Come facciamo ogni anno, quando avremo sotto i nostri occhi la legge di stabilità 2022 approvata ieri sera dall’Assemblea regionale siciliana entreremo nei dettagli. In questa fase vogliamo sottoporre ai nostri lettori alcuni elementi generali di questa confusa legge Finanziaria regionale 2022. Il primo elemento che va segnalato è che dal Bilancio della Regione siciliana continua a mancare un miliardo di euro. A metà Dicembre dello scorso anno, quando il Governo di Nello Musumeci ha deciso di procedere con quattro mesi di esercizio provvisorio, la motivazione addotta è che era presente un disavanzo di circa un miliardo di euro e che per approvare Bilancio e Finanziaria 2022 sarebbe stato necessario aspettare i risultati della trattativa tra Governo siciliano e Stato. La trattativa c’è stata, ma ha portato solo chiacchiere e promesse. Quasi un miliardo di euro mancava lo scorso Dicembre e quasi un miliardo di euro manca oggi. Il resto sono minchiate allo stato puro. Per la cronaca, il miliardo di euro di disavanzo non è il frutto di una Sicilia che si è mangiata i propri soldi in lazzi e frizzi, ma di un Governo nazionale che, a partire dal 2014, scientificamente, ha derubato la Regione siciliana senza mai fermarsi. Dicono che una parte di questo miliardo di euro che manca arriverà entro l’anno. Intanto, in questo momento, c’è la fame nera. La manovra economica e finanziaria approvata ieri sera dal Parlamento siciliano avrebbe potuto essere approvata lo scorso Dicembre. Sapere perché l’hanno approvata ieri sera e non lo scorso Dicembre? Perché se l’avessero approvata lo scorso Dicembre a Luglio, massimo ad Agosto si sarebbero bloccati i pagamenti, salvando solo sanità e stipendi pubblici. Approvando la manovra ieri, i pagamenti verranno ritardati e in parte rinviati al 2023. Una vergogna che penalizzerà soprattutto il mondo delle imprese siciliane, molte delle quali o verranno pagate a fine anno, o subiranno il rinvio dei pagamenti al prossimo anno.
Sempre per la cronaca va detto che, salvando le spese obbligatorie, la sanità (per qual poco che ancora oggi riesce a rimanere in piedi, se è vero che la sanità siciliana è stata massacrata dallo Stato e dalla Regione che, da almeno un decennio, utilizza fondi della sanità per pagare altre spese, in testa i precari della Regione e dei Comuni in cambio del consenso elettorale), gli stipendi dei dipendenti pubblici, i fondi per i Comuni e i fondi per qualche categoria disagiata, tutto il resto dei pagamenti subirà un taglio lineare del 40%. Ciò significa – l’abbiamo già accennato – che tra due, tre mesi al massimo, per molte categorie – imprese in testa – i pagamenti si bloccheranno. Di questo siciliani dovranno ringraziare soprattutto il PD nazionale e regionale: infatti, i soldi che mancano dal Bilancio regionale (leggere il miliardo di disavanzo che si presenta ogni anno) sono frutto dei due ‘Patti scellerati’ siglati tra il 2014 e il 2016 tra Governo nazionale di Matteo Renzi e il Governo siciliano di Rosario Crocetta (entrambi i Governo erano a guida PD), della cancellazione, dal Bilancio regionale siciliano, di quasi 6 miliardi di euro di crediti che la Regione vantava verso lo Stato e del prelievo forzoso di un miliardo e 300 milioni di euro all’anno (oggi ridotto a 800 milioni di euro all’anno circa) per il risanamento dei conti dello Stato. Va detto che nel 2020 e nel 2021, causa pandemia, la Ue ha interrotto il Patto di stabilità, ma lo Stato non ha interrotto il prelievo a carico della Regione siciliana che è legato, appunto, al Patto di stabilità.
Di fatto – questo è il vero dato politico che i siciliani dovrebbero ricordare – Renzi, dopo aver perso il referendum costituzionale è andato via; nel 2018 al Governo sono arrivati i grillini fino al 2019 in coppia con la Lega e poi, fino ad oggi, in coppia con il PD. Movimento 5 Stelle e PD – questi sono fatti oggettivi – non hanno minimamente intaccato gli scippi dello Stato in danno di 5 milioni di siciliani. Visto che in Sicilia stiamo andando a votare in oltre 100 Comuni tra meno di un mese e per le elezioni regionali il prossimo Novembre, è bene che i siciliani sappiano che la responsabilità dei conti disastrati della Regione siciliana è non soltanto del passato Governo nazionale di Renzi che ha disposto gli scippi finanziari alla Regione siciliana. ma anche dei Governi nazionali successivi. Nelle imminenti elezioni votare Movimento 5 Stelle, PD, Lega, Forza Italia, Italia Viva e Libero e Uguali significa dare il consenso a chi ha massacrato la Sicilia e a chi – di fatto – continua a condannare 5 milioni di siciliani a un disavanzo fisso di quasi un miliardo di euro all’anno, al di là delle favolette raccontate in queste ultime settimane dall’assessore regionale all’Economia, nonché vice presidente della Regione, Gaetano Armao, su fantomatiche trattative finanziarie tra Stato e Regione conclusesi positivamente. Se ne ricordino soprattutto le imprese siciliane che saranno le prima a pagare questo conto salatissimo. Fino ad oggi è tutto in aria. Il 40% di tagli lineari alla manovra – e quindi il blocco e il rinvio al prossimo anno dei pagamenti – potranno essere evitati solo se entreranno i soldi dello Stato. Solo che la trattativa tra Stato e Regione siciliana, che va avanti dall’Ottobre dello scorso anno, fino ad ora – in termini di ‘cassa’ – non ha portato nulla.
I lettori diranno: anche per i parlamentari regionali di Sala d’Ercole ci sarà il blocco del 40% dei finanziamenti? State tranquilli, cari lettori: i fondi per pagare gli stipendi ai 70 parlamentari dell’Assemblea regionale siciliana sono salvi! Non sono scemi, i 70 ‘califfi’ del Palazzo reale di Palermo: per loro tagli lineari non ce ne sono. I tagli lineari del 40% sono per noi cittadini e, soprattutto, per le imprese. Riteniamo un errore, nel pieno dei cambiamenti climatici, che i tagli lineari del 40% abbiano colpito anche le attività di tutela del territorio, con riferimento agli operai della Forestale. lo scriviamo dal Novembre dello scorso anno e torniamo a scriverlo oggi a Finanziaria appena approvata: alla Sicilia servono subito 30 mila operai forestali con contratto a tempo indeterminato per fronteggiare i possibili incendi estivi e le possibili alluvioni estive ed autunnali. Notiamo che invece di potenziare questo servizio si è preferito depotenziarlo. Tra qualche giorno arriverà la prima ondata di caldo. Vedremo cosa succederà. come scriveva Tomasi di Lampedusa, l’Estate siciliana è lunga…