Ieri ci siamo lasciati con i nostri lettori con l’impegno di approfondire perché, nei prossimi mesi, non ci sarà più bisogno di fare opposizione al Governo delle banche e della finanza di Mario Draghi. Come accennato ieri, il Governo Draghi è diretta espressione dell’Unione europea dell’euro. Ma la Ue, questa volta sì, ha ormai i mesi contati. Collasserà a breve trascinandosi nella caduta il Governo Draghi. Non a causa della Guerra in Ucraina, ma a causa dello scontro che è in atto – e che andrà sempre più accentuandosi – tra l’area del dollaro da una parte e la Cina e i suoi alleati dall’altra parte. Questo scontro epocale – del quale stiamo percependo solo i primi bagliori con la guerra in Ucraina, che è tutt’altro che conclusa – segnerà molto probabilmente in modo profondo la vita economica e sociale dell’intero Pianeta nei prossimi anni. Va detto che non sono stati gli americani ad iniziare lo scontro, ma è la Cina che, da anni, va piano piano estendendo la propria influenza in India, in Africa, in Sudamerica e in altre aree del mondo. Lo scontro con gli Stati Uniti d’America è inevitabile. Ma ormai tale scontro non è più una prospettiva di medio lungo periodo, ma la realtà che stiamo vivendo. Ed è diventata realtà da quando Cina, Russia e India hanno iniziato una serie di attività commerciali che puntano a marginalizzare il dollaro. Nel reticolo della Cina – e della Russia – c’è anche l’Unione europea che, da quando è esplosa la guerra in Ucraina, sta provando a fare precipitosamente macchina indietro per tentare nascondere agli americani i rapporti già consolidati con cinesi e russi. Non c’è bisogno di essere ‘scienziati della politica’ per conoscere i rapporti tra Germania e Russia in materia di gas: basta leggere questo articolo nel quale si racconta dell’ex Cancelliere tedesco Schroeder nominato ad inizio di quest’anno nel Cda di Gazprom; nomina che non è altro che la presa d’atto di un legame forte tra economia della Ue a ‘trazione’ tedesca e Russia. Lo stesso discorso vale per l’Italia, la cui economia dipende per il 50% dal gas russo. Senza il gas russo oggi l’economia italiana, ridotta malissimo prima dall’euro e poi dalla pandemia non esisterebbe più. Il fatto che oggi i più convinti sostenitori dell’Ucraina contro la Russia siano i tedeschi con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e l’Italia con il capo del Governo Mario Draghi significa poco o nulla: è solo un goffo tentativo per provare a nascondere il coinvolgimento di Germania e Italia nei ‘giochi-geopolitici’ di Cina e Russia.
Quella sul gas russo in Europa è solo una pantomima ‘europeista’ alla quale gli Stati Uniti stanno assistendo non senza cinismo, con l’obiettivo di logorare sia l’Unione europea, sia la Russia. Gli americani sanno benissimo che non possono contare sull’Unione europea nella guerra senza esclusione di colpi a tutela dell’area del dollaro. L’euro – la moneta unica europea – almeno all’inizio, nell’idea folle degli ‘europeisti’ di fine anni ’90, avrebbe dovuto sostituire il dollaro negli scambi economici e commerciali internazionali. Il progetto ‘europeista’ di sostituire il dollaro con l’euro negli scambi internazionali – voluto soprattutto dai tedeschi, che non amano gli americani dai tempi della seconda guerra mondiale – è stato bloccato dagli americani con la geniale manovra dei Subprime, che ha praticamente incasinato tutto l’Occidente industrializzato. Ma gli ‘europeisti’ a ‘trazione’ tedesca non si sono tolti il vizio di trescare contro l’area del dollaro. Pochi osservatori hanno notato una strana coincidenza. Poco prima dello scoppio della guerra in Ucraina è venuta fuori una storia non molto ‘valorizzata’ dall’informazione europea. Il riferimento è a un gigantesco contratto tra Cina e Russia definito tra la fine dello scorso anno e l’inizio di quest’anno. Si tratta di una fornitura trentennale di gas naturale russo alla Cina. Nulla da ridire, se è vero che la Russia è titolare di immense riserve di gas e che la Cina deva abbandonare il carbone per il gas. La particolarità di questo contratto – e qui entra in scena l’Unione europea – è che la valuta che era stata scelta per questa transazione era l’euro! Scriviamo “era” perché ci sembra improbabile che tale parte del contratto russo-cinese sul gas sia ancora in vigore! Solo un cretino può pensare che l’opzione euro per il pagamento di questo gas da parte della Cina sia una scelta che i vertici Ue non conoscevano. Sarebbe, infatti, una riedizione della storia di quel politico italiano che non sapeva che qualcuno acquistava una casa a suo nome…
Nella migliore delle ipotesi, qualche mese prima dell’esplosione della guerra in Ucraina, Cina e Russia consideravano l’Unione europea un terreno neutrale. Ma visto dalla parte europea – e soprattutto visto dalla parte degli Stati Uniti d’America – il pagamento cinese del gas russo in euro non sarebbe stato altro che un tassello per indebolire l’area del dollaro. Insomma, mettiamola così: Cina, Russia, India, alcuni Paesi dell’Africa e del Sudamerica commercializzano i propri beni ignorando il dollaro. Anzi, per essere precisi, ignorano il dollaro, perché puntano a trasformare la moneta americana in una valuta irrilevante nel giro di un decennio e forse meno. Ora, dal 1971 in poi – anno in cui è venuto meno il Gold exchange standard – le monete vengono accettate sulla base di convenzioni e, soprattutto – è inutile girarci attorno – vengono imposte con le armi. Ed è anche logico: la moneta è un mezzo di scambio e, di per sé, è solo carta straccia che non è convertibile in oro. Però se è accettata con le buone o con le cattive consente di acquistare beni reali. E la ricchezza di una comunità è data dall’abbondanza di beni reali. Attenzione: non è la moneta in sé che dà l’abbondanza di beni reali, ma il fatto che tanti Paesi accettino tale moneta, nel nostro caso il dollaro. Cina, Russia e India, piano piano, stanno provando a mettere in crisi il dollaro, sostituendolo dagli scambi internazionali. Ma gli americani non possono accettare questa prospettiva, perché in meno di un decennio il dollaro diventerebbe irrilevante e l’economia americana inizierebbe a crollare. Per non parlare del fatto che il dollaro, fino ad oggi, ha consentito agli americani di manovrare con grandi speculazioni in favore della propria economia (come la citata crisi dei Subprime).
