di Diego Fusaro
Sui carri armati russi, ci segnalano i professionisti dell’informazione, è comparsa nei giorni scorsi la lettera o, dopo che per molto tempo campeggiava la z. Questa novità naturalmente non è sfuggita ai padroni del discorso, che hanno riempito intere pagine dei giornali aziendali di completamento del rapporto di forza dominante con la notizia, variamente commentandola e non di rado producendo le ipotesi più surreali, per non dire più demenziali. Quel che ci preme sottolineare è che l’Occidente è ormai precipitato in un baratro, in un abisso senza fondo, che lo ha già da tempo portato a essere la cultura del nulla, la civiltà del nichilismo perfettamente realizzato. La cancel culture ne è l’esempio più emblematico, poiché in essa si esprime il nulla in cui l’Occidente è precipitato, quel nulla che lo porta a voler cancellare la propria storia e rimuovere con un colpo di spugna il proprio passato.
Nei mesi scorsi, come purtroppo sappiamo, la lettera z è stata bandita dai guardiani dell’ortodossia ortografica, che l’hanno incondizionatamente identificata con un simbolo della perfida Russia di Putin, in quanto tale degno di essere abolito per decreto. Gli effetti sono stati e continuano ad essere palesemente demenziali e in non rari casi manicomiali. Adesso potrebbe essere la volta della lettera o, anch’essa sottoposta alle cure zelanti dei padroni del discorso, sempre più tragicomicamente simili agli addetti che nel romanzo 1984 cambiano senza tregua la lingua in funzione del potere. A quanto pare, la barbarie della cancel culture non risparmia neppure la lingua, dopo essersi già abbattuta ignobilmente sulle statue e sui simboli della nostra tradizione. Ed ecco che allora gli zelanti guardiani dell’ortodossia ortografica si adoperano per rimuovere le Z e poi le O, per far sì che ogni pensiero importuno e vagamente difforme sia aprioricamente devitalizzato alla radice. Questa fumettistica e demenziale tendenza, in cui ripeto si esprime il nulla in cui l’Occidente è precipitato, si fonde virtuosamente con l’altra grande tendenza del nostro presente: quella per cui, avendo abbandonato la sacrosanta lotta per il lavoro e contro il capitale, le nuove sinistra fucsia dell’arcobaleno, post-moderne e neoliberali, del tutto sovrapponibili alle destre bluette, si impegnano con ardimento nelle nuove rivolte ortografiche e nelle battaglie dell’asterisco; senza nemmeno più menzionare le asimmetrie dei rapporti di forza del capitale, al quale hanno venduto testa e cuore, i guerrieri dell’arcobaleno e dell’asterisco fanno le rivoluzioni ortografiche, mettendo lo schwa e togliendo le Z e le O. Non possiamo nasconderlo: la situazione farebbe davvero ridere, se solo non facesse tragicamente piangere.
Foto tratta da Plu7