- La giustificazione: al massimo, sono stati gli elettori che nel 2018 li hanno votati a sbagliare, perché loro, i grillini, in fondo, è dove sono oggi arrivati che volevano arrivare
- Nel 2015 l’avvocato Francesco Menallo aveva capito tutto
- L’ombra degli USA
- Gli anni delle espulsioni
- … e Luttwak sistema anche il Muos di Niscemi…
- Sette anni dopo il Movimento 5 Stelle è schierato con gli americani in difesa dell’Ucraina. Stati Uniti d’America ieri, Stati Uniti d’America oggi. Quello che sfugge a Di Battista
La giustificazione: al massimo, sono stati gli elettori che nel 2018 li hanno votati a sbagliare, perché loro, i grillini, in fondo, è dove sono oggi arrivati che volevano arrivare
Gli elettori hanno capito perfettamente cosa sono diventati i grillini, tant’è vero che, in buona parte, non li votano più. Resta da capire se i parlamentari grillini si rendono conto della trasformazione che hanno subito. La cosa che colpisce è l’indifferenza con la quale hanno messo da parte il passato. La legislatura 2013-2018 alla Camera dei deputati e al Senato, le battaglie anti-sistema, la richiesta di referendum sull’euro, Bibbiano, gli attacchi al PD. Tutto dimenticato. Tutto rimosso. Un passato cancellato, mai esistito. E i voti che hanno chiesto e ottenuto dagli italiani nel marzo 2018? Personaggi incredibili, i grillini. Vederli fare parte del Governo ultra-liberista di Mario Draghi è impagabile. Pensate un po’: pur di provare a conservare le poltrone non esitano a rinnegare ciò che sono stati a cavalcare ciò che hanno combattuto. L’aspetto tragico – non tragicomico, ma tragico, puramente tragico – è che si presentano come i difensori del sistema che dovevano stravolgere. E lo fanno come se fosse normale. Cambiando le carte in tavola: la gente non li ha votati per cambiare tutto, per stravolgere il sistema ma per puntellare il sistema. Al massimo, sono stati gli elettori che nel 2018 li hanno votati a sbagliare, perché loro, i grillini, in fondo, è dove sono oggi arrivati che volevano arrivare.
Nel 2015 l’avvocato Francesco Menallo aveva capito tutto
Dobbiamo ammettere che, sette anni fa, uno dei fondatori del Movimento 5 Stelle in Sicilia, l’avvocato Francesco Menallo, aveva capito tutto. L’avvocato Menallo, negli anni ’80 del secolo passato, è stato dirigente di Legambiente, associazione di ambientalisti che, specialmente in Sicilia, ha condotto tante battaglie per la tutela dell’ambiente, all’insegna della legalità. Come tanti cittadini italiani ha vissuto tra speranze e scetticismi le evoluzioni e, soprattutto, le involuzioni della sinistra italiana. Dal 2004 fino al 2012 – anno in cui, in Sicilia, sono state celebrate le elezioni comunali e le elezioni regionali – Menallo è rimasto dietro le quinte, lavorando per far crescere il Movimento 5 Stelle. Pronto a valorizzare i giovani per un progetto di cambiamento della società. Per un anno, dal 2012 al 2013, ha cercato di sostenere – in modo assolutamente disinteressato il gruppo parlamentare del M5S al Parlamento siciliano. Sempre dietro le quinte per dare una mano ogni volta che lo chiedevano i quindici deputati (poi diventati quattordici), tutti giovani, eletti all’Assemblea regionale siciliana (questo il nome del Parlamento dell’Isola). A un certo punto, senza clamore, Menallo ha abbandonato il ‘pianeta’ dei grillini. Ribadiamo: l’intervista che state leggendo risale al 2015:
L’ombra degli USA
“Io non ho dubbi – diceva Menallo nel 2015 – che dietro il Movimento 5 Stelle ci siano gli americani: io oggi ho la certezza che l’operazione politica ‘pilotata’ da Grillo e da Casaleggio sia voluta dagli USA. Quando nel 2004 abbiamo iniziato quest’esperienza eravamo veramente in pochi. Ho sempre vissuto quest’avventura come una prova di partecipazione civile ad un’idea di rinnovamento della politica e della società del nostro Paese. Oggi, alla luce di quanto ho avuto modo di vedere e di conoscere, mi rendo conto che i presupposti sui quali è stata portava avanti quest’esperienza sono molto diversi da quelli che ci sono stati presentati ed in cui, l’ammetto, anch’io ho creduto… I primi dubbi abbiamo cominciato a nutrirli subito dopo le elezioni politiche del 2013. Dico subito che sono tra quelli che, nel 2013, si aspettavano una collaborazione, od almeno un confronto con l’allora leader del PD, Pierluigi Bersani. Quello che è successo allora è politicamente illogico. A meno che, come ora cercherò di illustrare, il tutto faceva parte di un disegno politico ben preciso… Come ho già accennato, eravamo in tanti, subito dopo le elezioni politiche nazionali del 2013, ad aspettarci un accordo con il PD di Bersani. Pensavamo: ci prendiamo due-tre ministeri-chiave e iniziamo a cambiare l’Italia dal di dentro. Se il PD si tirerà indietro, beh, i cittadini italiani capiranno. Invece che succede? Grillo e Casaleggio bloccano tutto. Nessuna trattativa con Bersani. Chiusura totale. Risultato: il PD finisce nella mani di Matteo Renzi, dopo l’accoltellamento alla schiena, nell’ordine, di Bersani e, poi, di Letta. E’ a questo punto che in tanti di noi comincia a maturare un retro-pensiero”.
