Oggi i nostri lettori saranno sommersi da articoli sull’agricoltura. Abbiamo già dedicato il nostro MATTINALE a un mezzo imbroglio della CUN grano duro che vorrebbero trasformare trasformare in uno strumento per sacrificare gli interessi degli agricoltori di Sud e Sicilia che producono grano duro sull’altare degli interessi dell’industria del Nord Italia. Poi una ‘zoomata’ sui report dell’analista dei mercati internazionali, Sandro Puglisi. E poi daremo una bella ‘botta’ a chi sta cercando di imbastire una speculazione politica- elettorale sui Consorzi di Bonifica. Torniamo adesso sul grano duro per approfondire ulteriormente quanto sta avvenendo. La mietitura del grano è ormai a pieno regime in tutto il Meridione, oltre che in Sicilia. Incredibilmente, la cosiddetta “Borsa merci” di Foggia, la ‘Capitale’ italiana del grano duro, la settimana scorsa non ha pubblicato il listino prezzi del grano. Sono insorti subito tanto gli agricoltori e i politici locali di Lucania e Puglia (https://www.statoquotidiano.it/09/06/2022/foggia-dellerba-nessuna-quotazione-del-grano-in-camera-di-commercio/936279/). Siamo quindi tornati a sentire Mario Pagliaro, il chimico del Cnr e accademico di Europa, con cui da anni dialoghiamo sulle evoluzioni del prezzo del grano. In questo modo sono I Nuovi Vespri ad offrire agli agricoltori lucani e pugliesi, ma in realtà di tutta Italia, un quadro aggiornato sulle dinamiche del prezzo del grano duro in Italia e nel mondo.
Allora, Pagliaro, ci eravamo lasciati a inizio Giugno con ottime notizie sul prezzo del grano, che in Sicilia aveva già raggiunto i 52 euro al quintale. Come possono fare gli agricoltori ad avere un’idea dei prezzi se qui non funzionano più nemmeno le Borse merci proprio nel momento cruciale in cui dovrebbero farlo?
“Ormai ci sono molti modi. Ed è rivelatore, a nostro avviso, che uno dei più efficaci sia stato da poco lanciato in Sicilia. I cerealicoltori che gestiscono un noto blog dedicato proprio al grano duro pubblicano online una pagina con i prezzi riconosciuti a svariate aziende agricole di tutto il Meridione (https://www.google.com/maps/d/viewer?mid=1qnFDm_mKf_YdEg594qbz3ctDKPVe9RY&ll=40.33105151838071%2C15.382288300000003&z=6). Aprendola, si apprende come a Lecce, il 9 Giugno, il grano duro si vendeva già a 55 euro al quintale”.
Quindi coloro che pensavano che il prezzo del grano duro sarebbe crollato hanno preso un’enorme cantonata. Posso chiederle qual è la situazione reale in Canada, da dove si faceva arrivare il grano per fare crollare il prezzo del grano siciliano e meridionale?
“Il 6 Giugno il prezzo del grano duro canadese sera già prossimo ai 600 dollari canadesi alla tonnellata (https://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2022/06/09/grano-duro-ancora-rialzi-in-attesa-del-nuovo-raccolto/75252). Vi aggiunga il costo per trasportarlo in Europa, con il costo del petrolio a 120 dollari al barile, ed è facile capire che importare grano canadese ormai non è più utile a far scendere il prezzo del grano duro italiano”.
Qual è il prezzo del grano tenero?
“Se posso, consiglierei a lei e ai suoi lettori di non guardare a stime e previsioni, ma ai prezzi reali: quelli dei contratti siglati. La Giordania il 14 Giugno voleva comprare 120mila tonnellate di grano per nutrire la popolazione. Ne ha potuto comperare soltanto 60mila, pagandole 49 euro a quintale, con consegna a Settembre (https://www.nasdaq.com/articles/jordan-buys-60000-tonnes-of-wheat-in-tender-traders-say-0). Se non è riuscita a comprarne 120mila tonnellate di grano come voleva non è per carenza di cereale: ma probabilmente perché non si attendeva di trovare simili prezzi il 14 di Giugno”.
E l’Egitto, il maggior importatore di grano al mondo, a quali prezzi reali sta pagando il grano?
“L’Egitto ha comprato lo scorso 1 Giugno 420mila tonnellate di grano tenero: 240mila dalla Romania, 120mila dalla Russia e 60mila dalla Bulgaria, pagandolo tutto
Noi seguiamo l’agricoltura dai primi anni ’80 e non ricordiamo simili livelli dei prezzi del grano. Non escludiamo fregature a danni dei produttori di grano duro Sud e Sicilia. Roma e il Nord faranno di tutto per fregarli, come abbiamo scritto proprio stamattina con le strane manovre sulla CUN grano duro. Come possono difendersi?
“Gli agricoltori siciliani sono in una posizione di forza che durerà a lungo: posseggono un prodotto di eccezionale qualità, che possono vendere già adesso a prezzi largamente remunerativi nonostante gli aumenti dei fertilizzanti e del gasolio. Quello che conta adesso è rimettere subito in produzione le decine di migliaia di ettari di terreno abbandonate quando i prezzi erano bassi e non remunerativi. Secondo l’istituto di statistica, la Sicilia avrebbe perso 37mila ettari di terreno e 100mila tonnellate di prodotto negli ultimi dieci anni (https://risorgimentosicilia.qds.it/economia/grano-duro-sicilia-coldiretti-anno-difficile/). Ai prezzi odierni, significa che hanno perso la possibilità di ricavare altri 55 milioni di euro. Ma in realtà i terreni disponibili superano di molto i 37mila ettari. E i prezzi potrebbero superare di molto i 55 euro al quintale. Allettate dai prezzi alti e crescenti, i titolari di molte aziende agricole siciliane hanno compreso che è ora di ritornare massicciamente al frumento”.