Nel 2011, mentre il Governo regionale dell’epoca era impegnatissimo a tagliare reparti e posti letto negli ospedali pubblici siciliani – ce lo chiedevano, insieme, l’Europa e il Governo nazionale di Mario Monti – ci chiedevamo se qualche parlamentare nazionale eletto in Sicilia nella legislatura 2006-2008 avesse messo piede, magari da degente, in uno dei reparti di osservazione dei Pronto Soccorso della Sicilia. Noi ci eravamo capitati per caso, accompagnando un amico in ospedale. Era Estate. Dopo un’attesa di circa sei ore, il nostro amico era stato visitato e spedito nel reparto di osservazione del Pronto Soccorso. Era uno stanzone con una decina, forse dodici barelle, più un numero imprecisato di sedie. Allora non c’era il Covid e ogni paziente in ‘osservazione’ era accompagnato da almeno un parente. C’era caldo e, per fortuna, il condizionatore era in funzione. Ma la confusione era tanta e l’assistenza un terno al lotto. Non per responsabilità di medici e infermieri, ma perché i soldi disponibili per gli ospedali pubblici siciliani erano quelli che erano e non c’erano alternative. Se finivi in Pronto Soccorso e ti piazzavano nel reparto di osservazione erano cavoli tuoi. Ricordiamo, in particolare, una scena: ad ‘arricchire’ la serata era arrivato un mezzo matto finito anche lui nel reparto di osservazione. Era in una barella, come dire?, un po’ ‘contenuto’, accompagnato da due soggetti. Proprio nel momento in cui questa persona un po’ su di giri arrivava nella stanza di osservazione passava da lì un medico. Il paziente su di giri – che poi su di giri non era, a noi sembrava normalissimo – chiamò il medico con voce calma e ferma. Il medico si girò per osservarlo. E il paziente un po’ ‘contenuto’ chiese al medico: “Dottore, mi scusi, ma voi, in questo sala piena di malati in barella e seduti dove capita cosa osservate?”. In un lampo pirandelliano il paziente aveva colto nel segno. Certi personaggi di Pirandello, in quanto matti, possono dire la verità, tanto sono matti e nessuno li prende sul serio. Ma talvolta dicono, appunto, la verità…
Non è un caso se leghiamo questi ricordi alla legislatura di Camera e Senato 2006-2008. Perché con la legge Finanziaria nazionale del 2007 il Governo nazionale dell’epoca guidato da Romano Prodi – con il voto, appunto, di Camera e Senato – aveva deciso di togliere alla Sicilia, o meglio, alla sanità pubblica siciliana quasi 600 milioni di euro all’anno (qui un nostro articolo del 2016). Gli effetti nefasti di questi tagli si erano manifestati subito. Già nel 2010 il caos nei Pronto Soccorso della Sicilia regnava sovrano. Nel 2011 la situazione era peggiorata perché erano arrivati i tagli alla sanità del Governo Monti con il ‘mitico’ Decreto Balduzzi. Nel 2016 arriva un nuovo ‘capolavoro’: il Governo siciliano di Rosario Crocetta, per fronteggiare i tagli del Governo Renzi al Bilancio regionale, presenta un disegno di legge che toglie alla sanità pubblica siciliana (leggere Fondo sanitario regionale) 280 milioni di euro all’anno per pagare spese che con la sanità siciliana non c’entravano una beata minchia! Legge approvata di corsa dall’Assemblea regionale siciliana! Tutt’oggi questa legge sarebbe ancora in vigore se lo scorso anno non fosse intervenuta la Corte dei Conti per bloccare questa vergogna! Ecco, il nostro sogno è prendere per mano i parlamentari nazionali eletti in Sicilia nella legislatura 2006-2008 che hanno avallato lo scippo di 600 milioni all’anno alla sanità siciliana (dal 2009 ad oggi la Sicilia ha perso quasi 8 miliardi di euro!) e i parlamentari regionali della passata legislatura che hanno votato sì allo scippo di 280 milioni di euro al Fondo sanitario regionale e portarli, in visita, presso i reparti di osservazione dei Pronto Soccorso siciliani, che ci sono sempre, solo malati sistemati come capita, senza l’assistenza dei parenti, perché intanto è arrivato il Covid. Pazienti visitati e ‘parcheggiati’ nei reparti di osservazione in attesa. Chissà se questi politici siciliani così bravi, diligenti e attenti – attenti soprattutto alla vita dei siciliani – finiranno mai in questi reparti di attesa. Ci sembra difficile, perché i politici siciliani, se stanno male, finiscono all’Ismett di Palermo, altro che Pronto Soccorso con i reparti di osservazione…
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