- Qualche idea per fronteggiare una politica sempre più fallimentare
di Enzo Guarnera
Non serve prendersela sempre con gli altri. Bisogna rimboccarsi le maniche
Ho manifestato più volte la mia disistima nei confronti della classe politica italiana.
Sentire le dichiarazioni di molti dei suoi esponenti mi provoca fastidio e irritazione.
In questi giorni mi sono imposto di seguire alcuni telegiornali ed ho avuto un senso di grande squallore.
Nessuna seria analisi dei recenti risultati elettorali, sia da parte di quanti si ritengono vincitori che di coloro che hanno subito una battuta d’arresto.
Nessuna autocritica per la bassa affluenza al voto, poco più del 42% degli elettori.
Parole vuote, sempre le stesse, slogan enfatici e ripetitivi.
Sono andato a rileggere l’art.49 della Costituzione: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”.
Norma ampiamente disattesa.
I partiti non esistono, sono scatole vuote nelle quali comandano pochi soggetti narcisi e autoreferenziali.
Talora anche ignoranti, superficiali, arroganti e supponenti.
Il metodo democratico viene sistematicamente tradito, sia all’interno che nel rapporto con le altre forze.
Il dibattito politico è finito da anni, così come il rapporto con il territorio per ascoltare i bisogni dei cittadini e, assieme, trovare le soluzioni.
La democrazia è diventata formale, un simulacro di quella descritta nella Carta Costituzionale.
Il processo appare inarrestabile.
Ma bisogna arginarlo e reagire.
Ripartire dalla base, dai cittadini singoli e associati, dare vita a tante piccole “agorà” diffuse in tutto il Paese, metterle “in rete”, riappropriarsi della politica, quella vera, che ci è stata negata.
Non serve prendersela sempre con gli altri.
L’ indifferenza e l’ignavia sono colpa nostra.
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