Con un anticipo di poco meno di un mese e mezzo rispetto allo scorso anno in Sicilia è arrivato il caldo. Non è ancora un caldo da 40 gradi, ma già gli incendi cominciano a farsi sentire. Ieri sera le fiamme si sono presentate nel monte Caputo, nel territorio di Monreale; fiamme anche nel Trapanese, ad Alcamo; e un incendio anche ad Avola, in provincia di Siracusa. L’incendio di maggiori dimensioni si è sviluppato nel Palermitano. Il fuoco, da ieri sera fino a stamattina, era visibile da Palermo: una lunga striscia di fiamme dietro la collina di Poggio Ridente. Visto da Palermo, la sensazione è che si sia trattato di un vasto incendio: ieri sera, intorno alle 22,00, le fiamme erano già visibili; un paio di ore dopo e per tutta la notte il fuoco si è esteso a vista d’occhio. Si sarebbe potuto evitare questo incendio? Si sarebbe potuto evitare l’incendio del Trapanese? A nostro modesto avviso, sì. Sul monte Caputo sarebbe bastata una squadra di cinque-sei operai della Forestale in servizio H24. Lo stesso discorso vale per l’incendio di Alcamo. Ma non c’è verso di fare capire ai governanti della Regione che l’unica via da seguire per prevenire gli incendi è la presenza dell’uomo nelle aree verdi.
Il 24 Maggio, con temperature decisamente non proibitive – ieri c’era caldo ma non era un caldo impossibile, forse non si è arrivati nemmeno a 30 gradi centigradi – due incendi, di cui uno molto esteso dalle parti di monte Caputo, sono un segnale bruttissimo. Noi continuiamo a ribadire che, da parte della politica siciliana, si continuano a snobbare i cambiamenti climatici e i criminali che approfittano delle alte temperature per appiccare gli incendi. Noi cerchiamo con i nostri mezzi modesti di seguire l’andamento del clima nel mondo e le notizie che arrivano sono pessime. Anzi, va detto che in Sicilia non c’è stata e non c’è la siccità che ha colpito il Nord Italia. Ma che a Maggio, in Sicilia, si siano già registrati incendi di aree verdi ci dice che la strategia antincendio messa in campo dalla Regione siciliana non sta funzionando. In queste ore abbiamo registrato convenzioni con i Vigili del Fuoco, elicotteri, aerei e droni pronti a intervenire e bla bla bla. Questi ultimi – i droni – dovrebbero segnalare gli incendi tempestivamente. In effetti, ad Alcamo le fiamme sono state individuate sul nascere e i danni – da quello che ci risulta leggendo i giornali stamattina – sono stati contenuti. Non possiamo dire la stessa cosa per il verde di Monreale: dalla nostra abitazione, dietro la collina di Poggio Ridente, abbiamo visto almeno 12 ore di fuoco, con fiamme molto estese. E’ evidente che da quelle parti i danni debbono essere stati notevoli.
Non sappiamo quello che succederà nei prossimi quattro mesi. Ricordiamo che l’Estate comincia il 21 Giugno e che a fine Maggio registriamo 24 ore di Scirocco con grandi incendi e il fuoco di ieri sera senza vento di Scirocco, ma solo con un po’ di caldo. C’è da preoccuparsi per quello che potrebbe succedere nei mesi a venire? Sì. In tante aree del mondo c’è siccità. E non sappiamo che Estate si prepara. Sappiamo che il caldo, come già ricordato, si sta presentando con un mese e mezzo di anticipo rispetto allo scorso anno: e anche questo non è un bel segnale. Sappiamo che lo scorso anno, in Sicilia, sono state registrate le più alte temperature d’Europa: due mesi – Luglio e Agosto – con temperature che oscillavano da 36-38 gradi a 40- 42 gradi, con punte di quasi 50 gradi in alcune aree della nostra Isola. Non sappiamo che cosa succederà quest’anno, ma la partenza non annuncia nulla di buono. Da Novembre dello scorso anno scriviamo che in Sicilia servono almeno 30 mila operai forestali per fronteggiare il fenomeno degli incendi boschivi, che non è solo siciliano, ma mondiale. Ormai da qualche anno gli incendi colpiscono le aree versi in alcune aree del mondo, dalla Siberia al Nord Europa, dalla California all’Australia fino in Sudamerica. In Argentina, quest’anno, hanno deciso di proteggere con particolare attenzione le aree verdi. Non ci sembra che la stessa attenzione ci sia in Sicilia. C’è la volontà politica di combattere gli incendi. Ma le scelte tecniche adottate – lo dimostrano ancora un volta le fiamme di ieri sera sul monte Caputo – sono completamente sbagliate. Forse ancora non è chiaro ed è bene scriverlo a chiare lettere: c’è la possibilità che, quest’anno, le temperature estive possano essere ancora più proibitive di quelle registrate nel 2021. E’ una certezza? No, è una possibilità. Ricordiamoci che quest’anno, nell‘Antartide, la temperatura è salita di 40 gradi! Se si dovessero presentare temperature vicine a 50 gradi già ci sarebbero problemi nella gestione dei centri abitati, figuriamoci cosa succederebbe nelle aree verdi della Sicilia ‘protette’ dai droni…
Foto tratta da Filodiretto Monreale