“I difensori di Mariupol sono gli eroi del nostro tempo, sono per sempre nella storia”, ha affermato lo Stato maggiore ucraino su Facebook, spiegando che tra coloro che hanno lasciato lo stabilimento 53 militari gravemente feriti sono stati condotti in una struttura medica a Novoazovsk, mentre altri 211 difensori sono stati evacuati a Olenivka “attraverso un corridoio umanitario” per poi essere riportati “nel territorio controllato dall’Ucraina attraverso una procedura di scambio”.
Durante la giornata di ieri, la notizia dell’accordo per l’evacuazione e della decisione per un cessate il fuoco nell’area dell’impianto era stata confermata anche da Mosca. In serata, poi, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, parlando dell’operazione in un videomessaggio, ha riferito che all’iniziativa partecipano l’esercito ucraino, le forze armate, l’intelligence, la squadra negoziale, il Comitato internazionale della Croce Rossa e le Nazioni Unite.
“L’Ucraina ha bisogno di eroi vivi, questo è il nostro principio”, ha detto Zelensky. “Per riportare i ragazzi a casa, il lavoro continua e questo lavoro – ha evidenziato – ha bisogno di delicatezza e tempo”.
“Manteniamo anche – ha poi aggiunto Zelensky – la massima attività diplomatica in altre aree nell’interesse dell’Ucraina”.
A Mariupol c’è una tregua ma in altre aree del paese le armi non si fermano. Una base militare ucraina a circa 15 chilometri dal confine con la Polonia sarebbe stata presa di mira da un attacco missilistico, secondo quanto riporta la Cnn che cita Maksym Kozytsky, capo dell’amministrazione militare regionale di Leopoli. Nella città dell’Ucraina occidentale nella notte sono state avvertite esplosioni.
– foto agenziafotogramma.it –
(ITALPRESS).
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