Gli anni delle espulsioni
“… Renzi è anche il frutto delle scelte politiche adottate dal Movimento 5 Stelle. Piaccia o no, Bersani è un uomo di sinistra. Moderato quanto si vuole, membro dell’establishment, ma di sinistra. Con lui si sarebbe potuto e dovuto discutere, si sarebbe potuto cominciare a strappare sovranità dal basso e costruire, nel frattempo, una classe dirigente giovane, pulita, consapevole e preparata. Con Renzi, come tutti hanno avuto modo di vedere, non si discute. Renzi agisce e basta. Dietro di lui ci sono i poteri forti che impartiscono ordini. E lui li mette in pratica, costi quel che costi. Con incredibili forzature sul Parlamento. Vedi Job’s Act e riforma a perdere del Senato, per citare solo due esempi… l’espulsione dei senatori Campanella e Bocchino viene ‘decisa’ da undici persone del Meetup di Palermo. In quarantasette firmiamo un appello per difendere i due parlamentari. A questo punto il Blog di Grillo mette in campo un’operazione di censura impressionante, che fa seguito al nostro tentativo di …metterci una pezza. Grillo sforna un comunicato ‘politico’ domenicale sul blog in cui afferma falsità come le mancate ‘restituzioni’ del 50 per cento delle indennità dei due senatori siciliani o la loro asserita ‘scarsa presenza sul territorio’. Falsissimo, perché sono gli unici che dedicano tutti i fine settimana, nessuno escluso, nonostante l’intensa attività parlamentare, a mantenere i contatti con le esigenze dei territori, sempre disponibili ad intervenire e dare una mano dove c’era una richiesta di aiuto e di presenza… “Succedono tante altre cose. Il Muos di Niscemi, per esempio. Fino a una certa data, la lotta a questo strumento di morte, da parte dei grillini siciliani, è stata portata avanti con convinzione e impegno. Tra i parlamentati regionali ricordo la passione e l’impegno di Giampiero Trizzino. Ad un certo punto, però…A un certo punto succede qualcosa…”
… e Luttwak sistema anche il Muos di Niscemi…
“…A Bagheria arriva Edward Luttwak, il noto politologo americano e consulente del governo USA. E la posizione del Movimento, sul Muos di Niscemi, cambia radicalmente… Quando Luttwak arriva a Bagheria la città era stata a lungo ‘visitata’ da membri dell’establishment russo… Sì, i russi. Che giravano porta a porta proponendo affari, commercio e credito a volontà. Non dobbiamo dimenticare che i russi, grazie a Berlusconi, sono entrati in Sicilia, in particolare, a Gela ed in provincia di Siracusa. Ricordo che la Erg ormai parla russo con la Lukoil. Mi riferisco alla raffineria di Priolo ed alle connesse stazioni di servizio”. A questo punto noi chiediamo all’avvocato Menallo: Sta dicendo che Luttwak piomba in Sicilia per frenare l’espansione dei russi in Sicilia iniziata sotto il governo Berlusconi? “Questo mi sembra un dato di fatto. Cos’è, infatti, oggi la Sicilia se non una grande portaerei americana? Penso a ciò che è visibile: Sigonella, Birgi, i droni ed il Muos di Niscemi… Di fatto è così. Il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, che nella campagna elettorale del 2012 era contro il ‘mostro’ elettromagnetico, dopo la sua elezione dichiara, addirittura, che il Muos di Niscemi è uno strumento di pace! Anche i parlamentari del Movimento 5 Stelle – parlo dei deputati del Parlamento siciliano, ma anche dei parlamentari nazionali eletti in Sicilia – si adeguano: basta lotta contro il Muos. Oggi del Muos i grillini non parlano più. Improvvisamente, nell’estate 2014, mentre il conflitto giudiziario volge a favore delle mamme anti-Muos, passano ad occuparsi – parlo di Riccardo Nuti e di Giampiero Trizzino – delle cabine a Mondello… Al 29mo anno di una concessione trentennale… E non riescono neanche ad impedire la proroga legislativa sino al 2020… A questo si aggiungono scenari finanziari, che coinvolgono Casaleggio, che portano sempre negli Stati Uniti. Ecco, se mettiamo insieme gli scenari finanziari e il silenzio dei parlamentari sul Muos e, in generale, sulla militarizzazione della Sicilia, si capiscono tante cose”.
