1992: trent’anni fa la stagione di sangue. Il contesto internazionale e nazionale in cui matura la strage di Capaci

18 maggio 2022
  • Il progetto dell’élite atlantica: svuotare le Nazioni a beneficio di organismi sovranazionali 
  • DC e PSI diventano intralci: eliminare Bettino Craxi e neutralizzare Giulio Andreotti. L’omicidio di Salvo Lima
  • La strage di Capaci
  • Il legame tra mafia, servizi “deviati” nostrani e servizi atlantici
  • L’elezione di Scalfaro al Quirinale, il panfilo Britannia, Mario Draghi

Il progetto dell’élite atlantica: svuotare le Nazioni a beneficio di organismi sovranazionali 

“L’Unione Europea come “esperimento”, un primo passo verso quel governo mondiale che l’élite atlantica insegue da secoli, un laboratorio per sperimentare fino a che punto si possono svuotare le Nazioni a beneficio di organismi sovranazionali. Sono così poderose le forze in campo, è così ambizioso il progetto, così determinati i circoli dell’alta finanza a portarlo a compimento, che per l’Italia non c’è scampo. La firma del Trattato di Maastricht, con cui sono gettate le basi dell’euro e della nascente Unione Europea, il 7 febbraio 1992 equivale alla morte della Prima Repubblica e di tutto ciò che ha significato: l’economia mista, la ricerca della piena occupazione, “l’ossessione per la crescita” rinfacciata da Beniamino Andretta, una politica estera mai supina agli angloamericani. Il futuro sono le privatizzazioni, l’austerità, i vincoli di bilancio sempre più stringenti, la deindustrializzazione e le politiche lato offerta: è un futuro grigio, tant’è vero che ci si prepara a governare appoggiandosi a fette sempre più sottili dell’elettorato. Dal proporzionale del Prima Repubblica si arriva nel 2016 all’Italicum (poi abortito) che regala la maggioranza del Parlamento ad un partito che raccoglie appena un quarto dei votanti.

DC e PSI diventano intralci: eliminare Bettino Craxi e neutralizzare Giulio Andreotti. L’omicidio di Salvo Lima

In questo nuovo contesto, la DC ed il PSI, i vincitori morali della Guerra Fredda, diventano d’intralcio, perché decisi a difendere gli interessi dell’Italia e, soprattutto, forti abbastanza, dal punto di vista politico ed organizzativo, per riuscirci: meglio puntare sul PCI, riverniciato nel 1991 come Partito Democratico della Sinistra, non solo perché la sua ala destra è in stretto contatto con gli angloamericani sin dagli anni ‘70 (il 19 aprile 1978 Giorgio Napolitano compì la storica visita negli Stati Uniti), ma soprattutto perché facilmente ricattabile. La CIA e l’MI6 si adoperano infatti da subito per comprare a prezzi di saldo gli archivi sovietici che documentano gli affari più e meno puliti tra Mosca ed i partiti comunisti europei: famoso è l’archivio Mitrokhin, di cui i servizi segreti inglesi entrano in possesso nel 1992. Deve quindi essere eliminato il segretario del Partito Socialista, Bettino Craxi, ma ancor di più deve essere neutralizzato Giulio Andreotti, che è tra i candidati favoriti per il Quirinale ed ha commesso nell’ottobre 1990 lo sgarro di rivelare l’esistenza dell’organizzazione Gladio… Un primo potente colpo è quindi sferrato a Bettino Craxi con le inchieste su appalti e finaziamenti illeciti, ma il “piano destabilizzante” in atto in quel cruciale 1992, un piano di cui il Viminale è al corrente tanto da mettere in allarme le prefetture7, sta per compiere un salto di qualità, prendendo questa volta di mira Giulio Andreotti: il 17 marzo 1992, è ucciso in un agguato a Palermo l’eurodeputato Salvo Lima, diretto ad un convegno cui presenzierà lo stesso Andreotti. Lima, grande notabile della DC, è il principale esponente siciliano della corrente andreottina, “l’alter ego” di Giulio Andreotti in Sicilia. L’assassinio di Salvo Lima è il prototipo degli attentati che insanguineranno l’Italia nel biennio 1992-1993: un’operazione congiunta tra Cosa Nostra e la misteriosa Falange Armata8, dietro cui, come vedremo meglio in seguito, si nascondo i “servizi segreti deviati”, quelli che sono una semplice filiazione della CIA e dell’MI6.

La strage di Capaci

L’assassinio di Salvo Lima non solo infanga Andreotti con le insinuazioni di una sua vicinanza alla mafia, ma invia anche un chiaro messaggio al Parlamento in vista di imminenti e decisive scadenze… Rientrano in campo i servizi segreti, con un nuovo omicidio da subito considerato come un secondo messaggio dopo l’assassinio di Salvo Lima9il 23 maggio 1992 si consuma sulla A29 la strage di Capaci, dove trovano la morte il magistrato antimafia Giovanni Falcone, la moglie e tre agenti di scorta. Rivendicato anch’esso sia da Cosa Nostra che dalla misteriosa Falange Armata, l’attentato di Capaci presenta un’interessante peculiarità: a confezionare l’ordino, poi formalmente azionato da Giovanni Brusca col famoso “telecomando”, è Pietro Rampulla, ex ordinovista originario di Mistretta, legato alla destra eversiva. Siamo in sostanza sul terreno dell’estremismo di destra e dei servizi segreti, lo stesso humus sui cui germogliò la strage di Piazza Fontana nel lontano 1969″.

