- Quando la Commissione Unica Nazionale (CUN) sarebbe servita a tutelare il grano duro del Sud e della Sicilia dalle speculazioni al ribasso dei prezzi non veniva fatta funzionare. Oggi che il prezzo del grano duro è in crescita in tutto il mondo il Governo nazionale la vuole fare funzionare per penalizzare gli agricoltori di Sud e Sicilia e favorire gli industriali del Nord. Con una penalizzazione ulteriore per gli agricoltori siciliani che producono grano…
- La denuncia di un anno fa di Agostino Cascio
- La riunione della CUN grano duro che si è svolta ieri a Foggia e il tentativo di penalizzare gli agricoltori di Sud e Sicilia che producono grano
- Bloccare oggi il prezzo del grano duro con la CUN follia allo stato puro sia perché fra tre mesi il prezzo del grano duro potrebbe schizzare a 100 euro al quintale, sia perché sono in crescita esponenziale anche i costi dei fertilizzanti, i costi delle sementi e i costi dell’energia
Quando la Commissione Unica Nazionale (CUN) sarebbe servita a tutelare il grano duro del Sud e della Sicilia dalle speculazioni al ribasso dei prezzi non veniva fatta funzionare. Oggi che il prezzo del grano duro è in crescita in tutto il mondo il Governo nazionale la vuole fare funzionare per penalizzare gli agricoltori di Sud e Sicilia e favorire gli industriali del Nord. Con una penalizzazione ulteriore per gli agricoltori siciliani che producono grano…
Il pirandellismo entra di prepotenza anche nel mondo del grano siciliano. A quanto pare, il prezzo del grano può aumentare in tutto il mondo, tranne che in Sicilia. Abbiamo cominciato a scriverlo tre anni fa (come potete leggere qui). Tre anni fa il prezzo del grano duro – coltura d’elezione nel Sud Italia e in Sicilia – era cominciato a crescere: dopo un prezzo bloccato da anni a 18-20 euro al quintale si era arrivati a 26-27 euro al quintale. Ma la salita del prezzo del grano duro, chissà perché, rallentava in Sicilia. Adesso sembra che stia succedendo una cosa simile. La notizia che leggerete è un’indiscrezione in attesa che il Governo regionale siciliano dica come stanno le cose, anche se ne dubitiamo. Vediamo, per grandi linee, cosa sarebbe successo ieri. Da qualche tempo è operativa, dopo anni di attesa, la CUN grano duro. La sigla CUN, per la cronaca, sta per Commissione Unica Nazionale che dovrebbe evitare speculazioni al ribasso su prezzo del grano duro. La CUN grano duro è stata introdotta con una legge nazionale nel 2016 e il merito va dato ai parlamentari nazionali del Movimento 5 Stelle. Dopo di che tutto è rimasto bloccato per quasi sei anni: e i primi a bloccare tutto sono stati proprio i grillini che, infatti, non vota più nessuno. Solo negli ultimi mesi, quando la CUN grano duro non serve più agli agricoltori, perché il prezzo del grano, tra alti e bassi, è in crescita in tutto il mondo, ecco che la CUN grano duro è stata istituita. E non si capisce se sia stata istituita e resa operativa per tutelare gli agricoltori di Sud Italia e Sicilia che producono grano duro, o per evitare che il prezzo del grano duro cresca troppo… Da qui l’indiscrezione: sembrerebbe, infatti, che ieri si sia riunita la CUN grano duro a Foggia, in Puglia, ma che si sarebbe arrivati a un nulla di fatto. E che il nulla di fatto – ovvero il brusco stop della riunione della CUN grano duro – sia avvenuto proprio sul prezzo del grano duro in Sicilia, che avrebbe dovuto essere inferiore al prezzo del grano duro di altre Regioni italiane! Possibile? Noi non ci vogliamo credere. Perché si tratterebbe di un ennesimo atto di colonialismo ai danni della Sicilia e, in particolare, degli agricoltori siciliani che producono grano duro.
La denuncia di un anno fa di Agostino Cascio
A noi la notizia – o meglio, l’indiscrezione – sembra enorme. Però non ci sembra del tutto incredibile, perché la storia, lo ribadiamo, non è nuova. In un modo o nell’altro, infatti, non si capisce perché, gli agricoltori siciliani che producono grano duro debbono rimanere fregati! Noi ricordiamo la denuncia, dello scorso anno di Agostino Cascio, agricoltore, produttore di grano duro nel Nisseno. Lo scorso anno, ad Agosto, abbiamo raccontato quello che succedeva riprendendo un grintoso video di Agostino Cascio: “In Canada il grano duro viene venduto a 70 euro al quintale. Nel mercato di Milano a 50 euro al quintale. Nei mercati pugliesi viene venduto a 44 euro. In Sicilia, invece, il prezzo del grano duro oscilla fra 32 e 34 euro IVA compresa. Nella nostra Isola persiste la speculazione al ribasso. Che fare? Agostino Cascio, rappresentante Agricoltori Riuniti e segretario regionale in Sicilia dei Liberalsocialisti per l’Italia, ha deciso di prendere il toro per le corna. Lo fa in un video nel quale, senza peli sulla lingua, va alla radice della speculazione ribassista che colpisce soprattutto i piccoli e medi produttori siciliani di grano duro. Lo fa raccontando quello che succede nel mercato mondiale del grano, dove i prezzi sono in vertiginoso aumento. Lo fa raccontando quello che succede in Puglia, dove il prezzo del grano duro, pur non avendo ancora raggiunto i 50 euro al quintale, manifesta una tendenza al rialzo. E lo fa soprattutto spiegando con parole chiare e semplici cosa succede in Sicilia dove domina la speculazione ribassista con il solito Governo regionale assente” (qui per esteso il nostro articolo dello scorso anno). Ecco perché l’indiscrezione che è giunta a noi ieri sera ‘fresca fresca’ da un nostro amico agricoltore pugliese che coltiva il grano duro nell’area della Capitanata non ci stupisce. Il nostro amico agricoltore ci ha detto che si è parlato di fissare il prezzo del grano duro pugliese a 57-58 euro al quintale. Ma questo prezzo è considerato troppo elevato per la Sicilia.
