- Il centrosinistra siciliano, senza l’inciucio con una parte del centrodestra, è sconfitto in partenza. Nel frattempo, nel centrodestra, Miccichè, Autonomisti di Lombardo e Lega stanno ‘cuocendo’ a fuoco lento il presidente uscente Nello Musumeci per logorare la sia ricandidatura
- Il nostro cane Tobia ogni sera a passaggio ci chiede: “Ma Gianfranco Miccichè quando si re-inciucia con il PD?”
- La Lega di Salvini in Sicilia, oltre a lavorare per fare vincere De Luca, sta facendo di tutto per restare fuori dalla prossima Assemblea regionale siciliana: e secondo noi ci riuscirà…
- Due candidati veramente liberi: Lillo Musso ed Eliana Esposito. Quest’ultima denuncia la natura truffaldina e coloniale dell’attuale legge elettorale siciliana
Il centrosinistra siciliano, senza l’inciucio con una parte del centrodestra, è sconfitto in partenza. Nel frattempo, nel centrodestra, Miccichè, Autonomisti di Lombardo e Lega stanno ‘cuocendo’ a fuoco lento il presidente uscente Nello Musumeci per logorare la sia ricandidatura
Ogni tanto torniamo sulle elezioni regionali siciliane di Novembre. Lo facciamo com’è nostra abitudine: non seguendo la cronaca politica e parlamentare (che in Sicilia sono ormai noiosissime) ma soltanto il nostro istinto, non possiamo fare a meno di affermare che quasi tutti, in questo momento, lavorano per fare in modo che i siciliani eleggano Cateno De Luca nuovo presidente della Regione. Non riusciamo a capire, infatti, chi potrebbe impensierirlo. Non certo Caterina Chinnici, probabile vincitrice delle primarie del centrosinistra. Senza l’appoggio di una parte del centrodestra la Chinnici è sconfitta in partenza. Gli incontri dei tre candidati del centrosinistra alle primarie (domani ne è previsto uno a Palermo) – Claudio Fava, la grillina Barbara Floridia e la citata Chinnici – sono solo perdite di tempo. La sinistra alle elezioni regionali siciliane non ha mai vinto nella Prima Repubblica mentre nella Seconda Repubblica senza inciuci con ‘pezzi’ del centrodestra non ha mai fatto molta strada. Il resto sono chiacchiere. Un altro schieramento che lavora con grande impegno per fare vincere De Luca è il centrodestra siciliano. Pensate un po’: De Luca è in campagna elettorale da quasi sei mesi, mentre il centrodestra non ha ancora deciso chi sarà il proprio candidato. Non che il presidente uscente, Nello Musumeci, sia un candidato debole: al contrario, è l’unico che potrebbe battere De Luca. Ma si scontra con alcuni esponenti del centrodestra siciliano che lo tengono bloccato. Perché?
Il nostro cane Tobia ogni sera a passaggio ci chiede: “Ma Gianfranco Miccichè quando si re-inciucia con il PD?”
Se provate a chiedere in giro, scoprirete che anche i cani della Sicilia sanno che una parte di Forza Italia – per la precisione quella che fa capo a Gianfranco Miccichè, coordinatore di quello che resta di Forza Italia in Sicilia e presidente dell’Assemblea regionale siciliana – deve bloccare fino a quando può la naturale ricandidatura di Musumeci alla guida della Sicilia. Anche il nostro cane Tobia, ogni sera, quando usciamo a fare quattro passi, ci chiede: “Ma Gianfranco Miccichè quando si re-inciucia con il PD?”. Tobia ci ricorda che Miccichè si è già inciuciato con il PD nel Governo Lombardo e poi nel Governo di Rosario Crocetta. Noi gli rispondiamo che prima debbono fare ‘cuocere’ a fuoco lento Musumeci… E Tobia controbatte: “Ma così faranno vincere De Luca!”. E noi non sappiamo cosa dire. Quando ovviamente il centrodestra annuncerà la ricandidatura di Musumeci, Miccichè, gli Autonomisti di Raffaele Lombardo e Roberto Di Mauro e i leghisti cominceranno ad ‘agitarsi’. L’agitazione dovrebbe concludersi o con la candidatura alla presidenza della Regione di Luca Sammartino – un soggetto specializzato nel cambio di casacca (viene dal mondo post democristiano catanese, è stato nel PD, con Italia Viva e, per ora, è con la Lega) – o nell’inciucio con il PD, appoggiando la Chinnici tipo modello Draghi in Sicilia. Vincendo il centrosinistra, Miccichè verrebbe rieletto presidente dell’Ars, che è l’unica cosa che gli interessa. Vincerebbero? A nostro avviso, no.
