Di raccolta differenziata dei rifiuti a Palermo e a Catania non se ne deve nemmeno parlare. Il problema è che queste due città – le più grandi città della Sicilia – oltre a somigliare a discariche a cielo aperto, scaricano i loro problemi su altri Comuni dell’Isola. Mezza Sicilia è mobilitata per seppellire i rifiuti di Palermo e un’altra mezza Sicilia è mobilitata per seppellire i rifiuti di Catania. In queste ore l’assessore regionale con delega ai rifiuti, Daniela Baglieri, e il dirigente generale del Dipartimento Acqua e Rifiuti della Regione, Calogero Foti, hanno costretto la discarica pubblica di gela – e quindi il Comune di Gela – a prendersi i rifiuti di Catania. Si tratta di montagne di rifiuti, perché Catania è una città turistica che in Estate si riempie di turisti. Lo stesso discorso vale per Palermo. Non ci possono essere giustificazioni per l’amministrazione comunale della Città Etnea, Salvo Pogliese; si tratta di un Sindaco che non si insediato qualche mese addietro, ma quattro anni fa! In quattro anni, a Catania, la situazione munnizza, invece di migliorare, peggiora. Situazione ancora più grave a Palermo dove una discarica che dovrebbe essere chiusa da almeno vent’anni – Bellolampo – è ancora aperta di munnizza che, con i camion, viene smistata nei territori di altri Comuni della Sicilia inquinandoli. Anche in questo caso non ci possono essere scuse per il Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando: la gestione dei rifiuti da parte dell’Amministrazione che presiede è un totale fallimento. E questo è uno dei tanti motivi per i quali i cittadini di Palermo, Domenica prossima, non dovrebbero votare per lo schieramento di centrosinistra, perché da anni i palermitani pagano una TARI salatissima per avere una città sporchissima. Votare per il centrosinistra di Palermo è autolesionismo puro.
Spiace scriverlo, ma i Sindaci dei Comuni siciliani che sono costretti a prendersi i rifiuti di Palermo e di Catania – e quindi di inquinare i propri territori con la munnizza prodotta nel capoluogo della Sicilia e nella Città Etnea – non stanno rendendo un grande servizio ai propri cittadini. Al contrario, li stanno penalizzando. I cittadini di questi Comuni dovrebbero tenerne conto, non votando più gli amministratori comunali che non hanno fatto la ‘rivoluzione’ per provare a bloccare i rifiuti di Palermo e Catania. Scriviamo questo perché ci sono stati Sindaci – Motta Sant’Anastasia a Misterbianco – che hanno provato a lottare contro i ‘Signori delle discariche’: e questo va a loro merito. A nostro modesto avviso, le parole dell’assessore Baglieri sono gravi, non perché – come cerca di fare credere – “ha scongiurato la crisi nei rifiuti”, ma perché la soluzione che l’assessore ha trovato, dopo un anno di permanenza nel Governo siciliano, non è affatto ‘originale’, ma è la solita minestra riscaldata prodotta da vent’anni a questa parte dalla politica siciliana: il solito balletto di rifiuti tra le discariche di Lentini, Motta Sant’Anastasia, Siculiana, Gela: insomma discariche. discariche e ancora discariche. Assessore Baglieri, si offende se le diciamo che la sua esperienza nel Governo regionale, sul fronte della gestone dei rifiuti, è totalmente fallimentare? Non siamo mai stati molto convinti dei termovalorizzatori, ma siccome, ancora oggi, la metà della popolazione siciliana è condannata alle discariche (che in qualche caso coinvolgono Comuni virtuosi dove si effettua la raccolta differenziata: e questo è paradossale!), a questo punto ben vengano i termovalorizzatori. E pur avendoli avversari nei primi dieci anni del 2000, dobbiamo riconoscere che il Governo regionale di Totò Cuffaro aveva visto giusto con i termovalorizzatori. Magari quattro erano troppi, ma la soluzione dei termovalorizzatori – alla luce di quanto avvenuto in questi anni e di quanto continua ad avvenire in questi giorni – era ed è meno impattante della vergognosa recitazione sulle discariche. E sorge anche un dubbio: e cioè che i “No” ai termovalorizzatori siciliani del primo decennio del 2000 non erano solo ‘ecologici’, ma anche interessati: interessati a mantenere in piedi il sistema delle discariche.
Palermo, a proposito di dissennata gestione dei rifiuti, merita un posta a sé. La discarica di Bellolampo, negli anni passati, irrazionalmente, abbancava (significa seppelliva) i rifiuti di un nutrito drappello di Comuni della provincia. Una soluzione folle, alla quale il Comune di Palermo avrebbe dovuto opporsi. O quanto meno porre la questione politica. Invece il Comune di Palermo – in forza di discutibili ordinanze della Regione siciliana – riceveva i rifiuti di tanti altri Comuni della provincia facendosi pagare. Alcuni Comuni non hanno pagato e sarebbe interessante capire come si sono chiusi – se sono stati chiusi – tali contenziosi. Altri Comuni pagavano. Ci auguriamo che il Consiglio comunale di Palermo che si insedierà nelle prossime settimane avvii un’indagine conoscitiva su quanti soldi il Comune di Palermo ha incassato negli anni in cui tanti Comuni della provincia abbancavano i rifiuti a Bellolampo e come sono stati spesi questi soldi. Intanto prendiamo atto che Palermo e Catania sono due città vergognosamente piene di munnizza, tra l’esasperazione degli abitanti costrette a vivere nella sporcizia: cittadini che s’illudono di risolvere il problema dando alle fiamme l’immondizia. Prendiamo atto che la soluzione dell’assessore Baglieri è sbagliata: in Estate Catania, grazie alla presenza di turisti, raddoppierà la produzione di rifiuti che sommergeranno la discarica di Gela. Il Sindaco di Catania e la Regione siciliana – visto che peraltro sono dello stesso ‘colore’ politico – si inventino altre soluzioni (anche trasportare i rifiuti fuori dalla Sicilia come fanno altre Regioni italiane) e lascino in pace gli altri Comuni della Sicilia. Lo stesso discorso vale per Palermo. I Sindaci di Palermo e di Catania e l’assessore Baglieri non possono pensare di scaricare su altri Comuni della Sicilia le proprie inadeguatezze. Spiace scrivere anche questo, ma due Governi regionali di diverso ‘colore’ politico – il passato Governo di centrosinistra di Rosario Crocetta e l’attuale Governo di centrodestra di Nello Musumeci – si sono liberati di due assessori con delega ai Rifiuti (il Governo Crocetta si è liberato dell’ex assessore Nicolò Marino, il Governo Musumeci dell’ex assessore Alberto Pierobon) per arrivare allo stesso risultato: il caos all’insegna delle immarcescibili discariche.