- In Egitto la crisi è dovuta alla mancanza di grano russo e ucraino. Ma nel resto del mondo il problema – per il grano, ma anche per altre colture – è rappresentato dagli effetti dei cambiamenti climatici
- Anche in Egitto pesa l’aumento del costo dei fertilizzanti
- ‘Radiografia’ della siccità negli Stati agricoli USA
- Nella Ue chi ha creato solo caos è la Commissione europea. Notizie contrastanti dalla Francia, grande produttore di grano in Europa
- La Russia, dopo aver preso il controllo del Mar Nero, aspetta le mosse degli americani
In Egitto la crisi è dovuta alla mancanza di grano russo e ucraino. Ma nel resto del mondo il problema – per il grano, ma anche per altre colture – è rappresentato dagli effetti dei cambiamenti climatici
Dopo la propaganda deve arrivare la verità. C’è chi continua a raccontare che la crisi del grano è frutto della guerra in Ucraina. In realtà, come segnala la FAO dall’Autunno dello scorso anno, l’inflazione alimentare imperversa già da quasi nove mesi. Insomma, i prezzi dei generi alimentari – grano in testa – sono in aumento dall’Estate dello scorso anno, da quando i cambiamenti climatici hanno ‘terremotato’ le produzioni agricole di mezzo mondo. A cominciare dal grano: riduzione del 50% della produzione di grano in Canada e riduzione del 40% della produzione di grano negli Stati Uniti d’America e una riduzione della produzione anche in Russia, non come in Canada e negli USA, certo, ma la riduzione c’è stata anche nel Paese di Putin e non se n’è parlato molto perché la Russia è il primo produttore al mondo di grano e un piccolo calo della produzione non ha fatto testo. L’attenzione, insomma, oltre che sulla guerra in Ucraina, almeno per l’andamento del mercato mondiale del grano, va ai cambiamenti climatici: e sono infatti i cambiamenti climatici che oggi influenzano i pezzi: la presenza di siccità genera previsioni di raccolti inferiori e i prezzi, in previsione, salgono. Di prezzi e di siccità si occupa nel suo report di fine settimana l’analista dei mercati internazionali, Sandro Puglisi. Che racconta di un andamento altalenante dei prezzi. Prima di raccontare cosa succede in Occidente, ci sembra più importante informare i nostro lettori – grazie sempre al report di Puglisi – su cosa sta succedendo in Egitto a causa della mancanza di grano. Nel caso dell’Egitto i problemi sono legati alla guerra in Ucraina. Perché nel Nord Africa il grano arriva dall’Ucraina e dalla Russia. Per il grano russo non ci dovrebbero essere problemi, a meno che la NATO non decida di rendere problematici i trasporti via mare. Si è scritto tanto in questi giorni sulla Russia che ha bloccato i carichi di grano ucraini. Man mano che le notizie vere si sostituiscono alla propaganda occidentale viene fuori, ad esempio, che il mare, da quelle parti, più che essere stato bloccato dai russi, è stato bloccato dalle mine piazzate dagli ucraini… Insomma, questa guerra in Ucraina è veramente una cosa folle che, purtroppo, a nostro avviso non finirà presto. Non a caso in Egitto – Paese di oltre 100 milioni di abitanti che, per il grano, dipende in buona parte dalle importazioni, ci sono enormi problemi economici e sociali.
