Questo articolo prova a riassumere quello che è avvenuto cinque anni fa in occasione delle elezioni comunali di Palermo. Ci piacerebbe che a leggerlo fossero on soltanto i cittadini-elettori, ma soprattutto i circa 800 candidati al Consiglio comunale della città che hanno dedicato il loro tempo e le loro risorse per affrontare la campagna elettorale. A tutti ricordiamo che lo spoglio delle schede per le elezioni del Consiglio comunale di Palermo, nelle ultime due tornate elettorali – 2012 e 2017 – è stato caratterizzato da grandi anomalie. Con questo articolo proviamo a sensibilizzare cittadini e candidati. Nel 2012 lo spoglio delle schede per le elezioni del Consiglio è durato quasi due mesi! Nel 2017 è durato quasi un mese. Non sono tempi accettabili. Né si può accettare la tesi che “i candidati sono tanti e c’è confusione”. Ci sono città italiane con un numero di abitanti superiore al numero degli abitanti di Palermo. Eppure in tutte le altre città lo spoglio delle schede per le elezioni al Consiglio comunale dura due giorni, non un mese o due mesi! Se a Palermo le anomalie si sono verificate due volte consecutivamente un motivo ci sarà. In questo articolo rilanciamo il primo dei nostri articoli pubblicati nel 2017, mentre era in corso un allucinante spoglio delle schede per il Consiglio comunale. Noi, infatti, non escludiamo che anche questa volta vada in scena la solita storia. Del resto, con le elezioni comunali di Palermo 2022 stiamo partendo male, con uno strano attacco hacker al Comune di Palermo a pochi giorni dalle elezioni. Guarda un po’ che cose strane…
Andiamo al nostro primo articolo di cinque anni fa. Già alle prime battute emergevano anomalie: “Si sta ripetendo – scrivevamo il 14 Giugno di cinque anni fa – lo scenario di cinque anni fa: tanti candidati e tanti elettori che lamentano la ‘scomparsa’ dei voti. Stiamo effettuando le nostre verifiche da semplici cittadini, e già appare la prima anomalia: liste dove i voti di lista sono maggiori dei voti di preferenza. Invitiamo i lettori a segnalarci le anomalie. E invitiamo i candidati che pensano di essere stati penalizzati di chiedere l’accesso agli atti e di prepararsi ai ricorsi”. E ancora: “Voto per le elezioni comunali di Palermo: esattamente come cinque anni fa centinaia e centinaia di cittadini lamentato la “scomparsa” del proprio voto. Ci sono amici, parenti e, in alcuni casi, interi nuclei familiari che non capiscono che fine abbiano fatto i propri voti. La scusa naturalmente è già pronta: ci sono state quasi 15 mila schede annullate (come potete leggere qui). Ed è proprio il ripetersi di questo fenomeno che fa sorgere dubbi. Davanti a questi dubbi – che appannano l’idea stessa di democrazia – il cittadino pensa di non avere alcun potere. Invece non è così. Alla luce anche di alcuni fatti molto strani – liste dove i voti di lista sono stati maggiori dei voti di preferenza – invitiamo i cittadini che hanno dubbi ad andare a verificare, consultando i risultati elettorali della Sezione nella quale hanno espresso il voto, se al candidato che hanno votato (o ai due candidati che hanno votato, visto che c’è la doppia preferenza di genere) risulti (o risultino) i voti da loro espressi. Certo, se si tratta di liste e di candidati molto votati la verifica può risultare inutile. Ma se si tratta di liste e di candidati non molto conosciuti, ebbene, la verifica diventa interessante, specie se i voti di lista e i voti ai candidati sono ‘scomparsi’. Questo passaggio è fondamentale, perché ci consentirà di capire di che entità è il fenomeno. Da qui il nostro appello ai candidati, soprattutto ai candidati che sono stati penalizzati. Sappiamo tutti che, in generale, i voti di preferenza si raccolgono ad uno ad uno. E questo vale ancor di più alle elezioni amministrative, dove il rapporto tra candidato ed elettori è personale. Quindi invitiamo i candidati che pensano di essere stati penalizzati di chiamare i propri elettori e invitarli ad effettuare la verifica nella propria sezione. Dopo di che, a nostro modesto avviso, bisognerebbe procedere seguendo questo possibile percorso”.
