anni Salvatore Di Maggio ha continuato la sua battaglia, sempre con dignità e rispetto utilizzando anche i social, parlando per sé e per gli otto mila lavoratori licenziati ingiustamente, sebbene c’erano leggi regionali a tutela dei lavoratori della Formazione. Mi chiedo questo perché siamo in Sicilia? Io avrò sempre cura di lui, delle sue speranze, delle sue passione, del suo lavoro. Lui era il prof che negli anni ’80 ha portato l’informatica accessibile in questa cittadina di provincia. Molti dei suoi allievi hanno trovato lavoro e hanno famiglie. Sapeva spiegare con semplicità concetti difficili.
“Ho imparato che un uomo ha il diritto a guardarne un altro d’alto solo per aiutarlo ad alzarsi”. Questo era lui.