La Lega di Salvini in Sicilia, oltre a lavorare per fare vincere De Luca, sta facendo di tutto per restare fuori dalla prossima Assemblea regionale siciliana: e secondo noi ci riuscirà…
Anche questo scenario porta a De Luca presidente, perché Musumeci si candiderebbe lo stesso e vincerebbe, appunto, De Luca. Così, per inciso: non si capisce cosa ci guadagnerebbe la Lega, che ormai, a nostro avviso, fuori dal centrodestra classico della Sicilia, molto difficilmente supererà il 5% alle regionali di Novembre. Perché pensiamo questo? Semplice: perché con una partecipazione media, alle elezioni regionali, del 50% degli elettori siciliani aventi diritto al voto, il 5% una lista lo raggiungere con 105 mila-115 mila voti (che aumentano all’aumentare del numero degli elettori che si recano alle urne). Secondo voi la Lega, in Sicilia, prenderà 110 mila voti? Certo, ci sono Luca Sammartino a Catania e Vincenzo Figuccia a Palermo. Ma quanti voti possono prendere ‘sti due candidati? 40 mila? 50 mila? E nelle altre sette province che hanno? ‘U pitittu? Ci vogliono candidati da 3 mila-4 mila voti. Per arrivare a 60 mila 65 mila voti – da sommare ai 40-50 mila voti di Sammartino e Figuccia – ce ne vogliono tanti, di candidati da 3 mila-4 mila voti. Secondo noi i leghisti attumbuliano, come stavano attumbuliando alle elezioni comunali di Palermo, dove la Lega ha preso il 5,2%, dentro il nuovo Consiglio comunale per un soffio. Tra l’altro si vocifera di ‘truppe cammellate’ forziste e leghiste pronte a cambiare casacca… Ma la vera ragione è che Cateno De Luca piomberà sulle elezioni regionali siciliane di Novembre come un ciclone, togliendo voti a tutti. Gli inciuci e le divisioni rafforzeranno la sua candidatura a presidente e le sue liste.
Due candidati veramente liberi: Lillo Musso ed Eliana Esposito. Quest’ultima denuncia la natura truffaldina e coloniale dell’attuale legge elettorale siciliana
Un bel candidato alla guida della Sicilia è Lillo Musso, segretario generale di Forza del Popolo. Noi lo abbiamo già intervistato. Però si dovrebbe ‘sentire’ di più. C’è anche la candidata alla Presidenza di Siciliani Liberi, Eliana Esposito, che in queste ore attacca la legge elettorale siciliana, da lei definita come una “truffa elettorale”: “Con il combinato disposto di una legge del lontano 1951 ancora in vigore – dice la candidata Indipendentista – e dei diversi correttivi maggioritari messi a inizio del millennio, la casa dei politici coloniali ha creato una ‘legge-mostro’, in cui, attraverso il mancato recupero dei resti su base regionale, in 6 province su 9, lo sbarramento effettivo è intorno al 10% dei voti validi. Con una percentuale di sbarramento così alta si scoraggia ogni forma di ricambio politico e si perpetua il voto feudale che, da un lato, premia i ras delle clientele, dall’altro favorisce la subalternità ai partiti italiani che danno le ‘investiture’ in cambio di assoluta sudditanza della nostra classe politica. Questa legge è la negazione stessa Autonomia e la progressiva disaffezione dei Siciliani, che disertando le urne, certificano la non rappresentatività dell’attuale Assemblea. Una delle prime leggi che depositeremo in Ars in caso di vittoria elettorale, sarà una nuova legge elettorale, in grado di coniugare la governabilità con una reale rappresentanza democratica”. Eliana Esposito ha ragione. Ma dubitiamo che, andando da sola, possa risvegliare le coscienze dei siciliani. Che, tra l’altro – come proveremo a illustrare in un prossimo articolo – non è detto che abbiano ancora una coscienza politica. In ogni caso, Eliana Esposito due parole di presentazione le merita. Attrice, autrice teatrale, regista, cantautrice, da anni è impegnata a raccontare la Sicilia e i siciliani, a cantarne la storia e le bellezze, a promuoverne la lingua e la cultura, a portarne alla luce eroi poco conosciuti. Autrice e regista di lavori teatrali come “Fratelli d’Italia, dov’è la vittoria?” o come “Antudo”, da sempre denuncia, attraverso i suoi spettacoli, lo stato di colonia interna della sua terra e in generale i pericoli insidiosi della manipolazione de “La fabbrica del consenso”. Dal 2017 attivista di Siciliani Liberi e dal 2021 membro della Segreteria nazionale di questo partito.
Foto tratta da La Gazzetta Siracusana
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