di Enzo Guarnera
Perché lamentarsi, con palese ipocrisia, del ceto politico e della classe dirigente del nostro Paese, quando essi sono la fedele proiezione della maggioranza del popolo italiano? Costante propensione al compromesso, alla ricerca dell’interesse personale in spregio di quello collettivo, assenza di etica privata e pubblica. Il ritorno sulla scena di personaggi già condannati per mafia e per altri reati è ritenuto un fatto normale, anzi legittimo. Vi è una diffusa tendenza a chiudere gli occhi, a rimuovere le nefandezze passate e presenti della politica e di alcuni suoi protagonisti. Una voglia di liberarsi dalle ferite, dai dolori, dai rimorsi di coscienza. Una diffusa perdita di memoria. Il complesso sistema delle illegalità è stato solo in parte colpito, ma è ancora intatto, e tende ad espandersi in forme sempre più sofisticate. Esso sopravvive in quanto una massa di persone, a diversi livelli, collude con i grandi briganti e speculatori, non solo dal punto di vista materiale ma anche “ideologico” e culturale. Nel nostro Paese non vi è mai stata una vera rivoluzione delle coscienze perché non vi è mai stata una vera catarsi. Solo nuovi valori e una nuova consapevolezza collettiva possono determinare adeguati e sostanziali mutamenti sul piano delle pratiche civili e sociali. In attesa di diventare cittadini siamo ancora un popolo di sudditi e di cialtroni!
Foto tratta da Missionari della Consolata