Circola sulla rete un ‘sondaggio’ sui possibili risultati delle elezioni comunali di Palermo, con riferimento al Sindaco. Roberto Lagalla viene dato al primo posto con il 39%. E già questa è la prima stranezza: con il 40% dei voti, grazie alla legge regionale, un Sindaco è eletto al primo turno (a livello nazionale è richiesto il 50%: a nostro modesto avviso, la legge siciliana è assurda, ma c’è!). Guarda caso, il ‘sondaggio’ gli dà un punto in meno per non eleggerlo Sindaco a ‘prima botta’… Dopo di che il candidato del centrosinistra, Franco Miceli, viene dato a oltre il 37%. Al terzo posto si classificherebbe Fabrizio Ferrandelli, con il 10%. Se fate quattro conti, il ‘sondaggio’ riserverebbe agli altri tre candidati Sindaci – Ciro Lomonte (sostenuto da Siciliani Liberi, da Italexit e dal popolo delle Famiglie), Francesca Donato, europarlamentare e Rita Barbera (sostenuta dalla propria lista e dalla lista di Potere al Popolo!) il 12%. Degli ultimi tre candidati, Francesca Donato prenderebbe più voti, mentre Ciro Lomonte e Rita Barbera si dividerebbero i pochi voti rimasti ‘liberi’. A noi questo ‘sondaggio’ ha fatto sorridere, perché più che un sondaggio sembra il ‘desiderio’ del centrosinistra targato PD. Proviamo a commentare questo strano ‘sondaggio’ e poi regaleremo ai nostri lettori non un nostro ‘sondaggio’ ma qualche punto interrogativo.
Cominciamo con Lagalla. Il centrosinistra, è noto, ha utilizzato l’anniversario per cercare di fare perdere voti a Lagalla con la solita solfa mafia-antimafia. Ci sono riusciti? A nostro avviso, no, anzi hanno ottenuto l’effetto contrario. Perché? Perché oggi la stragrande maggioranza dei cittadini palermitani è stanca della pessima amministrazione di Leoluca Orlando. Tanti elettori non voteranno “per”, ma “contro”: ovvero contro l’amministrazione comunale uscente. Prima delle vacue polemiche di questi giorni tanti elettori stanchi dell’orlandismo non escludevano la possibilità di un voto diverso rispetto al centrodestra classico (non dimentichiamo che a Palermo il centrosinistra è minoranza); ma adesso, dopo le polemiche vogliono avere la certezza di togliersi di torno il centrosinistra e voteranno in massa Lagalla. In più c’è un altro elemento: Lagalla, oltre ai voti del centrodestra, prenderà i propri voti, che potrebbero anche essere di centrodestra, ma che potrebbero non essere di centrodestra. Questi due elementi lo dovrebbero collocare ben oltre il 39% del ‘sondaggio’.
Stupefacente, a nostro avviso, è il 37% e oltre che il sondaggio assegna a Miceli. Vero è che il PD, in questa competizione elettorale, sta schierando tutti i parlamentari nazionali e regionali. Ma i parlamentari nazionali e regionali, a Palermo, non sono mai stati maggioranza: e non si capisce perché dovrebbero diventare improvvisamente forti in una competizione elettorale comunale dove il partito al quale appartengono ha contribuito in modo costante allo sfascio amministrativo, sociale e culturale della città. Tra l’altro – e questo è il vero punto di fragilità di questo particolare ‘sondaggio’ – per giustificare il 37% e oltre a Franco Miceli viene assegnato un 10% a Fabrizio Ferrandelli: una percentuale che, a nostro avviso, non sta né in cielo, né in terra, perché ci sembra estremamente bassa. Ci è capitato di criticare Ferrandelli, un politico che viene spesso accusato di aver cambiato molti partiti. Ma gli elementi negativi – che ci sono in tutti i politici – non possono fare venire meno le qualità: a Ferrandelli, infatti, va riconosciuto di essersi candidato, per ben due volte, contro Leoluca Orlando. A differenza di Franco Miceli, che non è alternativo al Sindaco uscente ed è invece sostenuto dagli orlandiani, Ferrandelli è sempre stato contro Orlando ed è una garanzia per gli elettori che vogliono chiudere per sempre con i disastrosi dieci anni di amministrazione orlandiana. Tra l’altro, accanto a Ferrandelli sono scesi in campo Giulia Argiroffi e Ugo Forello, due consiglieri comunali uscenti di grande valore che l’opposizione al Sindaco orlando l’hanno fatta per davvero. E come eventuale assessore comunale Azione – il partito di Carlo Calenda che sostiene Ferrandelli (che è un esponente dei Radicali di + Europa) – ha schierato Nadia Spallitta, avvocato, già presidente del Consiglio comunale di Palermo nota per le sue battaglie in favore della vera legalità. Di più: a nostra memoria, Fabrizio Ferrandelli è l’unico politico di nostra conoscenza che si è volontariamente dimesso da parlamentare regionale, rinunciando a quasi 16 mila euro al mese tra ‘annessi & connessi’! Infine, ricordiamo che nel 2017 Ferrandelli candidato Sindaco di Palermo ha preso il 31% dei voti. Per quale motivo, oggi, dovrebbe prendere il 21% dei voti in meno, di fatto in favore di Franco Miceli? E se invece Ferrandelli dovesse prendere più voti di Miceli?
Poco convincente anche il restante 12% dei voti diviso tra Ciro Lomonte, Rita Barbera e Francesca Donato. Quest’ultima – europarlamentare in carica, protagonista di battaglie libertarie contro i grandi affari che stanno dietro i vaccini anti-Covid (ci avete fatto caso? non ne parla più nessuno, il Covid c’è ancora, i vaccini anti-Covid sono spariti insieme con i costosissimi hub…) e, soprattutto, la prima ed essere entrare in campagna elettorale. A nostro modesto avviso, il ‘sondaggio’, con li, è stato un po’ avaro. Lo stesso discorso vale per Ciri Lomonte e Rita Barbera. Quest’ultima è la candidata Sindaco più penalizzata: il 37% e oltre dello strano ‘sondaggio’ viene utilizzato per cercare di toglierle i voti: “Franco Miceli è al 37%, può vincere, quindi è inutile votare per Rita Barbera, esprimi un voto utile…”. Per quale motivo dovrebbe essere “utile” non votare per la vera sinistra di Palermo rappresentata da Rita Barbera e da Potere al Popolo! per sostenere un partito – il PD – che di sinistra non ha proprio nulla rimane un mistero. Ma non ci dobbiamo stupire: ci sono persone che da anni si lamentano dei disastri dell’amministrazione Orlando e si sono candidati con il PD, come se il PD non fosse responsabile di una città allo sbando. sono forme di ‘dissociazione’, per fortuna molto contenute. Ecco, il “voto utile” non è altro che l’ampliamento di questa ‘dissociazione’ che, nella testa di chi lo propone, dovrebbe gli elettori di sinistra a votare per il partito della destra economica e finanziaria europea, cioè per il PD. Sarà così? Noi ci auguriamo di no. Ciro Lomonte, infine. Che molti stanno sottovalutando. Ma che è protagonista di una campagna elettorale molto incisiva. Oltre ai voti dei sicilianisti-indipendentisti, che piano piano vanno crescendo, soprattutto tra i giovani, dovrebbe prendere i voti di chi non crede nell’Unione europea: e anche questo è un elettorato in crescita.
Foto tratta da Palermo Today