Prendiamo atto che il Governo nazionale e il Governo siciliano continuano a baloccarsi con iniziative estemporanee per fronteggiare il problema degli incendi boschivi che è mondiale. L’ultima trovata sono “i progetti per il rispetto della legalità e la prevenzione dei reati nelle aree produttive” che vedono insieme il Ministero dell’Interno, la Regione siciliana e l’Agea (Agenzia per l’erogazione dei pagamenti agli agricoltori). Cosa c’entri l’Agea con gli incendi boschivi, con tutta la buona volontà, non riusciamo a comprenderlo. Ma leggiamo insieme il comunicato della Regione siciliana: “La Regione siciliana, insieme al Ministero dell’Interno e ad Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura), ha avviato i progetti per il rispetto della legalità e la prevenzione dei reati nelle aree produttive. Sono stati presentati stamane a Palazzo Orléans, a Palermo, dal governatore siciliano Nello Musumeci, in occasione del ‘CFA Live Forum. Tecnologie per la sicurezza, strumenti per la prevenzione’. Si chiamano ‘Criminal Focus Area’ di Agea e ‘Sicily Cyber Security‘ promosso dalla Regione. Presenti all’iniziativa il direttore della segreteria tecnico-amministrativa dei Fondi europei e dei Pon del dipartimento della Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno, Valentina D’Urso, e il direttore Area di coordinamento Agea e responsabile del progetto CFA, Silvia Lorenzini. Il direttore del dipartimento Programmazione della Presidenza della Regione, Federico Lasco, ha presentato i dettagli del progetto Sicily Cyber Security, mentre il direttore dell’ufficio Aiuti nazionali e Fead, Pierpaolo Fraddosio, e il tecnico del gruppo di lavoro CFA esperto di geomatica, Federica Nonni, hanno illustrato il progetto Criminal Focus Area”.
C’è anche una dichiarazione del presidente della Regione, Nello Musumeci: “Utilizziamo i fondi europei per contribuire ad assicurare un controllo ulteriore nelle aree particolarmente vulnerabili e interessate da episodi di micro e macro criminalità, come quelle agricole e industriali, e dal fenomeno degli incendi dolosi che aggrediscono le zone boschive. Grazie alla convergenza di numerosi enti e istituzioni, avviamo importanti iniziative di prevenzione che si avvalgono delle nuove tecnologie di cui oggi possiamo disporre. Siamo orgogliosi di poter dare così – con l’importante investimento di quasi 31 milioni di euro destinati a questa rete di monitoraggio sul territorio – il nostro apporto e supporto al lavoro prezioso che ogni giorno svolgono le Forze dell’ordine, le Forze armate e il Corpo forestale”. Ancora il comunicato: “Agea rinnova il suo impegno alla guida del ‘Criminal Focus Area’, il progetto, sviluppato sulla base del protocollo d’intesa sottoscritto con il Ministero dell’Interno, che ha l’obiettivo di contrastare i fenomeni criminali connessi alle attività produttive attraverso supporti decisionali e strumenti di valutazione e controllo utilizzabili dagli ‘addetti ai lavori’ che si trovano nelle Regioni parte del Programma Pon Legalità. Un investimento importante di oltre 48 milioni di euro, di cui il 50% direttamente finanziato da Agea”. E ancora: “Mettere la tecnologia a supporto della prevenzione e repressione di importanti fenomeni criminosi pone un tassello importante nel nostro ambizioso progetto di ripristino della legalità, in particolare nelle aree meno sviluppate e quindi più deboli del paese – commenta Gabriele Papa Pagliardini, direttore Agea – Grazie ai finanziamenti europei previsti dal Pon Legalità, infatti, è stato possibile mettere a servizio delle forze di polizia, degli enti pubblici e degli enti locali e regionali, gestori del territorio, le più moderne tecnologie in materia di telerilevamento di fotointerpretazione del suolo che, attraverso la sovrapposizione delle foto aeree storicizzate, forniscono informazioni preziose sia per le attività di indagine che per le attività di gestione e monitoraggio del territorio”.
Qui arriva la parte allucinante di questa storia: “In tale contesto di forte collaborazione tra le istituzioni, la Regione siciliana avvierà un sistema di monitoraggio e salvaguardia, grazie a un finanziamento di quasi 31 milioni di euro del Pon Legalità per un grande progetto di videosorveglianza, che coinvolgerà l’intero territorio regionale. Il ‘Sicily Cyber Security’ prevede l’implementazione di soluzioni tecnologiche per il monitoraggio delle aree a maggior tasso di episodi di illegalità, per creare le condizioni di un controllo diffuso e capillare del territorio con specifico riferimento alle aree industriali e rurali e per prevenire e contrastare i fenomeni criminosi a danno di aree naturalistiche di interesse collettivo. L’iniziativa vede l’innovativo Cruscotto CFA – apparato tecnologico di valutazione e controllo al servizio delle amministrazioni comunali e regionali – protagonista degli studi preliminari per l’individuazione delle aree maggiormente a rischio e il posizionamento strategico della strumentazione di videosorveglianza ai fini delle attività di prevenzione del danno ambientale”. Non per ‘scunsare’, per dirla in lingua siciliana, ma invece di spendere 31 milioni di euro – che sono una somma enorme! – non si poteva fare ricorso ai satelliti che già esistono e sono operativi, utilizzando questa somma per pagare gli operai forestali da dislocare 24 ore al giorno nelle aree verdi dell’Isola e per eliminare erbe e arbusti secchi che si trovano nelle aree comunali e private abbandonate , che sono spesso tra le cause scatenanti degli incendi boschivi? In questo momento, a tutela dei boschi della Sicilia – e anche delle aree verdi limitrofe ai centri abitati grandi e piccoli – abbiamo: Vigili del Fuoco (vedere convenzione con la Regione), Protezione Civile siciliana, Corpo Forestale della Regione, aerei anfibi, elicotteri, droni e, adesso anche 31 milioni di euro di fondi europei per ‘implementare’ non abbiamo ancora capito che cosa. L’Estate, in Sicilia, non è ancora arrivata e già, con due giornate nemmeno tanto calde, gli incendi sono stati pesanti. Non possiamo non interrogarci su quello che potrebbe succedere nei prossimi quattro mesi, quando le temperature – causa i cambiamenti climatici in corso – potrebbero diventare proibitive. Che dire? Speriamo che i boschi siciliani non facciano la fine dei “Dieci piccoli indiani”…