Il legame tra mafia, servizi “deviati” nostrani e servizi atlantici

“Con l’omicidio di Giovanni Falcone si persegue quasi certamente un duplice obiettivo: da un lato influenzare il Parlamento che sta eleggendo il nuovo capo dello Stato, dall’altro interrompere l’attività del magistrato che, dopo il maxiprocesso conclusosi nel gennaio del 1992, ha ormai constato l’esistenza di un legame tra mafia, servizi “deviati” nostrani e servizi atlantici. Scrive la Repubblica in un articolo del 28 maggio 198910: ‘Il presidente americano George Bush aveva chiesto di incontrarsi con il giudice palermitano Giovanni Falcone, durante la sua visita in Italia. Evidentemente la notorietà del magistrato italiano, impegnato da alcuni anni nelle inchieste contro la mafia, ha varcato anche i cancelli della Casa Bianca. La richiesta di Bush é stata esaudita. (…) Sull’incontro con Bush non sono filtrate indiscrezioni’. In che veste Bush senior incontra il magistrato Falcone: in quella di Presidente degli Stati Uniti o di ex-direttore della CIA? Nel colloquio i due quasi certamente non si intendono, considerato che a distanza di un mese, il 21 giugno 1989, i telegiornali informano del fallito attentato dell’Addura: cinquantotto candelotti di tritolo piazzati tra gli scogli, nei pressi della villa estiva affittata dal magistrato. È l’attentato che indurrà Falcone a parlare di “menti raffinatissime”, accennando ad un possibile impiego della mafia da parte di altri soggetti, con obiettivi diversi da quelli di Cosa Nostra: “esistono forse punti di collegamento tra i vertici di Cosa nostra centri occulti di potere che hanno altri interessi”. Sono queste “menti raffinatissime” che, nascondendosi dietro la mafia, prima uccidono Lima, poi lo stesso Falcone e proseguiranno le stragi fino al 1993. A muoverli con è certo il 41bis ed il carcere duro per i mafiosi, ma la volontà di dettare legge in Italia, imponendo la propria agenda politica ed economica”.

L’elezione di Scalfaro al Quirinale, il panfilo Britannia, Mario Draghi

L’autostrada A29 è ancora ingombra di detriti quando, il 25 maggio 1992, a due giorni dall’attentato, il Parlamento elegge al 16esimo scrutinio il nuovo Presidente della Repubblica: è Oscar Luigi Scalfarol’ex-Ministro degli Interni sotto cui nel 1985 si è consumata la strage di Fiumicino commissionata dai servizi atlantici. L’elezione di Scalfaro gioca un ruolo decisivo: è lui che, insinuandosi nella fratture tra i partiti, tenuti sotto schiaffo dalle inchieste giudiziarie in corso, chiude le porte di Palazzo Chigi a Bettino Craxi per aprirle a Giuliano Amato. Il 28 giugno 1992, giura così il governo Amato I, passato alla storia per il prelievo sui conti correnti, il dissanguamento di Bankitalia, la finanziaria “lacrime e sangue” e l’avvio della stagione delle privatizzazioni sotto lo sguardo attento delle maggiori banche d’affari angloamericane. Le “menti raffinatissime” osservano soddisfatte l’evoluzione della situazione italiana. Sono così sicure di sé da peccare di arroganza, osando gesti un tempo impensabili: nel tempo che intercorre tra la nomina di Scalfaro e l’incarico ad Amato, il 2 giugno 1992, attracca al porto di Civitavecchia il panfilo Britannia, di proprietà della corona d’Inghilterra. Scrive la Repubblica, nel lungo articolo “Quella reggia sul mare romantica e spartana”11:La regina non c’ è: ha lasciato la sua nave a Palermo ed è ripartita per Londra in aereo, ma si è detta ben lieta di ospitare a bordo del suo panfilo reale, la sua dimora sull’acqua, un centinaio di invitati eccellenti di nazionalità italiana, manager di stato, economisti, banchieri, vertici del Tesoro venuti a seguire un austero seminario sottocoperta sul tema delle privatizzazioni. Privatizzazioni? Vi spieghiamo come si fa, si sono offerti soccorrevoli e certamente interessati a concludere eventuali accordi gli esperti inglesi, come i presidenti di due fra le più antiche banche d’ affari del mondo, la Baring e la Warburg, che era la banca di Bismark. “E’ delizioso questo utilizzo dei simboli della regalità per azioni promozionali”, sorride fumando il sigaro Beniamino Andreatta. Ad accompagnare Andreatta, alla cui si scuola si sono formati illustri personaggi come Mario Monti e Romano Prodi, figurano tra gli altri: Giovanni Bazoli, presidente del Banco Ambroveneto, il presidente dell’ Eni Gabriele Cagliari, l’ex-comunista ed economista Luigi Spaventa ed il direttore generale del Tesoro, Mario Draghi che, però, “si limita a introdurre i lavori del seminario con una relazione sulle intenzioni del governo italiano e scende a terra prima che la nave salpi per l’Argentario”12.

Tratto dal blog di Federico DezzaniAlle radici dell’infamante Seconda Repubblica: il biennio 1992-1993 (parte I)

Foto tratta da www.anfp.it

 

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