L’Unione europea è ormai al capolinea. Lo scontro tra area del dollaro e Cina – che per ora si concentra in Ucraina, ma che in realtà è già presente in altre aree del mondo in sofferenza tra guerre e difficoltà economiche – non potrà che ripercuotersi anche nell’Eurozona, che si tra ad essere un vaso di coccio tra vasi di ferro. Già in alcuni Paesi europei si riflette sul dopo-euro, se ipotizzare due aree euro, una debole e una forte, o se smantellare direttamente la moneta unica europea, con un’incognita sul dopo. Non che non siano in corso i tentativi di salvare l’euro: per esempio, evitando l’innalzamento dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea (BCE): ma con la Federal Reserve System che ha già alzato i tassi d’interesse e che continuerà a farlo non sarà facile non adeguarsi, così come non sarebbe facile continuare a nascondere i veri ‘numeri’ dell’inflazione in Europa. Ebbene, mentre le Borse di tutto il mondo sprofondano, mentre i cambiamenti climatici minacciano l’agricoltura di mezzo mondo, il Governo italiano di Mario Draghi sta cercando in tutti i modi di affossare il Superbonus, ben sapendo che distruggerà circa 33 mila imprese ‘bruciando circa 150 mila posti di lavoro. Semplificando al massimo, il Superbonus ha creato una sorta di moneta alternativa ai denaro che il sistema bancario – su input dell’Unione europea con le varie ‘Basilee’ – nega al sistema economico italiano. Il Superbonus – voluto dal Governo di Giuseppe Conte nel Maggio del 2020 (Decreto Rilancio) – ‘rischiava’ di rilanciare l’edilizia italiana. Cosa che non deve avvenire, perché l’Unione europea vuole distruggere l’edilizia italiana per affidare la gestione di questo settore a mani straniere, come sta avvenendo con i cieli italiani e come avverrà con le spiagge italiane e con altri beni e servizi italiani che dovrebbe finire in mani per lo più tedesche o francesi.
Come già accennato, il Superbonus h creato una sorta di moneta alternativa – la cessione dei crediti – che un’Unione europea che sta sprofondando nel baratro deve a tutti i costi bloccare. A rimanere con il cerino tra le mani saranno tantissimi italiani che, grazie alla cessione dei crediti, hanno avviato vari lavori edilizi, dall’efficientamento energetico al rifacimento degli edifici. L’Unione europea sta intervenendo con grande tempismo e grande maestria: in un solo colpo, bloccando, attraverso il Governo Draghi la cessione dei crediti, manderà sul lastrico non soltanto le citate 33 mila imprese circa del settore, ma anche i condomini che si sono avventurati in questa operazione. Non solo. Il Superbonus coinvolge anche oltre 60mila imprese artigiane che si ritrovano tra le mani tanti crediti ma senza liquidità. Il Governo Draghi, i partiti che lo sostengono in Parlamento (PD, grillini, Lega, Forza Italia, Italia Viva e la ‘Sinistra’ di Libero e Uguali) hanno creato un effetto domino che coinvolge vari settori dell’economia: per mancanza di liquidità le imprese pagano in ritardo i fornitori, le stesse imprese sono costrette a rinviare il pagamento di tasse e imposte e nonostante tutto il 20% delle imprese non ha i soldi per pagare i collaboratori9. Sembra che i crediti fiscali delle imprese ammontano a poco meno di 2,8 miliardi di euro. Poco meno del 50% delle imprese non troverebbe soggetti disposti ad acquisire i crediti. Questo perché la strategia adottata dal Governo con interventi continui ha scoraggiato gli intermediari finanziari ad effettuare gli acquisti. E’ importante notare proprio la strategia messa in campo dall’Unione europea: nessun blocco, ma continui cambi per disorientare imprese e investitori. In questo momento sembra che i crediti in attesa di accettazione superano i 5 miliardi di euro. Di questi, ben 4 miliardi circa sarebbero prime cessioni o sconti in fattura. In pratica, le aziende hanno anticipato per conto dello Stato un beneficio ai clienti, contando di recuperare il valore della prestazione attraverso la cessione a terzi. Il blocco della cessione, ovviamente, ha blocca tutto. E il sistema è andato in tilt.
Ovviamente, la giustificazione non manca. L’Unione europea, al di là delle stupidaggini messe in giro tipo “Europa dei popoli” e altre amenità varie, è in primo luogo un concentrato di interessi finanziari e bancari che dettano legge. E i cittadini non possono pensare di mettere in moto un ‘pezzo’ di economia senza fare bagnare il ‘becco’ a chi comanda nell’Unione europea. E non può farlo soprattutto l’Italia, Paese che ha un debito pubblico di 2 mila 800 miliardi di euro (in buona parte truffadino) e un risparmio privato di 5-6 miliardi di euro sul quale l’Unione europea dell’euro non è ancora riuscita a mettere le mani. Ci sono profittatori? Sicuramente. Ma il Governo Draghi, con la scusa dei ‘furbi’, sta bloccando tutto il sistema! Da qui la ‘punizione’ per gli tutti gli italiani che hanno cercato di far ripartire l’edilizia bypassando euro e banche. Con la ‘punizione’ comminata all’Italia non solo si bloccheranno i cantieri aperti, ma non si apriranno altri cantieri. Con la riqualificazione energetica degli immobili che andrà a farsi benedire. Chi vorrà salvare il salvabile del settore edilizio, o vorrà aprire nuovi cantieri – e questo è messaggio subliminale lanciato dall’Unione europea – dovrà mettere mano ai propri risparmi che potranno essere così fagocitati dal sistema bancario…
I lettori che vogliono approfondire l’incredibile storia del Superbonus possono leggere l’articolo che alleghiamo sotto:
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