di Alfredo Falletti
di Futuro Meridiano
riceviamo e pubblichiamo
Negli ultimi trent’anni il salario medio dei lavoratori italiani è drasticamente diminuito e l’Italia è l’unico Paese dell’UE che ha visto questo drammatico fenomeno rispetto a tutti gli altri Stati nei quali i salari sono aumentati anche in misura considerevole (OpenPolis, sulla base dei dati OCSE). Tralasciando tutta la fascia dei Paesi dell’Est europeo il cui sviluppo è stratosferico perché aperti solo di recente ad una concreta economia di mercato, la mortificazione per l’Italia arriva dai nostri partners più tradizionali: Francia +31,1%; Germania +33,7%; Spagna (a rischio default dopo la Grecia!) +6,2% se pur con una tipologia e dinamica di lavoro assimilabile a quella italiana, eppure ha superato l’Italia, l’ha surclassata ed oggi è meta di emigranti italiani che trovano lì prospettive di futuro e ambiente sicuramente più favorevole. La stessa Grecia, crollata dopo essere stata svenduta alla famosa “Troika” ed oggi in mano a tedeschi e cinesi, nonostante il default, ha aumentato i salari
OpenPolis affonda poi la lama precisando testualmente che “A causare questo fenomeno è stato, in maniera particolare, il taglio delle ore lavorative, mentre il problema della perdita del lavoro è stato in buona parte arginato da misure di salvaguardia a livello nazionale, che sono riuscite a contenerne gli effetti più negativi”. Inadeguatezza mentale; incapacità ed ignoranza strutturale; egoismo, discriminazioni, corruzione; “psicosi da elezioni”, mancanza di visione e lungimiranza sociale, economica e politica da talpa cieca hanno caratterizzato e continuano a caratterizzare la politica nostrana che non mostra nei fatti e addirittura neanche nei programmi, alcuna volontà di far sopravvivere la parte più debole e disagiata di questo Paese condannando milioni di persone, soprattutto meridionali, alla fame o, in alternativa, all’emigrazione.
Il Centro studi di Unimpresa il 2 gennaio 2022, riferendosi al 2021, riporta oltre 1,6 milioni di soggetti poveri in più rispetto a un’analoga rilevazione relativa al 2015, ovvero una crescita che si attesta al 15% in meno di sei anni: il fallimento del “sistema Paese” non potrebbe essere più evidente. Altro dato: Nel 2020, sono risultati in condizione di povertà assoluta poco più di due milioni di famiglie (7,7% del totale da 6,4% del 2019) e oltre 5,6 milioni di individui (9,4% da 7,7%). Stiamo parlando di oltre dieci milioni di persone: se esistesse la fattispecie giuridica si potrebbe parlare di bancarotta sociale fraudolenta. Un dato allarmante: quasi il 10% delle famiglie italiane che versano in povertà assoluta si trovano nel Meridione mentre il baccanale politico si disinteressa di tutto ciò.