I Sindaci delle isole che circondano la Sicilia criticano l’aumento del prezzo del biglietto di navi e mezzi veloci. Lo fanno con una lettera inviata al Governo nazionale e al Governo siciliano. La storia l’abbiamo raccontata qualche giorno fa: a causa dell’aumento del costo del carburante le società che gestiscono i collegamenti via mare tra la Sicilia e i suoi arcipelaghi detti impropriamente Isole Minori hanno deciso di aumentare il prezzo dei biglietti. In realtà, la decisione è stata assunta solo per il servizio delle linee statali, perché sulle linee regionali la Regione siciliana è già intervenuta con un contributo ulteriore di 20 milioni di euro. Perché scriviamo “contributo ulteriore”? Perché la Regione eroga ogni anno alle due società che gestiscono questi servizi (Caronte&Tourist per le navi, Liberty Lines per i trasporti veloci con aliscafi e catamarani) circa 50 milioni di euro. Alle linee regionali si affiancano le linee statali. Lo Stato, come la Regione siciliana, eroga ogni anno alle due società circa 50 milioni di euro di contributi; ma fino ad oggi ilo Governo nazionale si è rifiutato di erogare alle due società il contributo aggiuntivo di 20 milioni di euro. Così le due società hanno aumentato i prezzi dei biglietti del 20%.
A questo punto i Sindaci delle isole siciliane – Francesco Forgione, Sindaco di Favignana – Isole Egadi, Filippo Mannino, Sindaco di Lampedusa e Linosa, Riccardo Gullo, Sindaco di Lipari e delle altre isole Eolie (ad eccezione di Salina), Vincenzo Campo, Sindaco di Pantelleria, Salvatore Militello, Sindaco di Ustica e i Sindaci dei tre Comuni dell’isola di Salina: Giacomo Montecristo, Sindaco di Leni, Clara Rametta, Sindaco di Malfa e Domenico Arabia, Sindaco di Santa Marina Salina – hanno inviato una lettera al Governo nazionale e al Governo regionale. “In relazione alla nota prot. N.104/22/SNS pervenuta da parte della Società Siremar – Società di Navigazione Siciliana (dallo ‘spacchettamento’ di tale società sono venute fuori le citate Caronte&Tourist e Liberty Lines), con la quale comunica che a far data dal 22 giugno p.v. il costo dei biglietti per le tratte di interesse statale, sia per i collegamenti veloci che per i collegamenti a mezzo nave, subiranno aumenti fino al 20%, e nel far seguito ai precedenti appelli, rimasti pressoché inascoltati, i Sindaci delle Isole Minori della Sicilia, Favignana – Isole Egadi, Lampedusa e Linosa, Leni, Lipari, Malfa, Pantelleria, Santa Marina Salina e Ustica, esprimono la propria contrarietà e grande disappunto per una scelta che, se confermata, arrecherà danni economici incalcolabili, soprattutto all’avvio della stagione turistica, i cui timidi segnali di ripresa per l’anno in corso fanno ben sperare per le già fragili economie locali. Tale grave problematica sollevata da tempo da noi Sindaci dei territori, ancora oggi non ha trovato soluzione e purtroppo assistiamo a proposte effettuate dai vettori con cui immaginano di recuperare i maggiori costi sostenuti mediante un aumento tariffario e attraverso rimodulazione, al ribasso, degli assetti previsti dalla convenzione. L’impianto dei collegamenti marittimi di interesse statale dovrebbe essere quello fondamentale, atto a garantire prioritariamente la continuità territoriale con i territori delle Isole e permettere quindi un corretto sviluppo sociale ed economico. Da oggi invece, tale impianto di itinerari e orari, difeso negli anni dai territori proprio perché GARANZIA, diventerà quello che arrecherà maggiori danni e ingiustizie alle Comunità delle nostre Isole, caratterizzato da costi maggiori per tratte e itinerari identici rispetto ai collegamenti di interesse regionale. Ancora una volta le Comunità isolane dovranno pagare un alto costo per decisioni e conseguenze di cui non hanno colpe, nonostante il Parlamento Italiano abbia deciso di riconoscere di recente la peculiarità e specificità dei nostri territori. In ragione di quanto sopra si chiede al Sig. Ministro dei Trasporti e al Sig. Assessore Regionale alla Mobilità, di voler attuare ogni azione necessaria finalizzata al ripristino delle condizioni e degli assetti previsti dalla convenzione che regola i collegamenti marittimi d’interesse Statale ex Convenzione rep. n. 32.593 – Raccolta n. 10.415 del 22.04.2016, affinché si possa ristabilire il pieno rispetto della stessa nell’interesse delle popolazioni isolane e soprattutto al fine di non consentire aumenti delle tariffe, né tantomeno la riduzione dei collegamenti marittimi”.
Sarebbe interessante sapere in che cosa dovrebbe consistere l’attuazione di “ogni azione necessaria finalizzata al ripristino delle condizioni e degli assetti previsti dalla convenzione che regola i collegamenti marittimi d’interesse Statale…”. I Sindaci non potrebbero essere più chiari? La cosa strana – veramente strana – di questa brutta storia è che in Sicilia, per l’attuale Governo regionale, l’emergenza caro-carburante, a quanto pare, riguarda solo le società che gestiscono i trasporti via mare tra Sicilia e Isole Minori. Il caro-carburante sta massacrando gli agricoltori siciliani, che in queste ore pagano costi delle mietitrebbie più che raddoppiati; idem per altre operazioni agricole meccanizzate. Eppure la Regione non ci sembra sia intervenuta in aiuto di migliaia e migliaia di agricoltori dell’Isola; anzi, per essere precisi, gli uffici dell’assessorato regionale Agricoltura, proprio sul gasolio agricolo agevolato (agevolato per modo di dire, perché costa oltre 1,50 euro al litro!) hanno creato solo confusione e ritardi. Lo stesso discorso vale per tutti i cittadini siciliani che pagano benzina e gasolio nel ‘servito’ 2,2 euro al litro in media! Vorremmo dire all’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, che lui è sicuramente intelligente, ma noi non siamo stupidi. Conosciamo i rapporti tra il mondo dei trasporti via mare della Sicilia e la politica, se non altro perché sono note inchieste giudiziarie e processi. Come già illustrato, la Regione ha già erogato, per il servizio di trasporto via mare, un contributo ulteriore di 20 milioni di euro. 20 milioni di euro corrispondono a circa 40 miliardi di vecchie lire. Chiediamo all’assessore Falcone: davvero l’aumento dei costi di carburante per navi e mezzi veloci equivale a 40 miliardi di vecchie lire? Com’è stato calcolato tale costo? Vale per la stagione estiva? Per tutto l’anno? Assessore Falcone, potrebbe essere più preciso? Grazie in anticipo.
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