Anche in Egitto pesa l’aumento del costo dei fertilizzanti
Il grano in Egitto si coltiva, ma il Governo egiziano sta proibendo, di fatto, l’esportazione di questo cereale. Lo scorso anno, ci informa Puglisi, il Governo di questo Paese ha importato 4,7 milioni di tonnellate di grano, gran parte delle quali da Russia e Ucraina, e finora ha acquistato circa 1,9 milioni di tonnellate di grano estero. All’appello mancano poco più di 2 milioni e mezzo di milioni di tonnellate di grano. Così il Governo ha imposto agli agricoltori egiziani di fornire allo Stato almeno il 60% del loro raccolto, rispetto al 40% acquistato l’anno scorso. “Sta imponendo multe e persino il carcere a coloro che non rispettano le direttive – scrive Puglisi -. Le regole hanno lo scopo di impedire agli agricoltori di trattenere una parte maggiore del loro raccolto per l’alimentazione degli animali e ai commercianti di vendere il grano sul mercato aperto. Il governo ha anche aumentato il prezzo di approvvigionamento del 22% rispetto allo scorso anno, a $ 311,23- $ 318,40 per tonnellata, anche se è ancora ben al di sotto dei prezzi internazionali e alcuni agricoltori affermano che non è sufficiente, dato l’aumento dei costi di input e del lavoro”. Anche in Egitto si fa sentire l’aumento del costo dei fertilizzanti e, a quanto pare, anche l’aumento del costo della manodopera. “Nonostante l’insoddisfazione – scrive Puglisi – gli agricoltori affermano che vendere al Governo è conveniente e garantisce il pagamento per coloro che sono indebitati o hanno bisogno di soldi veloci”. Il report si Puglisi racconta che del sequestro di centinaia di tonnellate di grano commerciato illegalmente da mulini privati. Sono notizi che, scrive Puglisi, “hanno dominato i titoli dei giornali locali nelle ultime settimane. Le lotte degli agricoltori con l’aumento dei costi degli input, inclusi fertilizzanti e manodopera, sollevano anche interrogativi sulla spinta di lunga data a utilizzare la scarsa terra arabile e l’acqua per espandere la produzione di grano e aumentare l’autosufficienza ($ 1 = 18,5300 sterline egiziane)”. L’Egitto ha già importato un carico di grano dall’India ed è in trattative con Australia, Kazakistan e Francia. L’Egitto ha annunciato che accetterà grano con il 14% di umidità contro il 13,5 precedentemente autorizzato, il che consente all’origine francese, in particolare, un accesso più flessibile a questo mercato”.
‘Radiografia’ della siccità negli Stati agricoli USA
Dall’Egitto torniamo in Occidente. I prezzi del grano invernale, negli Stati Uniti d’America, alla fine di questa settimana “sono tornati in rosso”, mentre “i prezzi del grano primaverile, al contrario, sono stati in grado di mantenere i loro guadagni a doppia cifra fino alla fine, andando a casa in rialzo dello 0,92%”. Ma la parte più importante dei report di Puglisi, a nostro giudizio, è la parte che riguarda il clima. L’analista parla di “possibili piogge sparse in parti del Midwest e delle pianure” fino a Lunedì… È probabile che la fascia di mais del Midwest superiore e dell’estremo oriente registrerà i totali più alti durante questo periodo. La nuova prospettiva da 8 a 14 giorni della NOAA prevede precipitazioni quasi normali per la maggior parte degli Stati Uniti centrali tra il 2 Giugno e l’8 Giugno, con un clima stagionalmente fresco probabile per le pianure settentrionali e il Midwest superiore”. Come si può notare, negli Stati uniti si dà grande peso a clima, perché senza le piogge fare agricoltura diventa un problema, come sanno gli agricoltori. “Complessivamente – scrive Puglisi – il 32% dell’Iowa ha riportato condizioni anormalmente secche o peggio. L’Illinois ha riportato un aumento della siccità questa settimana. Le condizioni anormalmente asciutte si estendono ai primi due livelli delle contee settentrionali e si sono estese a due contee meridionali”. Nel complesso, “il 9% dell’Illinois ha riportato condizioni anormalmente secche o peggio. L’Indiana ha anche riportato condizioni anormalmente secche in sette contee meridionali… In Kansas, l’intensità della siccità per lo Stato è diminuita… Circa il 21% del Kansas riporta condizioni estreme. Poco più del 71% ha condizioni anormalmente secche o peggio. Il Minnesota non ha visto cambiamenti nelle condizioni di siccità la scorsa settimana. Sei contee del sud hanno riportato condizioni anormalmente asciutte, che rappresentano solo il 3% dello Stato. Rispetto all’anno scorso, il Minnesota è in una buona posizione in termini di umidità del suolo”. siccità anche nel Missouri; e una riduzione della siccità nel Nebraska, anche se i problemi rimangono: “Poco più del 98% del Nebraska ha ancora condizioni anormalmente secche o peggio”. Problemi di siccità anche nell’Ohio. E problemi di siccità anche nel South Dakota.