Sette anni dopo il Movimento 5 Stelle è schierato con gli americani in difesa dell’Ucraina. Stati Uniti d’America ieri, Stati Uniti d’America oggi. Quello che sfugge a Di Battista
Sette anni dopo il Movimento 5 Stelle è schierato con gli americani in difesa dell’Ucraina. Stati Uniti d’America ieri, Stati Uniti d’America oggi. Anche se… Anche se in effetti qualcosa che non sta funzionando c’è. Cosa? Giuseppe Conte. Che sta cercando di posizionale il partito su una linea politica critica rispetto all’americanismo del Governo Draghi. Perché Conte si ostini a restare nel Movimento 5 Stelle e non abbia ancora fondato un movimento suo, con la credibilità che si è bene o male conquistato da capo del Governo non si capisce. Rimane nel Movimento, leader dimezzato, dove Beppe Grillo cerca in tutti i modi di mettergli i bastoni tra le ruote. Scrive Alessandro Di Battista, grillino vecchia maniera che non ha mai cambiato idea: “Al di là dello spettacolo penoso che sta offrendo il Movimento 5 Stelle (del quale mi interessa poco, sostengono un governo ignobile costruito contro di loro e neppure sono in grado di uscirne) se davvero Draghi (ci sono diverse conferme) avesse chiesto a Grillo la testa di Conte, beh sarebbe indecente. E questo al di là di quel che si possa pensare di Conte. Sarebbe ugualmente indecente se avesse chiesto la rimozione di Bersani o di Salvini. Come può un Premier che non ha mai preso un voto in vita sua chiedere la rimozione del presidente di una delle forze politiche che, tra l’altro, ha deciso (decisione folle della quale dovrebbero scusarsi al più presto) di sostenerlo? Come si permette? È una roba inquietante. Se davvero Draghi avesse chiesto a Grillo di ‘rimuovere Conte perché inadeguato’ lui dovrebbe dimettersi all’istante. Il problema è che molti di quelli che dovrebbero chiederne le dimissioni gli giurano ancora amore eterno”. Sfugge a Di Battista che Grillo in realtà sta facendo il gioco del PD. Conte, se riuscirà a presentare la lista alle prossime elezioni politiche – sia come Movimento 5 Stelle, sia con un suo Movimento – prenderebbe dal 7 al 10%. Voti che verrebbero tolti in buona parte al PD. E’ questo il vero motivo per il quale vogliono eliminare politicamente Conte. Ci riusciranno? In ogni caso, ci stanno provando. L’unico Movimento 5 Stelle che piace al PD è quello siciliano: un Movimento che si presenta alle primarie del centrosinistra dove tutti sanno che a vincerà sarà il candidato del PD. Quello che è stato il primo partito in Sicilia con quasi il 35% dei voti ridotto a fare da comparsa a un PD da 10% dei voti che potrebbe vincere le elezioni regionali solo se i soliti noti riusciranno a spaccare il centrosinistra. Riusciranno i grillini a prendere il 5% alle elezioni regionali siciliane di Novembre? La domanda ci sta tutta, perché vuoi o non vuoi occorreranno circa 100 mila voti. Ci sono ancora tutti questi siciliani disposti a credere ai grillini?
Le “Vite parallele” del Movimento 5 Stelle e del partito del presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj
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