Non avevo ancora vent’anni quando ho messo piede, per la prima volta, in quello che poi diverrà l’istituto di formazione politica dedicato a Padre Pedro Arrupe, in via Franz Lear, a Palermo. Ero finito lì perché un mio collega d’università e amico, Aurelio Scavone (siamo rimasti sempre amici, anche se politicamente non sempre siamo stati in sintonia), mi disse: “Vuoi scrivere? Ti presento Padre Rizzo”. E fu così che presi parte al varo del primo numero del mensile Universitas. Ricordo ancora il titolo dell’editoriale del numero zero: “I morti non hanno parola”, scritto, suppongo, da Padre Francesco Paolo Rizzo, gesuita professo, del quale apprendo, con grande tristezza, il suo passaggio ad una vita sicuramente più importante di quella che siamo chiamati a vivere in questa Terra dove predominano – oggi più di ieri – confusione e incertezza. Lì conobbi Alfonso Genchi, che tutti chiamavano ‘Fonso’. Ed è a lui che pensavo ieri sera quando ho letto della morte di Padre Rizzo. Con Fonso ci siamo persi di vista e poi ritrovati grazie anche ai libri di Franco Nicastro, grandissimo protagonista della migliore tradizione cattolica impegnata in politica in Sicilia, amico di mio padre e, soprattutto, protagonista del periodico Sicilia Domani e storico dell’Autonomia siciliana e padre del mio vecchio amico e collega, Pietro Nicastro.
Riporto quello che stamattina leggo sulla pagina Facebook di Fonso Genchi: “Apprendo con enorme tristezza della dipartita da questo mondo di Padre Francesco Paolo Rizzo. Numerosissime le sue iniziative che mi hanno visto coinvolto ai tempi dell’ISEF e dell’Università (ma anche dopo). Ne voglio ricordare solo tre: Universitas, il mensile degli universitari, della cui redazione ho fatto parte sin dall’inizio, quando fui chiamato proprio dall’allora per me sconosciuto Padre Rizzo che mi aveva scelto alla fine del Liceo in quanto Capo-Redattore del Giornale del Gonzaga; nella redazione di Universitas c’erano anche (e lì li conobbi per la prima volta), tra gli altri, Giulio Ambrosetti e Stefano Cannioto. ‘Gruppo Sportivo Universitas’, presidente Silvio Iozzia (stopper del Palermo), tuttofare il sottoscritto, orgogliosissimo di aver organizzato un campionato per gli studenti universitari – in concorrenza a quello del CUS – con numerose squadre e con finale disputata allo stadio della Favorita (oggi “Barbera”)”. Fonso ricorda anche l’esperienza di ‘Università per l’Uomo’, il movimento universitario in cui si ritrovavano studenti di diversi orientamenti politici ma accomunati dalla voglia di creare qualcosa di diverso dalla politica ‘ufficiale’, nei cui partiti, e nel loro modo di operare, non si riconoscevano affatto. Mille sarebbero gli aneddoti da raccontare. Uno per tutti: quando il giovane universitario Totò Cuffaro veniva, in vista delle elezioni universitarie, alle riunioni di Università per L’Uomo (UxU) per chiederci di non presentare la lista e di unirci a quella che era espressione della Democrazia Cristiana, partito in cui già allora militava (inutile dire che rifiutavamo la sua proposta…)”. Per la cronaca, quell’anno Totò Cuffaro era candidato all’Opera universitaria e venne eletto con una barca di voti. Tutti hanno sempre dato Cuffaro vicino a Calogero Mannino. A me che sono di origine agrigentina risultava che, allora, Cuffaro fosse vicino ai gullottiani agrigentini capeggiati da un emergente Angelo La Russa, che negli anni successivi sarà più volte parlamentare regionale e assessore, ovviamente della Democrazia cristiana. “Addio, con immenso affetto, Padre Rizzo – conclude Fonso – vulcano di iniziative, molto attento al mondo giovanile (professore universitario, alla facoltà di Lettere), a volte nervoso e irascibile nel ‘lavoro’ (per fortuna mai così con me) ma poi sempre pronto a darti una mano con grande generosità nel momento del bisogno”.
I ricordi di Fonso coincidono con i miei. Anche rispetto all’irascibilità di Padre Rizzo che, forse perché docente universitario di Storia romana, quando parlava non amava essere interrotto. A differenza di Fonso, che dice di non aver mai subito ‘cazziate’ da Padre Rizzo, il sottoscritto qualche ‘cazziata’ se l’è presa, soprattutto quando, nella confusione, ‘passavo’ gli articoli in tipografia dimenticando di avvertire i ‘capi’. “Qui nessuno censura niente – mi disse un giorno Padre Rizzo molto infastidito – ma se arrivano articoli con firme importanti ci devi avvertire, anche perché dobbiamo ringraziare”. Ricordi? Tantissimi. Come la Santa Messa qualche giorno dopo l’omicidio dell’allora presidente della Regione siciliana, Piersanti Mattarella. Eravamo distrutti. Fu una Santa Messa amara, ma piena di grinta, tra “figli delle tenebre e figli della luce”. Sono ricordi indimenticabili per un ventenne. Dolore, rabbia, ma anche tanta forza. Di lì a poco, a casa di un’amica, conobbi Vittorio Corradino che mi ‘iniziò’ al giornale L’Ora. Anche Vittorio, se non ricordo male, si occuperà per qualche tempo di Universitas. Ultimo ricordo: Università per l’Uomo (UxU) citata da Fonso era l’espressione universitaria del movimento Città per l’Uomo, cattolici dissidenti rispetto alla Dc. Ma questa è un’altra storia.