A fatica – ma con tanta fatica – si vanno piano piano delineando i candidati alla presidenza della Regione siciliana. Nel centrosinistra, nonostante i tanti mal di pancia, il PD ha designato l’eurodeputata Caterina Chinnici alle primarie. I mal di pancia non sono verso Caterina Chinnici, ma verso le primarie. E il motivo è politicamente valido. Con il centrodestra unito – Palermo lo dimostra con l’elezione del nuovo Sindaco Roberto Lagalla – non c’è storia: il centrosinistra non vincerà mai. In Sicilia, il centrosinistra può governare solo con ribaltoni (Governo di Angelo Capodicasa fine anni ’90 e Governo di Raffaele Lombardo 2008-2012) o con il centrodestra spaccato alle elezioni (vittoria di Rosario Crocetta alle elezioni regionali del 2013 grazie alla candidatura di Gianfranco Miccichè che spaccò il centrodestra e fare perdere l’allora candidato ufficiale del centrodestra Nello Musumeci). Piaccia o no, le primarie del centrosinistra delineano un perimetro politico ed elettorale perdente in partenza. Cosa vogliamo dire? Che a nostro avviso i ‘giochi’ nel centrosinistra non sono fatti. Non possono essere escluse sorprese.
Non mancano le dichiarazioni. Come quella del segretario regionale del PD siciliano, Anthony Barbagallo, che ieri ha riunito a Palermo la direzione regionale durante la quale ha proposto il nome della europarlamentare Caterina Chinnici come candidata del Partito Democratico alle “primarie” della coalizione di centrosinistra, il cui voto è previsto per il prossimo 23 Luglio. “Dopo lunga e ampia condivisione – e un confronto vero con la base, i simpatizzanti, i segretari dei circoli – il nome che propongo è quello di Caterina Chinnici. Perché risponde ad alcune direttrici per noi fondamentali, in primis quello delle donne. Più volte abbiamo posto – in questi anni – il tema della doppia preferenza di genere in Sicilia ma anche per ottenere un assessore donna in giunta siciliana e poi facendo ricorso al Tar per chiedere un terzo della giunta regionale sia composta da donne. Abbiamo scelto una donna che ha spessore, conoscenza approfondita della macchina regionale, avendo ricoperto il ruolo di assessore, e una cultura giuridica che non è in discussione, essendo anche una magistrata. Ed è per altro l’unica parlamentare siciliana da Bruxelles in giù in quota Partito Democratico, essendo parlamentare europea”. Al termine dei lavori la relazione del segretario è stata approvata con un solo astenuto”. Da parte sua Caterina Chinnici ha ringraziato il segretario nazionale Enrico Letta, il segretario regionale Anthony Barbagallo, la direzione, i circoli, i militanti e tutta la comunità del PD. “Una comunità di idee e valori – ha detto Caterina Chinnici – per la fiducia riposta in me nell’affidarmi una così grande responsabilità, che è innanzitutto quella di progettare attraverso l’ascolto, di mettere al centro le persone per costruire con loro una proposta di governo ampia e coinvolgente. Lo farò con tutte le mie energie, con lo stesso spirito di servizio alla collettività che ha sempre caratterizzato il mio impegno civico e con la voglia di lavorare per la terra che amo, la Sicilia”.
C’è anche il commento di Claudio Fava, anche lui candidato alle primarie del centrosinistra: “Sono contento che anche il PD abbia indicato la propria candidatura. Con Caterina Chinnici, a cui do il mio affettuoso benvenuto in queste primarie, avremo l’occasione per confronti concreti e intensi. Sarà un primo passo verso la campagna per le elezioni regionali d’autunno, che promettono un cambio definitivo di marcia per la Regione e per i siciliani”. non si capisce, ancora, cosa faranno i grillini siciliani: avranno un proprio candidato alle primarie o si accoderanno al PD? Che dire? Che, con molta probabilità, le primarie del centrosinistra siciliano saranno piuttosto ‘allargate’: non escludiamo che a votare vadano soggetti che con il centrosinistra non hanno nulla a che vedere, magari in forza di qualche possibile inciucio… Non escludiamo un finale in polemica, con Fava che potrebbe candidarsi comunque, soprattutto se i candidati alla presidenza della Regione saranno quattro o cinque.
Nel centrodestra Nello Musumeci, contestato dalla parte di Forza Italia che fa capo a Gianfranco Miccichè e dalla Lega di Matteo Salvini che non vogliono sentir parlare della sua ricandidatura, ha rimesso la palla al centro. Prima ha lasciato intendere che avrebbe “tolto il disturbo”, mentre ieri, in conferenza stampa, ha rimesso la sua ricandidatura o il suo eventuale ritiro nelle mani di Roma. Decideranno tutto Berlusconi e Giorgia Meloni. Di fatto, Musumeci si è scrollato di dosso Miccichè e la Lega di Salvini che pensavano di decidere tutto in Sicilia: invece il candidato del centrodestra alla guida della Sicilia si deciderà nella Capitale, dove Miccichè e Salvini non avranno molta voce in capitolo. Potrebbe non essere Musumeci. Ma se Berlusconi e Giorgia Meloni dovessero optare per la riconferma di Musumeci per Miccichè e la Lega di Salvini ci sarebbe poco da fare.
E gli altri possibili candidati? Cateno De Luca, forse del successo straordinario ottenuto dal suo Movimento – Sicilia Vera – a Messina dovrebbe essere della partita. Sarà candidato comunque andranno le cose. Noi abbiamo ipotizzato che su De Luca avrebbe potuto convergere tutto il centrosinistra in una sorta di operazione neo-milazziana contro il presidente uscente, Musumeci. ma ci dobbiamo parzialmente ricredere, perché in questo momento, nel centrodestra siciliano, è tutto in aria. Come già detto, De Luca sarà comunque candidato e farà ‘danno’ sia al centrodestra, sia al centrosinistra. Della partita dovrebbero essere anche Azione di Carlo Calenda, + Europa e Unità Siciliana dopo l’ottimo risultato ottenuto a Palermo con la candidatura di Fabrizio Ferrandelli Sindaco. Questo schieramento si dovrebbe presentare autonomamente alle elezioni regionali di Novembre per provare a dare vita a un terzo polo alternativo a centrodestra e centrosinistra. Come candidato alla presidenza della Regione si fa il nome di Massimo Russo, già assessore del Governo Lombardo. Volendo, Cateno De Luca da una parte e Azione di Carlo Calenda, + Europa e Unità Siciliana dall’altra parte cercano di rompere lo schema centrodestra-centrosinistra che blocca la politica siciliana in una sorta di dialettica dell’oscurantismo politico e culturale. E se provassero a farlo insieme? Per ora i candidati alla guida della Sicilia dovrebbero essere quattro. Non è da escludere che spunti un quinto candidato d’ispirazione sicilianista, sempre che i movimenti di questa area politica trovino un’intesa tra loro.
Foto tratta da Palermo – la Repubblica