E ancora: “Cominciamo con i voti annullati: quasi 15 mila voti annullati sono veramente troppi. Con lo sbarramento al 5% su circa 270 mila elettori che si sono recati alle urne, con 13-14 mila voti una lista è già al 5%. Ebbene, i voti annullati equivalgono a quelli di una lista che ha superato il quorum del 5%. E’ importante un altro elemento: se alcune di queste schede annullate dovessero, a un ricontrollo, risultare valide, gli effetti sul voto di lista potrebbero risultare sostanziali, perché ci sono liste rimaste fuori per pochissimi voti. Lo stesso discorso potrebbe valere per alcuni candidati. Elemento, questo, che vale ancora di più per l’attribuzione del premio di maggioranza, che è stato assegnato per un pugno di voti! Ancora: è importante la ‘qualità’ delle schede annullate. Va verificato se l’annullamento segue un andamento ‘normale’, o se ci sono alcune liste – e alcuni candidati – che vengono penalizzati in ragione maggiore. Va verificato il conteggio sui voti di lista. Su questo punto stiamo facendo alcune verifiche. Ma già segnaliamo subito un’anomalia già sottolineata: la presenza di liste nelle quali i voti di lista risultano maggiori dei voti di preferenza. Questo è un fatto oggettivamente strano. Ricordiamo che con la doppia preferenza di genere (la possibilità di poter esprimere due voti: uno per un candidato uomo e uno per un candidato donna) si esprimono due preferenze. Quindi in una lista la somma dei voti di preferenza dovrebbe essere maggiore dei voti di lista. Invece in alcuni casi – che stiamo approfondendo – i voti di lista sono maggiori dei voti di preferenza! Insomma, ci sarebbero stati elettori che hanno votato la lista e non la preferenza. Questo è possibile, ma nelle elezioni comunali – dove si vota spesso la persona – dovrebbe essere improbabile. Ricordiamo che si è votato con il ‘trascinamento’: bastava votare un candidato al Consiglio comunale e il voto si estende al candidato sindaco collegato alla medesima lista. Insomma, per dirla in breve: dovrebbe essere molto più probabile trovare schede votate solo per il Consiglio comunale che non schede votate solo per il sindaco”.
E ancora: “Visto quello che sta succedendo per la seconda volta (abbiamo ricordato che cinque anni fa candidati ed elettori, alle elezioni comunali di Palermo, denunciarono la mancanza di voti), sarebbe opportuno che candidati ed elettori, una volta accertate la ‘scomparsa’ dei voti, si preparino a chiedere l’accesso agli atti e a presentare eventuali ricorsi. Nelle sezioni, ad esempio, dove la ‘scomparsa’ dei voti dovesse raggiungere numeri significativi, sarebbe corretto – visto che siamo ancora in democrazia – chiedere il riconteggio dei voti, per capire che fine hanno fatto questi voti ‘scomparsi’. Tale verifica, incrociata con il controllo delle circa 15 mila schede annullate, dovrebbe dare risposte significative. Se i voti ‘scomparsi’ non dovessero essere trovati tra le 15 mila schede annullate, ci si troverebbe davanti a fatti da approfondire. A nostro modesto avviso, sarebbe opportuno un riconteggio complessivo delle schede. Per verificare, tanto per cominciare, la corrispondenza tra i voti di lista segnati nei verbali e i voti di lista che risultano dalla lettura delle schede, sezione per sezione. Questo è un elemento essenziale: invitiamo, pertanto, candidati e cittadini a richiedere questa verifica. Cinque anni fa l’assegnazione dei voti di preferenza per il Consiglio comunale fu caotica. Oggi lo scenario si ripete e, forse, ci sono ombre anche sui voti di lista. Una cosa del genere, questa volta, non può passare in silenzio”.
E ancora: “Tre ultime notazioni. Prima notazione. A Palermo – alle elezioni comunali di Palermo – visto quello che succede, non è pensabile che una lista si presenti alle elezioni senza un rappresentante di lista in ogni sezione. Non è pensabile che su 15 mila schede annullate le contestazioni, da parte dei rappresentanti di lista, si contino sulla punta delle dita. Perché un rappresentante di lista, se l’annullamento riguarda o ‘sfiora’ la propria lista, contesta e invita il presidente di seggio a verbalizzare l’annullamento ‘a futura memoria’. Seconda notazione. Per ridurre le anomalie sarebbe opportuna la doppia scheda: una per il Sindaco e una per il Consiglio comunale. Prima verrebbero scrutinate le schede per l’elezione del Sindaco, per le schede per il Consiglio comunale. Terza notazione: lo scrutinio delle schede è andato, in molti casi, per le lunghe: altro elemento che spinge verso il riconteggio dei voti. La scheda unica – cioè il sistema attuale – crea solo confusione (soprattutto per gli elettori), ritarda le operazioni di scrutinio e aiuta solo chi vuole pescare nel torbido”.
Noi riteniamo che quanto si è verificato dieci anni fa e poi cinque anni fa possa verificarsi per la terza volta consecutiva. Anche perché non ci sono state conseguenze né nel 2012, né nel 2017. E, soprattutto, perché certi personaggi ci sono ancora. Invitiamo tutti i partiti a organizzare la presenza nei seggi con i rappresentanti di lista. Per segnalare – subito – eventuali anomalie. La cosa migliore sarebbe avere come rappresentante di lista un avvocato. Ma sappiamo che questo è quasi impossibile. Però che ogni partito che si presenta alle elezioni per il Consiglio comunale possa contare su un paio di avvocati in stretto raccordo con i rappresentanti di lista, ebbene, non ci sembra impossibile. I rappresentanti di lista, quando si completano le operazioni di scrutinio, debbono conoscere il numero delle preferenze che debbono coincidere con il conteggio finale ufficiale. Questo è un punto importantissimo. Nei prossimi articoli illustreremo il perché.
Fine della Prima Puntata – Continua
Foto tratta da Sky TG24
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