Un mondo di pace che elimina le armi pensando a Papa Paolo VI e a John Kennedy

17 maggio 2022
  • L’uomo del nostro tempo davanti a un bivio 
  • Le parole di Paolo VI e John Kennedy

di Enzo Guarnera

L’uomo del nostro tempo davanti a un bivio 

La vicenda dell’umanità, oggi più che mai, è in bilico su due versanti: quello della distruzione, e della morte, e quello della pace universale.
Il primo contiene quattro potenziali esplosivi, capaci di far saltare il mondo: il nucleare, la fame, la crescita demografica nelle aree emarginate del pianeta, la collera dei popoli.
Il secondo guarda verso una prospettiva di unità e di sviluppo ordinato, secondo principi di libertà, uguaglianza e giustizia sociale.
Il primo rappresenta un rischio concreto, il secondo appare una speranza utopica.
Ma ogni utopia può diventare realtà.
Sono certo che non vi siano solo governanti scellerati, e che gli uomini di buona volontà, credenti e non, siano in maggioranza, sotto qualunque latitudine.
Si tratta di riconoscersi, di camminare assieme, di progettare un nuovo ordine mondiale.
Si tratta di abbattere muri e costruire ponti.
Si tratta di condividere valori comuni che diano impulso ad azioni concrete.
Si tratta di riscoprire il metodo del dialogo e del confronto pacati, nel rispetto degli altri.
Si tratta di perseguire l’obiettivo della pace universale e del disarmo, totale e controllato, con la conversione delle spese di guerra in spese di pace.
Si tratta di liberare tutti i popoli dalla fame, dalla miseria, dalla disoccupazione, dalla ignoranza, e dalle altre schiavitù sociali e politiche dalle quali sono oppressi.

Le parole di Paolo VI e John Kennedy

Tutto ciò è reso possibile mediante l’uso della scienza e della tecnica, all’interno di una profonda revisione critica del modello economico capitalistico, fondato sul profitto, che determina la ricchezza di pochi e la povertà di molti.
Il presidente Kennedy, nel suo discorso di investitura, affermò: “Si cerchi di suscitare i prodigi anziché gli errori. Esploriamo insieme le stelle, insieme debelliamo le malattie, scrutiamo le profondità degli oceani. Che tutte le parti si uniscano per porre in atto, in ogni angolo della terra, il comando di Isaia: ‘Rimetti le obbligazioni gravose, rimanda liberi gli oppressi'”.
I tanti realisti, talora sfiduciati, diranno: quante parole e quanta utopia!
Forse, ma solo la speranza e l’utopia possono mettere in moto un processo di cambiamento.
Chiudo con l’appello del Papa Paolo VI contenuto nella Enciclica Populorum Progressio: “In questo cammino siamo tutti solidali. A tutti, però, ricordiamo la vastità del dramma e l’urgenza dell’opera da compiere. L’ ora dell’azione è già suonata… la pace del mondo, l’avvenire della civiltà sono in gioco. A tutti gli uomini, a tutti i popoli di assumersi la loro responsabilità”.

Foto tratta da Wikipedia

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