Nella Ue chi ha creato solo caos è la Commissione europea. Notizie contrastanti dalla Francia, grande produttore di grano in Europa
Nell’Unione europea, in materia di agricoltura, la confusione regna sovrana. La Commissione europea, che negli ultimi veti anni, in tale settore, ha commosso tanti errori, adesso vorrebbe recuperare la sovranità alimentare persa per andare dietro alle stupide follie del liberismo economico globalista. Dopo aver pagato, per anni, gli agricoltori europei per non coltivare il grano (leggere Set-Aside), per consentire al grano tenero e al grano duro canadese – spesso contaminati da glifosato e micotossine DON – di invadere i mercati europei, la Commissione ha invitato gli agricoltori europei ad aumentare le superfici a grano, andando in deroga Allarmata dalla prospettiva di una penuria alimentare mondiale dovuta al conflitto in Ucraina, l’UE vuole ottenere quanto più terra possibile in Europa trasformata in cereali, anche a scapito della biodiversità. Ma non tutti la pensano come la presidente della Commissione europea, la confusionaria Ursula von der Leyen, che trova la più decisa opposizione nei Verdi tedeschi, che in Germania gestiscono il Ministero dell’Agricoltura. Questi ultimi sono disposti a tollerare solo un aumento della superficie per i foraggi. Il problema è che oggi, in Europa, mancano sì i foraggi, ma mancano anche i mangimi, ovvero mais e soia: e per coltivare mais e soia servono i fertilizzanti che ai Verdi tedeschi non vanno a genio. “Gli agricoltori in Germania – scrive Puglisi – hanno comunque già ampliato l’area dei cereali seminati per il raccolto estivo di quest’anno, incentivati dall’aumento dei prezzi, come hanno mostrato i dati ufficiali la scorsa settimana. Si prevede che la terra per la cucitura del grano primaverile aumenterà del 73,5%, mentre le aree di orzo sono aumentate del 20,3% rispetto allo scorso anno, poiché gli agricoltori si spostano verso colture più redditizie. Notizie problematiche anche dalla Francia, grande produttore di grano in Europa. L’ufficio agricolo FranceAgriMer, scrive Puglisi, ha comunicato “che le condizioni di crescita per i raccolti di grano e orzo in Francia sono diminuite drasticamente per la terza settimana consecutiva. Nel report si citano le previsioni della Coceral, l’associazione europea che rappresenta il commercio di cereali, riso, mangimi, semi oleosi, olio d’oliva, oli e grassi e prodotti agricoli. Coceral prevede un aumento della produzione di grano tenero nell’Unione Europea e in Gran Bretagna, a 143,0 milioni di tonnellate dai 141,3 milioni stimati a Marzo. Le piogge primaverili che in Spagna hanno creato problemi agli impianti di pesche, nettarine e albicocche hanno hanno invece fatto bene ai cereali. Ci sono stime contrastanti. Coceral ipotizza un lieve aumento della produzione di grano tenero francese, mentre altri analisti la pensano in modo opposto, denunciando danni da siccità. Non resta che aspettare i dati ufficiali.
La Russia, dopo aver preso il controllo del Mar Nero, aspetta le mosse degli americani
Dalla Russia – ne hanno parlato tutti i giornali – il presidente Vladimir Putin ha detto al telefono al primo ministro italiano Mario Draghi che il suo Paese è pronto a collaborare per fronteggiare la crisi alimentare, ma in cambio chiede la revoca delle sanzioni. Ma l’Unione europea, è noto, non ha voce in capitolo sulle sanzioni, che sono decise dagli Stati Uniti. Il Ministero della Difesa russo, da parte sua, ha fatto sapere che le navi civili possono ora utilizzare in sicurezza il porto marittimo di Azov di Mariupol in Ucraina. come abbiamo già accennato, il problema era rappresentato dalle mine piazzate dai militari ucraini. tolte le mine il mare è tornato navigabile. “La Russia – scrive Puglisi – continua ad esportare nonostante le difficoltà logistiche e di pagamento causate dalle sanzioni occidentali a Mosca. In questo contesto, i prezzi all’esportazione del grano russo sono fortemente aumentati. “Le elevate tasse di esportazione sui cereali e il rafforzamento del rublo, nonché una domanda debole nel mercato turco – scrive Puglisi – non consentono ai noleggiatori di concludere contratti”, come hanno fatto sapere gli intermediari marittimi di Sea Lines. Puglisi ci dà una notizia: “Allo stesso tempo, è attivamente in corso l’esportazione di grano ucraino attraverso i porti del Danubio. Le tariffe sono molto alte lì, perché il traffico merci senza precedenti ha creato enormi code all’ingresso del Danubio. Tuttavia non c’è un forte calo nel Mar d’Azov, dal momento che la maggior parte degli armatori sta ancora adempiendo ai contratti precedentemente firmati o sta lavorando carichi dall’Ucraina”. La sensazione è che i russi – che hanno ormai il controllo del Mar Nero – aspettino le prossime mosse degli americani.
Foto tratta da Il Fatto Quotidiano
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