C’è una notizia che sta passando quasi inosservata. Eppure è una notizia importante, perché si parla di mafia e antimafia. E’ l’audizione, presso la Commissione nazionale Antimafia, del giornalista Angelo Di Natale, giornalista RAI licenziato. Il licenziamento è un fatto gravissimo, tanto più che è avvenuto proprio mentre in Sicilia imperava l’antimafia dell’ex presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante. Non riteniamo che la Commissione nazionale Antimafia debba rendere pubbliche le dichiarazioni rese dal giornalista Di Natale. Anche perché Di Natale è stato oggetto di una querela che si è conclusa con la sua assoluzione: sentenza verso la quale non è stato promosso appello! Di Montante e del suo sistema di potere s è occupata anche la Commissione Antimafia del Parlamento siciliano. Anche con risvolti teatrali (non è una metafora ma un vero spettacolo teatrale, come potete leggere qui). Già della vicenda Montante non c’è stata alcuna riflessione da parte della politica siciliana: ed è anche logico, dal momento che Confindustria Sicilia, nel 2009, entrò on un proprio rappresentante nel Governo regionale di Raffaele Lombardo; cosa che si è ripetuta nel 2013, nel Governo regionale di Rosario Crocetta. In entrambi i Governi – Governo Lombardo e Governo crocetta – c’era di messo il PD: eppure di questo particolare, chissà perché, non si parla mai. Il Montante ‘politico’ – e soprattutto gli alleati politici del Montante ‘politico’ – non interessano. E questo in Sicilia fa parte del gioco, se è vero che è dai tempi del Governo siciliano di Silvio Milazzo che, quando c’è di mezzo un ‘certa’ forza politica si sorvola. Ora è la volta della Commissione nazionale Antimafia. Noi riteniamo che la Commissione Antimafia di Roma debba dare grande risalto alle dichiarazioni di Di Natale, perché fanno riferimento al periodo in cui Montante era potente: per essere chiari, quando attorno al presidente di Confindustria Sicilia, osannato come esempio di Antimafia da seguire, orbitavano politici, imprenditori e, quanto pare, anche giornalisti. Ci sembra arrivato il momento di conoscere le notizie acquisite dalla Commissione nazionale Antimafia. Anche per capire – ufficialmente – come andavano le cose in quegli anni. Già come informazione l’Italia è messa male: questa potrebbe essere un’occasione per fare emergere le verità scomode.