Sulla pagina Facebook di Tony Pellicane, candidato al Consiglio comunale di Palermo nella lista Potere al Popolo!, abbiamo letto una notizia che definire incredibile è poco: “Ieri sera – scrive Tony Pellicane – in giro per la città a fare attacchinaggio. È vergognoso che in interi quartieri come Roccella, Sperone, Guarnaschelli, Bandita e Brancaccio non esistono spazi riservati alla cartellonistica elettorale, come se in quei quartieri la gente non deve potersi fare un’opinione relativa alle proposte elettorali in competizione. Questo è un altro piccolo ma significativo segnale di abbandono delle periferie, dove, spesso, diventa più facile manovrare il voto”. Questo, forse, è più di un “significativo segnale di abbandono delle periferie”. Certe cose, a Palermo, non avvengono mai per caso. In questa campagna elettorale per l’elezione del nuovo Sindaco di Palermo e del nuovo Consiglio comunale – forse la più brutta campagna elettorale degli ultimi vent’anni – abbiamo assistito a strumentalizzazioni e, nelle ultime ore, anche all’arresto di un personaggio, sul quale gravano accuse pesanti, che ha fatto la spola fra centrosinistra e centrodestra. Ma la notizia più grave in materia di legalità-illegalità – dal nostro punto di vista – l’ha data, appunto, Tony Pellicane, segnalando un fatto che dovrebbe fare riflettere chi ha a cuore la legalità: l’impossibilità per i candidati, in alcuni quartieri della città, di presentarsi agli elettori negli spazi riservati alla cartellonistica elettorale! Ci piacerebbe sapere cosa pensano di questa storia il Prefetto di Palermo, il Sindaco di Palermo, il Consiglio comunale uscente di Palermo e, in generale, il mondo politico della città. Non sarebbe il caso di avviare un’indagine per capire di chi è la responsabilità? O ci vogliono fare credere che l’assenza di cartellonistica elettorale in questi quartieri della città sia frutto del ‘caso’?