Quando Franco Battiato assessore regionale parlò delle “troie che si trovano in Parlamento” e venne messo fuori dal Governo

18 maggio 2022
  • Alla fine il grande aveva dato un’interpretazione un po’ ‘colorita’ di alcune donne impegnate in politica. Ma venne subito ‘punito’ dal perbenismo di facciata tipico dei farisei: magari gli stessi che oggi lo celebrano 
  • Le sue parole non andavano lette’ ma ‘ascoltate’

Alla fine il grande aveva dato un’interpretazione un po’ ‘colorita’ di alcune donne impegnate in politica. Ma venne subito ‘punito’ dal perbenismo di facciata tipico dei farisei: magari gli stessi che oggi lo celebrano 

Oggi in tanti ricordano Franco Battiato a un anno dalla sua scomparsa. Tutti ne lodano le doti artistiche e la sua cultura. Anche coloro i quali che, nel Marzo del 2013, chiesero e ottennero la sua estromissione dal Governo della Regione siciliana. Battiato era stato nominato assessore al Turismo dall’allora presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta (PD), personaggio un po’ naif. Va detto che la sua nomina non era vista bene dai partiti politici che considerano gli assessorati macchine per creare consenso. Battiato, in verità, ci mise un po’ del suo. Presentatosi al Parlamento europeo per rappresentare la Sicilia diede un’interpretazione, come dire?, un po’ ‘colorita’ di alcune donne impegnate in politica: “Queste troie che si trovano in Parlamento farebbero qualsiasi cosa. E’ una cosa inaccettabile, sarebbe meglio che aprissero un casino” (qui il video con le dichiarazioni di Battiato tratto da Il Fatto Quotidiano). Apriti cielo! Rosario Crocetta indossò i panni del rappresentante di politica e istituzioni umiliate e offese: “Ha fatto affermazioni gravi e inaccettabili certamente non istituzionali ed offensive. Quando si sta nelle istituzioni si rispetta la dignità delle istituzioni medesime e, nel caso di Battiato sicuramente si è andati ben oltre e si è violato il principio della sacralità delle stesse. Siamo orgogliosi di appartenere al popolo italiano e di avere un Parlamento, l’espressione della sovranità del popolo e della partecipazione dei cittadini alla vita democratica. Quando si offende il Parlamento, si offende tutto il popolo italiano e ciò non è consentito a nessun componente delle istituzioni. Mi dispiace veramente molto, sono addolorato. Il Parlamento in questo momento è rappresentato da figure come Laura Boldrini e Piero Grasso, impegnati nel profondo per rinnovare il Paese e all’interno del Parlamento ci sono uomini e donne che cercano di trovare una soluzione in una fase drammatica della vita economica, politica e sociale”.

Le sue parole non andavano lette’ ma ‘ascoltate’

Erano veramente così gravi le dichiarazioni di Battiato? In un nostro articolo dello scorso anno, scritto quando il grande musicista ha lasciato questo mondo abbiamo riportato una sua dichiarazione che ci sembra importante per cercare entrare nel mondo di questi artista: “Una ragazza di quindici anni mi ha scritto dicendo che non le frega niente di quello che dico, che comunque le piace da pazzi. Per me questo è il massimo, perché non voglio dire niente, oppure tutto”. E ancora: “Credo, al contrario di quelli che non hanno capito niente dei miei testi e li giudicano una accozzaglia di parole in libertà, che in essi ci sia sempre qualcosa dietro, qualcosa di più profondo… Quando si intende adattare un testo alla musica si scopre che non è sempre possibile. Finché non si fa ricorso a quel genere di frasi che hanno solo una funzione sonora. Se si prova allora ad ascoltare e non a leggere, perché il testo di una canzone non va mai letto ma ascoltato, diventa chiaro il senso di quella parola, il perché di quella e non di un’altra. Per capire bisogna ascoltare, serve animo sgombro: abbandonarsi, immergersi. E chi pretende di sapere già rimane sordo”. Quella di Battiato era una ‘lettura artistica’ della politica che venne travisata. I farisei del perbenismo dissero che le sue parole erano “gravi e inaccettabili, certamente non istituzionali ed offensive”. In realtà, le sue parole erano come quelle di alcune sue canzoni: non andavano ‘lette’, ma ‘ascoltate’. Ma la politica siciliana ha mai ‘ascoltato’ veramente qualcuno?

Foto tratta da Il Sussidiario.net

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