- E’ semplicemente incredibile che, con tutto quello che sta succedendo – e con quello che succederà da qui a Luglio – si sti cercando di occultare i veri ‘buchi’ finanziari del Comune di Palermo
- Ha ragione Ciro Lomonte: sarebbe bene che al Comune di Palermo venga dichiarato il dissesto finanziario
E’ semplicemente incredibile che, con tutto quello che sta succedendo – e con quello che succederà da qui a Luglio – si sti cercando di occultare i veri ‘buchi’ finanziari del Comune di Palermo
C’è un solo candidato Sindaco di Palermo che mette insieme due fatti apparentemente lontani e disgiunti: Ciro Lomonte, candidato Sindaco di Siciliani Liberi, appoggiato da Italexit e dal popolo delle famiglie. I due fatti apparentemente lontani sono l’aumento dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea (BCE), previsti per Luglio (con quello che sta succedendo nel mondo, a cominciare dall’inflazione che non risparmia i generi alimentari, come segnala ininterrottamente la FAO dall’Autunno scorso, molto difficilmente, questa volta, la BCE potrà rinviare l’aumento dei tassi d’interesse) e la mancata dichiarazione di dissesto del Comune di Palermo per motivi che non è esagerato definire oscuri. Scrive Ciro Lomonte utilizzando l’acronimo SL che sta, appunto, per Siciliani Liberi: “SL è stata ed è l’unica forza politica a spiegare come l’Italia, e ancor di più la sua colonia Sicilia e la sua capitale Palermo, siano attese da una crisi finanziaria talmente grande che porterà alla fine dell’euro e dell’Unione politica europea. Avevano ragione SL e i suoi economisti: il rialzo dei tassi era inevitabile a causa dell’inflazione ormai fuori controllo. Ma se nel 2011 quando la crisi dello spread portò Berlusconi a dimettersi il debito pubblico era di 1898 miliardi, oggi il debito è di 2800 miliardi: basterà un aumento dei tassi dall’attuale zero allo 0,25% per indurre il default sul debito. Ma la Germania, nella riunione della BCE del 21 Luglio, imporrà come minimo un aumento dell’1%: l’euro si sta schiantando contro il dollaro e contro il rublo, con cui tanto la Germania che l’Italia e la Francia importano petrolio e gas naturale. Con il petrolio a oltre 100 $ al barile, il prezzo del grano fuori controllo, e la Cina che non esporta più né semilavorati, né microprocessori per i porti principali misteriosamente chiusi da mesi, il destino finanziario di Italia e Unione europea è segnato. Ecco perché quello a a SL è l’unico voto utile tanto al Comune di Palermo che per il Parlamento Siciliano. Perché SL è l’unica forza politica che ha pronto un piano di salvezza economica e sociale della Sicilia basato sulla inevitabile emissione monetaria da parte della Regione siciliana”.
Ha ragione Ciro Lomonte: sarebbe bene che al Comune di Palermo venga dichiarato il dissesto finanziario
Quello che succederà nell’Unione europea a Luglio, con il rialzo dei tassi lo vedremo, per l’appunto, a Luglio. prima ci sono altre scadenze. Noi ne segnaliamo due: la prima internazionale, la seconda che riguarda Palermo. La scadenza internazionale è la fine dell’arrivo del gas russo in Europa, chiesto ripetutamente dagli Stati uniti d’America. Fino ad ora i Paesi della Ue hanno tergiversato: un po’ dicono di essere d’accordo con gli USA, un po’ cercano alternative al gas russo, un po’ dicono di non essere d’accordo, ma non decidono: prendono tempo. Intanto gli Stati Uniti hanno fatto chiudere uno dei due passaggi del gas russo verso l’Europa, in attesa che i governanti dell’Europa – a cominciare dalla ‘coraggiosissima’ presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen – “prendano il coraggio tra le mani”. La nostra sensazione è che l’Europa resterà con il ‘culo a terra’, cioè senza gas russo né per decisione della Russia di Putin, né per decisione della stessa Ue: saranno gli americani, un bel giorno – che non sembra molto lontano – a togliere dalle ‘ambasce’ l’Unione europea. La seconda scadenza – quella che riguarda Palermo – vorrebbe essere allontanata a tutti i costi dagli attuali amministratori del comune, che si sono inventati una nuova convocazione del Consiglio comunale uscente che dovrebbe approvare l’aumento dell’Irpef: in patica – come abbiamo raccontato qui – 16 consiglieri comunali uscenti di Palermo si dovrebbero ‘immolare’ per infilare le mani nelle tasche dei cittadini palermitani. Perché scriviamo ‘immolare’? Perché sono quasi tutti ricandidati alle elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale e, ovviamente, non sarebbe facile farsi rieleggere dopo aver aumentato l’Iperf a pochi giorni dal voto! Però, se il Consiglio comunale non approverà l’aumento dell’Irpef il comune di Palermo andrà in dissesto – come opportunamente si augura il candidato Sindaco Ciro Lomonte e verranno fuori le responsabilità e, soprattutto, i veri ‘numeri’ del dissesto, che sempre secondo Lomonte potrebbero essere molto pesanti…
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