- Il problema è degli agricoltori siciliani che producono grano duro privi di rappresentanza nella CUN. Ma è anche un problema politico della Regione siciliana
- Come può la seconda Regione italiana per la produzione di grano duro non avere propri rappresentanti nella Commissione Unica Nazionale per il grano duro?
- Per il grano duro siciliano volevano fissare un prezzo di 4 euro inferiore al prezzo del grano pugliese. La proposta non è passata non perché si è opposta la Sicilia – che non era rappresentata – ma perché si è opposto il rappresentante di una Regione del Sud che ha difeso gli agricoltori siciliani
- I presidente della Regione siciliana,Nello Musumeci, farebbe bene a intervenire, visto il silenzio dell’assessorato regionale all’Agricoltura
Il problema è degli agricoltori siciliani che producono grano duro privi di rappresentanza nella CUN. Ma è anche un problema politico della Regione siciliana
Ieri, nel nostro MATTINALE, abbiamo dato notizia del tentativo, per fortuna non riuscito, di utilizzare la CUN grano duro per penalizzare gli agricoltori siciliani che producono grano duro. Per la cronaca, la sigla CUN sta per Commissione Unica Nazionale. E’, o dovrebbe essere, uno strumento a tutela dei produttori di grano duro italiani, soprattutto dei produttori di grano duro di Puglia e Sicilia, dove si produce la stragrande maggioranza del grano duro del nostro Paese. La CUN è stata pensata e voluta quando il grano duro del Sud e della Sicilia veniva venduto a 18-20 euro al quintale a causa di una speculazione al ribasso sul prezzo. La CUN, per l’appunto, è stata voluta per bloccare queste vergognose speculazioni che colpivano i produttori di grano duro di Sud e Sicilia. Questa benedetta CUN è stata introdotta, dopo una lunga battaglia sociale, con una legge nazionale del 2016, soprattutto per merito del gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle. Dopo di che è rimasta lettera morta fino a qualche mese fa. Prima hanno bloccato tutto i Governi Renzi, Gentiloni e i due Governi di Giuseppe Conte. E’ rimasta bloccata anche con il Governo di mario Draghi ed è diventata operativa da poco tempo. Oggi la CUN non sembra molto utile, visto che i prezzi del grano sono in crescita. Basti pensare che nel 2016, come già ricordato, il prezzo del grano duro italiano non andava oltre i 18-20 euro al quintale, mentre oggi sfiora i 60 euro al quintale. La CUN rappresenta tutte le Regioni italiane che producono grano duro. E qui arriva la prima sorpresa: abbiamo scoperto che la Sicilia – seconda Regione italiana dopo la Puglia per la produzione di grano duro – non ha propri rappresentanti all’interno della CUN! Quanto meno non ci sono siciliani che difendono gli agricoltori della Sicilia, Da quello che abbiamo appurato, nella CUN grano duro ci sono i rappresentanti delle organizzazioni agricole, ci sono i rappresentanti degli industriali, ci sono i rappresentanti della Puglia, non escludiamo che ci siano anche i rappresentanti di altre Regioni italiane, ma non si capisce chi, per la Sicilia, è presente nella CUN grano duro!
Come può la seconda Regione italiana per la produzione di grano duro non avere propri rappresentanti nella Commissione Unica Nazionale per il grano duro?