La riunione della CUN grano duro che si è svolta ieri a Foggia e il tentativo di penalizzare gli agricoltori di Sud e Sicilia che producono grano
Purtroppo noi non sappiamo chi, per la Sicilia, ha partecipato alla riunione della CUN che si è svolta ieri a Foggia. Ci auguriamo di sapere più oggi. intanto, come si dice in gergo giornalistico, diamo la notizia-indiscrezione. Le nostre informazioni sono frammentarie. Come già accennato, ci sono state fornite indirettamente da un agricoltore pugliese che aveva parlato con un rappresentate pugliese della CUN. Oggi cercheremo di saperne di più rintracciando qualche agricoltori siciliano informato. Intanto non possiamo non notare, come dire?, l’aspetto pirandelliano di questa vicenda. Tra il 2016 e il 2020, quando la CUN sarebbe servita agli agricoltori di Sud e Sicilia, i vari Governi nazionali che si sono susseguiti hanno tenuto tutto bloccato. La CUN è stata ‘congelata’ dal Governo di Matteo Renzi, dal Governo di Paolo Gentiloni, dal primo Governo di Giuseppe Conte, dal secondo Governo di Giuseppe Conte e, fino a qualche mese fa, dal Governo dei Mario Draghi. Guarda caso, ora che la CUN grano duro non serve più, perché il prezzo del grano è in crescita in tutto il mondo, il Governo Draghi appoggiato da grillini, PD, Lega, Forza Italia, Italia Viva e la ‘Sinistra’ di Liberi e Uguali vorrebbe applicare la CUN per penalizzare i produttori di grano duro del Sud e della Sicilia bloccando il prezzo del grano duro! Follia allo stato puro e vi illustriamo anche il perché.
Bloccare oggi il prezzo del grano duro con la CUN follia allo stato puro sia perché fra tre mesi il prezzo del grano duro potrebbe schizzare a 100 euro al quintale, sia perché sono in crescita esponenziale anche i costi dei fertilizzanti, i costi delle sementi e i costi dell’energia
In questo momento in quasi tutto il mondo dominano i cambiamenti climatici. La siccità sta colpendo il Canada, gli Stati Uniti d’America, il Sud America, l’Africa, l’India, il Nord Europa (in testa Francia e Nord Italia) e, per ora, in minima parte, anche la Russia e la Cina. Fino ad oggi la siccità ha risparmiato l’Australia, dove è già stata effettuata, lo scorso Aprile, la prima raccolta del grano, in attesa di raccogliere il grano di Dicembre. Per la cronaca, Stati Uniti d’America, Canada e Sudamerica sono grandi produttori di grano. Ciò significa che anche quest’anno nel mondo ci sarà una contrazione nella produzione di grano e un inevitabile aumento del prezzo del grano duro a livello mondiale. Anche perché il grano dell’Ucraina – che è il quarto esportatore del mondo di grano – è bloccato perché i porti dell’Ucraina sono stati riempiti di mine dai militari della stessa Ucraina in chiave anti-russa. Sappiamo tutti che tra Russia e Ucraina è in corso una guerra. I russi non possono entrare nei porti ucraini, ma le navi ucraine non possono esportare il loro grano via nave, pena il rischio di saltare in aria con tutto il grano. Il blocco del grano ucraino – che non potrà essere risolto, se non in minima parte, con il trasporto del grano con i treni – farà ulteriormente lievitare il prezzo del grano nel mondo. In più c’è la Russia, che è il primo produttore di grano nel mondo, che va riducendo le esportazioni sia per tutelare i propri consumi interni, sia perché deve fornire grano al proprio alleato cinese (in Cina ci sono un miliardo e 400 milioni di consumatori!), sia perché non ha motivo di aiutare un’Unione europea che non fa altro che piazzare sanzioni contro la Russia. Morale: fra tre mesi, e non fra tre anni!, il prezzo del grano duro italiano, che per ora ‘viaggia’ tra 55 e 60 euro al quintale, potrebbe essere venduto tranquillamente a 100 euro al quintale. Vincolare, oggi, il prezzo del grano duro è un gravissimo errore (vincolare, poi, il prezzo del grano duro siciliano a 4-5 euro al quintale in meno rispetto al grano duro pugliese, se è vera tale indiscrezione, sarebbe una follia!), non soltanto perché fra tre mesi il prezzo del grano duro potrebbe svettare a 100 euro al quintale, ma anche perché, sempre fra tre mesi, i prezzi dei fertilizzanti, oggi più che raddoppiati, potrebbero addirittura quadruplicare o quintuplicare e un prezzo di 70-80 euro al quintale di grano duro potrebbe addirittura non coprire i costi di produzione! Anche perché, oltre all’aumento del costo dei fertilizzanti, sono aumentati i cosi delle sementi e il costo dell’energia! Da qui la domanda finale: la CUN grano duro serve a tutelare gli agricoltori di Sud e Sicilia che producono grano duro o gli industriali del Nord Italia?
Foto tratta da Oltre Free Press
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