Che faranno gli americani per difendere il dollaro? Quello he stanno facendo: interrompere a singhiozzo il flusso delle attività commerciali mediate con monete diverse dal dollaro. Quando hanno abbandonato l’Afghanistan in tanti hanno criticato gli USA, perché da quelle parti sarebbero ricominciati i disordini e le guerre. Ma questo è proprio quello che volevano gli americani: e ci sono perfettamente riusciti. In Afghanistan e dintorni, nei prossimi anni, la situazione non potrà che peggiorare. La guerra in Ucraina ha scatenato il caos nelle attività commerciali di mezzo mondo: e questo è un grande problema per l’Europa, per la Russia, per l’Africa e, di conseguenza, per la Cina che oggi ha grandi interessi in Africa. Ma tale scenario – è un dato oggettivo – indebolisce chi avrebbe voluto indebolire l’area del dollaro. Coloro i quali due mesi fa dicevano che Putin sarebbe stato sconfitto oggi dicono che Putin ha vinto. Questi osservatori sbagliavano due mesi fa e sbagliano oggi. L’obiettivo degli Stati Uniti non è vincere la guerra in Ucraina e, in questa fase, non è nemmeno quello di attaccare la Russia. Gli Stati Uniti debbono logorare la Russia con una guerra sul Mar Nero che durerà chissà per quanti anni, per indebolire le vie commerciali non mediate dal dollaro: e ci stanno riuscendo. Prepariamoci ad altre guerre in altre parti del mondo, perché sarà questa la strategia degli americani nei prossimi anni per logorare che punta a rendere irrilevante l’area del dollaro.
E l’Unione europea? E’ chiaro che è un ostacolo all’area dollaro, dal momento che, per la seconda volta, gli ‘europeisti’ hanno cercato di indebolire la valuta americana. Ma l’Europa rappresenta pur sempre un luogo geopolitico importante per gli USA. Gli americani non sono stupidi. Sanno benissimo che se i russi fossero i ‘nemici’ dell’Unione europea gli avrebbero già tolto il gas. In realtà, Putin sta provando a salvare l’Unione europea; in questa fase gli americani lasciano fare perché così come stanno logorando la Russia in Ucraina, vogliono logorare l’Unione europea con il tira e molla sul gas russo. Hanno detto agli europei che debbono interrompere le forniture di gas russo in cambio del gas americano; ma questo gli americani l’hanno detto ben sapendo che in Europa non ci sono rigassificatori per trattare il gas liquido che arriverebbe dagli Stati Uniti. Insomma, gli americani, come si usa dire in Sicilia, ‘babbiano’, vogliono vedere fino a che punto la Russia di Putin e l’Unione europea porteranno avanti la sceneggiata. Ma questa sceneggiata non durerà ancora per molto tempo, perché l’Eurozona è un pericolo reale per l’area dollaro e andrà smantellata non tra un decennio, ma a breve. Bisognerà capire se toccherà agli americani smantellarla con una prova di forza o se saranno gli ‘europeisti’ a capire l’antifona e a chiudere l’ingloriosa storia dell’euro. Ultima notazione: piaccia o no, ma gli attuali cambiamenti climatici in corso stanno aiutando l’area del dollaro. Non vogliamo passare per ‘complottisti’ dicendo che c’ qualcuno che manovra sui cambiamenti climatici. Però non possiamo notare che negli Stati Uniti d’America, con tutti i cambiamenti climatici in corso – e con le perdite nella produzione di grano che si annunciano negli Stati Uniti e in Canada per il secondo anno consecutivo – non è in discussione l’autonomia alimentare. Mentre in altri Paesi del mondo la siccità sta creando problemi enormi: pensiamo all’Iraq, all’Iran, ad alcune aree del Sudamerica, alla Francia, al Nord Italia, nelle ultime settimane anche all’India: e, guarda caso, sono tutte realtà non esattamente allineate all’area del dollaro…
Foto tratta da Marx21