Stamattina, leggendo i giornali del Nord Italia, abbiamo scoperto che la siccità di questa parte del Paese non è proprio ‘irresistibile’ se è vero che in questi giorni non sono mancate piogge e grandine. Per non parlare della neve nel Passo dello Stelvio dove si allena la nazionale italiana di sci! ‘Stranezze’ italiane, forse per consentire ai nostri amici del Nord Italia di accaparrarsi i fondi pubblici per la siccità, magari togliendoli a Sud e Sicilia. Ora nel report di ieri dell’analista dei mercati internazionali, Sandro Puglisi, leggiamo una notizia che suscita in noi perplessità. In questo momento la tesi che circola nell’Unione europea – e quindi anche in Italia – è che la Russia stia tagliando il gas ai Paesi della Ue. Leggendo un passaggio del report di ieri di Puglisi sembrerebbe che le cose non stiano così: “In Europa – scrive l’analista dei mercati internazionali – il produttore russo di gas Gazprom ha affermato che la sua fornitura di gas all’Europa attraverso l’Ucraina nel punto di ingresso di Sudzha è stata registrata Mercoledì a 41,9 milioni di metri cubi (mcm) contro i 41,2 milioni di metri cubi di Martedì”. Quindi da Martedì a Mercoledì, cioè ieri, la Russia, tramite Gazprom, ha aumentato l’export di gas verso l’Unione europea. Puglisi dà un’altra notizia che ci stupisce ancora di più: “Una domanda per la fornitura di gas attraverso un altro importante punto di ingresso, Sokhranovka, è stata respinta dall’Ucraina, ha affermato Gazprom”. A questo punto abbiamo chiesto ‘lumi’ al dottore Puglisi, per provare a capire come stanno le cose.
“Mercoledì – racconta Puglisi – l’Unione Europea ha segnalato che si sarebbe temporaneamente rivolta al carbone per colmare le carenze energetiche, definendo i tagli all’approvvigionamento di gas di Mosca ‘mosse canaglia’. Giovedì il Cremlino ha affermato che la Russia ‘adempie rigorosamente a tutti i suoi obblighi’ nei confronti dell’Europa. Stamattina i prezzi del gas all’ingrosso olandese – il benchmark europeo – sono aumentati dell’8%. Il Nord Stream 1, infatti, sarà sottoposto a manutenzione programmata dall’11 al 21 Luglio. Conseguentemente i flussi di gas dal Nord Stream 1 si interromperanno. Tuttavia, alcuni ‘scettici’ sostengono che Gazprom potrebbe trovare delle ragioni per prolungare questo processo di manutenzione e ridurre deliberatamente i flussi di gas verso l’Europa. Questa settimana i flussi di gas più bassi hanno suscitato l’allarme che l’Europa, e la Germania in particolare, potrebbero cadere in recessione se le forniture russe si fermassero del tutto. Per evitare speculazioni e quindi le ovvie strumentalizzazioni che ne derivano – qui arriviamo al punto – Gazprom ha fatto anzitempo richiesta all’Ucraina di incrementare i flussi di gas attraverso un altro importante punto di ingresso in Ucraina, Sokhranovka. Tuttavia, questa richiesta è stata respinta dall’Ucraina, come si legge in una dichiarazione di Gazprom rilasciata ieri. La fornitura di gas all’Europa dalla Russia attraverso l’Ucraina mediante il punto di ingresso di Sudzha è stata registrata Mercoledì a 41,9 milioni di metri cubi (mcm) contro i 41,2 milioni di metri cubi di Martedì. Tuttavia, l’Ucraina è in guerra con la Russia, e certamente non intende in alcun modo facilitare il suo nemico. La Russia ha più volte negato che i tagli alle forniture fossero atti deliberati. Gazprom, invece, ha accusato per la riduzione dei flussi un ritardo nella restituzione delle apparecchiature sottoposte a manutenzione causato peraltro dalle sanzioni occidentali”.
“In questo contesto – prosegue Puglisi – stamattina la Germania ha attivato la ‘Fase 1’ di allarme nell’ambito del suo ‘Piano di emergenza sul gas’. Il passo è stato in gran parte simbolico, segnalando alle aziende e alle famiglie che saranno in arrivo tagli dolorosi. L’attivazione della sola ‘Fase 1’ infatti non ha consentito alle aziende di trasferire i crescenti costi energetici ai clienti. Si spera, evidentemente, che il razionamento del gas venga evitato ma questo non può essere escluso del tutto.
Nell’ambito della Fase 2 del suo piano emergenza, invece, Berlino fornirà una linea di credito di 15 miliardi di euro (15,76 miliardi di dollari) per riempire gli impianti di stoccaggio del gas e lanciare quest’estate un modello di asta del gas per incoraggiare gli utenti industriali a risparmiare sull’uso di gas. Il piano di emergenza tedesco è composto di tre fasi, la seconda fase avrà inizio allorquando le autorità vedranno un alto rischio di carenza di forniture a lungo termine. Questa fase include anche una clausola che consentirà alle aziende di distribuzione di trasferire immediatamente i prezzi elevati all’industria e alle famiglie. Quindi, come possiamo immaginare, vi sono in gioco tanti interessi contrapposti tra di loro. Questo, ovviamente, segna anche un cambiamento importante per la Germania (e non solo), che ha coltivato forti legami energetici con Mosca che risalgono alla Guerra Fredda. La Germania non è ancora a quel punto, ma la clausola potrebbe essere attivata se la compressione dell’offerta e l’aumento dei prezzi persistessero, spingendo le società elettriche in perdita. Se questo segno meno diventa così grande tanto che le aziende non riescono più a sopportarlo, l’intero mercato potrebbe crollare di botto ed attivare un cosiddetto effetto Lehman Brothers nel sistema energetico. L’attivazione della ‘Fase 1 di allarme non cambia immediatamente lo stato dei fatti. Tuttavia, il governo tedesco ed a seguire anche gli altri Stati Europei si stanno preparando ad adottare tutte le misure necessarie per stabilizzare i mercati e l’approvvigionamento di gas. Il Commissario Europeo al clima, Frans Timmermans, ha dichiarato infatti stamattina che 10 dei 27 Paesi membri dell’UE hanno già emesso un ‘allarme rapido’ sulla fornitura di gas. Tuttavia, queste iniziative da sole non saranno sufficienti alla copertura dei fabbisogni di questi Paesi per i mesi invernali. Questo, ovviamente, implicherà dover approvvigionarsi da altre fonti, probabilmente molto più costose”.
Foto tratta da Cosenza Channel