Ieri mattina abbiamo dato notizia di una riunione della CUN grano duro, avvenuta Mercoledì scorso a Foggia, che si sarebbe conclusa non senza polemiche. A quanto abbiamo capito, ci sarebbe stato un tentativo di penalizzare i produttori di grano duro della Sicilia. Ieri siamo riusciti ad avere notizie più precise. Sembrerebbe che dalla riunione della CUN sarebbe stato fissato il prezzo di 57,50 euro per quintale di grano duro. Però per la Sicilia è stato chiesto un prezzo inferiore: circa 53 euro. Da quello che sappiamo, non c’erano rappresentanti della Sicilia: e questa è un’assurdità, considerato che nella nostra Isola, fino a qualche anno fa, il grano duro veniva coltivato in circa 300 mila ettari di terreno, mentre oggi siamo intorno a 270 mila ettari. Come può la seconda Regione italiana per la produzione di grano duro non avere agricoltori che la rappresentano in seno alla CUN grano duro non si capisce: e questo già dà la misura della considerazione che l’agricoltura gode nella Regione siciliana. Spiace ribadirlo, ma in Sicilia l’assessorato regionale all’Agricoltura non serve per sostenere gli agricoltori, ma per ‘produrre’ voti al politico-satrapo di turno che controlla lo stesso assessorato. Il risultato di queste gestione clientelare è che nessuno, in Sicilia, si è curato di assicurare la presenza di una rappresentanza dei produttori di grano duro della Sicilia nella CUN grano duro. Questa è la realtà, egregio assessore regionale all’Agricoltura Tony Scilla. E’ a conoscenza, assessore Scilla, di quanto avvenuto Mercoledì scorso durante la riunione della CUN grano duro? O per ora pensa soltanto alla sua probabile candidatura alle elezioni per il rinnovo dell’Assemblea regionale siciliana del prossimo Novembre?
Per il grano duro siciliano volevano fissare un prezzo di 4 euro inferiore al prezzo del grano pugliese. La proposta non è passata non perché si è opposta la Sicilia – che non era rappresentata – ma perché si è opposto il rappresentante di una Regione del Sud che ha difeso gli agricoltori siciliani
Non sappiamo se, nella CUN, siano presenti esponenti delle organizzazioni agricole della Sicilia: Coldiretti, Cia, Confagricoltura. Sappiamo, però, che Mercoledì scorso si è materializzata una proposta oscena: come già accennato, fissare, per il grano duro pugliese e meridionale in generale, il prezzo pari a 57,50 euro al quintale, mentre per il grano duro siciliano il prezzo proposto è stato di 53 euro al quintale. Su questo punto sarebbe scoppiato il patatrac. A quanto ci hanno raccontato, un rappresentate di una Regione del Sud avrebbe preso la parola dicendo: “Scusate, ma che senso ha questa proposta? La Sicilia è forse l’ultima ruota del carro? Ma lo capite o no che è solo una grande ingiustizia? Vi rendete conto che 4 euro al quintale in meno, per una Regione come la Sicilia che produce quasi 800 mila tonnellate di grano duro all’anno sono una cifra enorme che verrebbe tolta dalle tasche dei produttori di grano duro siciliani? Questa proposta non può passare”. In assenza di siciliani, i produttori di grano duro della Sicilia sono stati difesi da un rappresentante di una Regione del Sud. Solidarietà tra meridionali, insomma.
I presidente della Regione siciliana,Nello Musumeci, farebbe bene a intervenire, visto il silenzio dell’assessorato regionale all’Agricoltura
Ci chiediamo e chiediamo: il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, è al corrente di quanto avvenuto? Considerata l’assenza della regione in questa storia – fino ad ora non abbiamo letto una dichiarazione di politici siciliani su questa incredibile storia – non sarebbe il caso, egregio presidente, di avocare a sé la questione CUN grano duro? Anche per appurare meglio come sono andate le cose e se, dentro la CUN ci sono siciliani – magari di qualche organizzazione – un po’ silenti? O la seconda Regione italiana per la produzione di grano duro, per difendere il reddito di chi produce grano duro in Sicilia – perché di questo alla fine si tratta – deve dipendere dagli agricoltori o rappresentanti di altre Regioni che, per fortuna, hanno preso le difese dei produttori di grano duro siciliani? Per completare la nostra informazione, ovvero per capire a quanto si vende oggi il grano duro in Sicilia, abbiamo raggiunto al telefono Cosimo Gioia, agricoltore, produttore di grano duro della Sicilia. Gioia ci conferma – è incredibile! – che il prezzo del grano duro siciliano, in questo momento, è fermo a 53 euro al quintale IVA compresa. Altro che 57,50 euro come in Puglia! “Io chiedo solo una cosa – ci dice Gioia commentando questa storia -: la Regione siciliana cosa fa?”. Che è quello che ci chiediamo anche noi.
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